Imparare l’inglese per lavoro è una competenza chiave per accedere ad un mercato del lavoro globale, anche se lavori in Italia. Ecco i miei consigli pratici per riuscirci.
Triennale di economia. Ricordo ancora le parole del mio prof. di Gestione di Impresa quando disse: “L’inglese è la lingua globale. Non vi serve per vincere, vi serve per giocare“.
E aveva ragione. Una volta concluso il liceo, in Italia ci troviamo in una situazione particolare. Troppo spesso, infatti, dobbiamo sia studiare per l’università o il tipo di carriera in cui vogliamo instradarci, sia imparare o affinare l’inglese per lavoro.
Per rendere tutto ancora più difficile, ci confrontiamo con studenti e talenti di altri paesi che l’inglese lo parlano alla perfezione. E che nel post-liceo possono invece concentrarsi sull’apprendimento di nuove competenze professionalizzanti.
Credo che a livello scolastico, famigliare e anche individuale, serva fare molto di più per rendere fluenti in inglese i nostri futuri professionisti già prima dei 18 anni.
Se però questo non è stato il tuo caso, non disperare. Imparare l’inglese per lavoro è una skill che puoi acquisire a qualunque età!
Oggi voglio offrirti dei consigli che ho provato con successo io stessa. Breve background:
- Durante i miei studi: dopo la triennale ho fatto un viaggio all’estero per migliorare l’inglese per lavoro, lavorando come cameriera sulla costa inglese per un’estate. Ho poi studiato International Management a Bologna, un master interamente in inglese in una classe a numero chiuso di 36 studenti di 19 nazionalità diverse.
- Durante il lavoro: sia negli headquarters di Furla che in quelli di Maserati, interloquivo regolarmente con mercati esteri. Il trasferimento a Londra mi ha decisamente aiutata a passare al livello successivo col mio inglese.
Imparare l’inglese per lavoro: inizia con lo scardinare questi blocchi
Inutile parlare di tecniche e strategie se prima non partiamo dai blocchi più comuni che impediscono a tante persone di migliorare il proprio inglese. Scommetto che ti ritroverai in almeno uno di questi:
- La paura di sbagliare. Certo che sbaglierai! Durante il proceso avrai diciuto cose senza senso e faciendo i più svariati errori grammaticali. Ma va bene così! Più errori fai, più impari e migliori. A patto di mantenere un atteggiamento positivo, aperto ai feedback e magari anche un po’ auto-ironico 🙂
- La paura di essere inadeguata. Troppo spesso, nel parlare una lingua nuova, abbiamo paura di sembrare “stupide” o “ridicole” ai nostri interlocutori. Prova però a rovesciare i termini. Ti è mai capitato di sentire uno straniero parlare in italiano e di fargli i complimenti per quanto lo parlasse bene? Magari la grammatica non era perfetta e la pronuncia decisamente da migliorare, ma non ti sei certo concentrata su quel 10% di cose da migliorare; quello che ti ha colpita è stata la sua sicurezza e padronanza nel continuare a comunicare anche facendo errori. Questo è lo stesso modo con cui i madrelingua recepiscono il tuo inglese. Il giudizio è nella tua testa, non nei loro pensieri. Aggiungo un’opinione personale: all’estero le persone sono in genere molto meno giudicanti che in Italia.
- Non avere un obiettivo chiaro. Alcune persone amano imparare nuove lingue, ad altre piace l’idea di conoscerne diverse (eccomi!). Tutte le altre, però – e sono la maggioranza- non inseriscono l’apprendimento di una nuova lingua fra i loro passatempi preferiti. Io ho provato a migliorare il mio francese e spagnolo decine di volte, ma senza mai andare oltre un certo livello (“Non, Je ne regrette rien” 🎶). E questo perché non ho mai avuto un obiettivo o una ragione specifica per farlo (se non quello di definirmi poliglotta alle cene con nuovi conoscenti :D). Tu perché vuoi imparare l’inglese? Per fare un’esperienza di lavoro all’estero? Per avere più opportunità all’interno del tuo ruolo attuale? Oppure per ampliare le tue fonti di formazione? Chieditelo e ritorna sempre al tuo “perché” ogni volta che ti scoraggi o abbassi la voce perché non ti senti in grado.
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Du iu spik Inglish?
Ci sono quattro ambiti in particolare su cui si misura la conoscenza di una lingua e sono reading (lettura), writing (scrittura), listening (ascolto) e speaking (parlato). Nei prossimi punti troverai alcuni consigli su come migliorare l’inglese per lavoro per ciascuna area.
