La definizione di leadership più concreta che abbia letto e che ti aiuterà a vivere il tuo percorso professionale in maniera proattiva e soddisfacente.
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Ok, prima di addentrarci nell’argomento partiamo con una definizione veloce. Il termine leader deriva dall’inglese to lead, ovvero guidare, dirigere.
Il leader, o la leader (termine che non sentiamo spesso declinato al femminile) è in termini molto semplici una persona che, in un dato ambito, guida un gruppo di individui. Che sia all’interno di un’azienda, in politica, nello sport o in ambito accademico.
In senso formale, si può essere leader in un ambito (ad esempio in quello sportivo) e “seguaci” in un altro (ad esempio in quello professionale).
Al di là delle cariche formali, però, sai cosa penso da ormai diversi anni?
Che la leadership è una dote innata. E non innata nel senso di esclusiva; come qualcosa che o hai per talento e diritto di nascita, oppure non hai affatto.
Intendo innata nel senso di “nata dentro” e “nata con noi“.
Abbiamo tutte la capacità di guidare, ispirare e motivare le altre persone con le nostre parole, pensieri o azioni. Come tutte le capacità, però, anche la leadership va allenata ed alimentata.
E soprattutto non va confusa con un’altra qualità: quella del management.
Non si può parlare di leadership (e afferrarne pienamente il concetto) senza fare il distinguo.
Sai qual è la differenza fra queste due aree?
Definizione di leadership: mettiamo i puntini sulle “i”
Nel libro “Le 7 abitudini delle persone efficaci” ho letto questa definizione che ho trovato illuminante nella sua semplicità:
Il management guarda a valle. Si chiede: come posso raggiungere certi risultati nel migliore dei modi?
La leadership parte a monte. Si chiede: quali sono i risultati che voglio raggiungere?
Molto spesso, vedo manager e leader rimanere incastrati solamente in uno di questi due poli.
A me personalmente succede spesso quando rimango incastrata nella modalità del “fare, fare, fare”.
Quante volte ci troviamo a nuotare come forsennate contro la corrente, salvo poi fermarci (o essere bloccate dagli avvenimenti) e domandarci: aspetta, ma dove sto andando? A cosa sono dirette tutte queste energie?
Preoccuparci di come gestire le nostre giornate, il nostro lavoro, i nostri progetti… in fondo lusinga il nostro ego, ci fa sentire impegnate se non quasi indispensabili. Ma non è in quello perenne stato del fare che si trova l’equilibrio.
È piuttosto nel movimento oscillatorio fra il fare le cose in modo giusto (management) e fare le cose giuste (leadership).
Ok, ma in pratica…?
Ecco alcune domande da farti per migliorare in ciascuna di queste aree:
- Management. Se hai già chiari quali risultati vuoi raggiungere, chiediti: ti stai focalizzando sui modi realmente più efficaci e sostenibili per arrivarci? Non è che ti stai facendo deragliare da vanity metrics o distrazioni non proprio utili? Il manager è spesso schiavo della propria agenda, di ciò che aveva incluso “nel piano”. Un leader, al contrario, se necessario strappa via le pagine del piano ed è disposto a ricominciare da capo per concentrarsi realmente sull’obiettivo.
- Leadership. Se invece sei la Regina di Sistemi e Processi, la persona a cui i colleghi si rivolgono ogni volta che hanno una domanda, domandati: sto davvero usando questi mezzi e strumenti per arrivare al risultato che davvero conta per me? Non solo per la me professionista, ma anche per la me al di fuori del lavoro. Per la persona che sono e voglio essere.
Differenze fra uomini e donne…
Ok, parliamone. Metto le mani avanti dicendo che farò una super-iper-mega generalizzazione, ma nella mia esperienza ho notato che:
- Gli uomini tendono a occupare più facilmente e agevolmente atteggiamenti e posizioni (anche non formali, eh!) di leadership. Anche quando questo comporta tante chiacchiere e fumo e poco arrosto.
Ehi l’ho detto, generalizzazione… 😀 Ma devo ammettere che mi è capitato non di rado. - Noi donne tendiamo invece ad adottare un approccio di management; più orientato alla gestione, operatività e al fare. È vero, molto spesso è proprio questo atteggiamento a tenere in piedi la baracca (aka azienda, team o progetto), ma indovina a chi vanno promozioni ed aumenti? …Già.
Management e leadership vanno a braccetto.
A volte serve più una, a volte l’altra.
Ma imparare a distinguere le due modalità è importante. Come lo è anche non farti sommergere solo dall’una o dall’altra, e a riconoscere quando è il momento di fare uno switch.
Se rimaniamo sempre a valle, senza mai risalire a monte, perdiamo di vista la visuale d’insieme.
Perdendoci in un sottobosco per cui magari non abbiamo alcun interesse.
Il mondo ha bisogno della leader che è in te
In un mondo in continuo e veloce cambiamento, eseguire, gestire, fare il compitino assegnatoci dall’alto (in una parola: management) non è più sufficiente.
Serve una leadership ferma e solida. Ci servono leader che abbiano il coraggio di salire la montagna, che si prendano la responsabilità di indicare la strada, che non abbiano timore del proprio carisma.
Il sistema scolastico non ci insegna ad essere leader, ci insegna ad essere esecutrici. Per crearci una carriera e una vita su misura per noi, però, abbiamo bisogno di pensare fuori dagli schemi. Di avere la proattività di risolvere i problemi e proporre nuove soluzioni.
Arli.
P.S. Concludo con una gif di Kamala Harris che invita chi manca di leadership eppure pretende di guidare una nazione a: “Guidare, seguire o levarsi di mezzo” 😉 Se non conosci la storia della Vice Presidente degli Stati Uniti e vuoi scoprire di più del suo stile di leadership, devi leggere questo articolo.
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