1. Reading
Questa è forse la parte più “semplice” e comune con cui in genere ci approcciamo ad una nuova lingua. Ci vede infatti più passivi e all’interno della nostra comfort zone. Ecco alcuni consigli pratici per migliorare quest’area:
- Passi molto tempo su Instagram? Sfruttalo per seguire canali tematici, ovviamente in inglese, di argomenti che ti interessano. Leggi la caption (anche ad alta voce!) e cerca di farne una traduzione mentale. Puoi poi cliccare sulla scritta “Translate” per recuperare i pezzi che non erano chiari. Non è una traduzione perfetta, ma ti aiuterà a entrare in sintonia con l’inglese parlato di ogni giorno.
- Comincia col leggere libri semplici e con un numero di vocaboli limitato (quelli per ragazzi, come ad esempio i classici rivisitati, sono letture godibilissime). Prova anche a leggere un breve articolo settoriale dell’ambito in cui lavori ogni giorno.
- In generale, cerca di goderti la lettura e di cogliere il senso generale di ciò che leggi. Cerca il significato di alcune parole ogni tanto, ma se sei agli inizi e cominci a farlo con ogni singolo vocabolo che non conosci, ti annoierai in fretta. Se il testo ti sembra intraducibile, prova a cominciare con qualcosa di un livello più facile. Per memorizzare il significato delle nuove parole con cui entri in contatto, trascrivile su un taccuino o dei post-it e, ogni giorno, fai un refresh delle parole che hai segnato il giorno prima, 5 giorni prima e 10 giorni prima.
P.s. Se la tua grammatica è parecchio arrugginita, valuta l’acquisto di un libro di grammatica con annesso eserciziario e soluzioni, così da rendere l’esperienza di apprendimento più interattiva. La grammatica è importante per parlare un inglese ricco e soprattutto corretto. Ma non approcciartici come se fosse l’ennesimo “compitino” da completare. Lo scopo primario della lingua è comunicare, non superare delle domande a crocette.
2. Writing
- Coi social oggi è più semplice che mai entrare in contatto con madrelingua inglesi. Tornando all’esempio di Instagram, invece di consumare passivamente i contenuti sul tuo feed, prova ad interagire con le persone che segui o con altri utenti che abbiano commentato un certo post (evitando accuratamente i flame per la tua serenità mentale!). Puoi persino spingerti a concludere ogni commento con una piccola captatio benevolentiae del tipo: “P.s. Still practicing my English, please let me know if I made any major mistakes, so I can avoid it next time :)”. Come in ogni cosa nuova, un po’ di faccia tosta non guasta mai!
- Rispetto all’italiano, l’inglese è una lingua più semplice. A livello di costruzione delle frasi, tempi verbali, lessico e vocaboli. Dopo un po’ ti accorgerai che certe strutture o modi di dire si ripetono sempre, sia nel parlato che nello scritto (come ad esempio nelle email di lavoro). Una volta che inizi a riconoscerli, comincia a riscriverli e inserirli all’interno del tuo contesto quotidiano per familiarizzarci ulteriormente e prendere l’abitudine di usarli.
- Cambia le impostazioni dei tuoi device (computer, telefono, etc.) perché sia tutto in inglese. Il fatto di trovartelo in oggetti di uso (e stra-uso!) quotidiano ti aiuterà a prendere maggiore familiarità con la lingua. Ogni volta che puoi, sforzati di scrivere in inglese. Che sia su whatsapp alla tua migliore amica, sul tuo calendario o agenda, o qualche riga finale nel tuo diario. Soprattutto all’inizio, ciò che conta è abbattere la resistenza rispetto allo scrivere in inglese.
3. Listening
- Uno dei modi migliori per iniziare è quello di associare l’ascolto al video. Che si tratti di Netflix, TED talks o interviste a personaggi che ti interessano, 20 minuti al giorno ti aiuteranno tantissimo a “fare l’orecchio“. Soprattutto se, come nel caso dei video TED, ti esponi ad accenti diversi. Una delle sfide di quando si va all’estero, infatti, è che l’inglese parlato quotidiano è spesso molto più “sporco” o dialettale rispetto a quello che sentiamo nelle serie. Nota: Evita i sottotitoli in italiano, o impigriranno la tua attitudine all’ascolto. Se anche con i sottotitoli in inglese la comprensione ti risulta difficile, scegli un video più semplice.
- Quando sei pronta a nuotare senza braccioli (=sottotitoli :)) un esercizio utile è riguardare serie o film di cui già conosci la trama e magari ricordi qualche dialogo. La tua mente sarà così meno impegnata sulla comprensione e di più sull’ascolto.
- Inglese to go (=a portar via). Hai presente quel nuovo tormentone in inglese che continui ad ascoltare di continuo? Ecco, non sprecare l’occasione per migliorare sia la comprensione che la pronuncia della lingua. Cerca su Google “[Nome canzone] lyrics” e memorizza il testo. 5 punti bonus se lo canti ad alta voce, perché ti aiuterà a migliorare la pronuncia “modellandola” su quella del/la cantante. Lo stesso vale per i podcast, ce ne sono di diversi livelli e anche molti dedicati proprio all’insegnamento dell’inglese. Se li ascolti in macchina, ogni tanto puoi stopparli e provare a ripetere ad alta voce l’ultima frase o fare un riassunto del contenuto degli ultimi 5 minuti. Piccolo tip: se il ritmo di un certo podcast ti sembra troppo veloce, puoi rallentarlo direttamente dal player!
4. Speaking
Speaking! Il tallone d’Achille di chiunque inizi a parlare inglese. Ricordi i tre blocchi di cui abbiamo parlato all’inizio dell’articolo? Bene, buttali fuori dalla finestra!
Davvero. Credi che i vantaggi di poter parlare fluentemente con la gran parte delle persone in ogni parte del mondo siano inferiori al temporaneo disagio che provi nel buttarti a parlare una nuova lingua? O che le porte che ti si apriranno valgano meno del momento di imbarazzo del collega dalla mentalità chiusa che fa una battuta quando ti sente parlare in inglese?
Se la risposta a queste domande retoriche è, come credo, “no”, then let’s get started! 🙂
Il mio consiglio è quello di partire per gradi:
- La cosa più semplice e più “stupida”? Comincia col cantare -ed interpretare!- ad alta voce canzoni in inglese mentre sei sotto la doccia.
- Se sei agli inizi e non hai ancora fatto esperienza con altri, parla in inglese da sola. Supera il senso di “ridicolo” o vergogna, perché non hanno proprio ragione di esistere 🙂
- In ufficio, online o di persona: sfrutta ogni occasione per parlare ed esercitarti. Se ti senti in imbarazzo, dillo pure apertamente. Le altre persone parleranno più lentamente e apprezzeranno lo sforzo. Non hai capito qualcosa? Ripeti la parte che hai capito e fai una domanda di follow-up su quello che non ti è chiaro. Infine ricorda: abbiamo tutte avuto i nostri momenti imbarazzanti, mentre eravamo impegnate a capire come imparare l’inglese per lavoro 🙂
Se ti serve fare progressi più rapidi per un colloquio o una certa posizione, valuta l’opzione di acquistare un pacchetto di lezioni con un madrelingua semplicemente per parlare inglese. Rendi chiari i tuoi obiettivi: ovvero parlare quanto più possibile ed essere corretta nella pronuncia e negli errori grammaticali che in genere le altre persone sono troppo gentili per farti notare 🙂
E visto che parliamo di come imparare l’inglese per lavoro… valuta di chiedere alla tua azienda se sono disposti a coprire le spese per un corso o insegnante (anche in modo parziale, se non sono disposti a coprire l’intera somma). Ovviamente cerca di presentare chiaramente le ragioni per cui credi che questo ti renderebbe più efficace nel lavoro e beneficerebbe quindi l’azienda.
Last thing: just go for it!
Se nella tua testa continui a ripeterti che cadrai, è molto probabile che alla fine cadrai.
Spero di averti dato qualche spunto utile per iniziare a praticare di più il tuo inglese. Cerca di allenare tutte le quattro areee, ma senza strafare. L’apprendimento di una lingua richiede tempo e costanza. È una maratona, non uno sprint.
E come in tutte le altre cose, avere la sicurezza che si tratta di qualcosa di completamente alla tua portata fa tutta la differenza possibile.
Non nasciamo imparate, ma potremo sempre continuare ad imparare. E fare nostra la filosofia del lifelong learning; un apprendimento che continua per tutta la vita. In cui si arriva all’apice solo facendo tutti i passi precedenti. Con tutti gli errori, gli inciampi e le frustrazioni del caso.
One step at a time. Slowly but surely.
Arli.
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