Vuoi migliorare la tua vita? Esiste una frase, riconducibile ad un intero modo di pensare, che non devi assolutamente pronunciare. Nel lavoro, in amore e in qualunque altro ambito.
Se avessi un euro per ogni volta in cui mi sono sentita dire: “Eeeh, come sei fortunata tu…” (con l’aria vissuta e navigata di chi la sa lunga), probabilmente non mi trasformerei in una persona più fortunata, di certo però diventerei una persona molto ricca.
Ci hai fatto caso?
Succede sempre, se decidi di migliorare la tua vita. Se raggiungi certi risultati. Se ottieni qualcosa per cui hai lavorato duramente e a lungo. O anche solo se, effettivamente, hai avuto un colpo di fortuna mentre ti trovavi sulla strada che hai scelto e costruito per te.
Proprio allora (con la puntualità del capo che ti chiama mentre stai spegnendo il pc alle sei di sera) arriverà qualcuno che, accorgendosi dei tuoi risultati, esclamerà:
“Ah, che fortuna che hai tu!”
Questa frase – che in realtà racconta di un atteggiamento e modo di pensare ben più esteso – mi suscita sempre reazioni opposte. Direi un misto fra tristezza e ilarità.
Davvero riusciamo a raccontarcela così bene da convincerci che i risultati altrui siano frutto della Dea Bendata? Da persuaderci che i nostri alibi siano una giustificazione soddisfacente alle nostre mancanze?
La fortuna del vicino è sempre più verde
Vediamo se riconosci qualcuna di queste situazioni. Sono i contesti più comuni in cui viene usata la meravigliosa frase “che fortuna che hai tu“.
Situazione 1: “Come sei fortunata tu ad avere un bel lavoro”
Questa frase arriva in genere da chi (amico o collega) fino a poco tempo prima ti suggeriva di accontentarti di un lavoro a 1.200€. Di rinnovi di contratto la cui durata era più breve dell’ex che ritorna dicendo “ho capito che ho sbagliato” (e che 2 settimane dopo capisce di aver sbagliato a non approfondire la conoscenza con la barista sotto casa).
Insomma, che ti aspetti? “C’è la crisi“, “è difficile trovare lavoro all’estero”, “dai magari fra 1 anno muore qualcuno e ti fanno l’indeterminato“.
Così, mentre tu dopo il lavoro ti interroghi su come migliorare la tua vita e su quello che vuoi dalla tua carriera. Mentre fai ricerche, studi le aziende per cui ti piacerebbe lavorare, mandi curricula e fai colloqui… questa persona è a fare l’aperitivo con gli altri colleghi e a lamentarsi del lavoro, del contratto, del capo e del governo ladro.
Quando 6 mesi dopo tu ti trovi in una posizione migliore, con uno stipendio nettamente più alto e serie prospettive di carriera, ecco che la senti, puntuale come sempre, arriva Lei. La famigerata frase: “Eeeh, come sei fortunata tu“.
Eh sì. Tutta questione di fortuna.
Situazione 2: “Che fortuna che hai ad avere una bella relazione”
Frase generalmente pronunciata dalla persona ancora convinta che un sano rapporto di coppia nasca da un incontro fortuito favorito dagli Dei con l’altra metà della mela. La fantomatica “persona giusta per te”. Quella che compare improvvisamente sulla scena con tutte le risposte alle tue domande di sempre. E che non nasca invece da un lavoro e un impegno continui per far crescere la coppia e al contempo se stessi.
Convinta che l’amore arrivi (e debba arrivare) già montato e su misura per noi. Non come una libreria Ikea da comporre pezzo dopo pezzo. Con entusiasmo e divertimento, certo. Ma anche con tanta pazienza, dedizione e momenti di frustrazione. Senza parlare dei momenti in cui si vorrebbe buttar tutto dalla finestra, le istruzioni in svedese, i pezzi mancanti e quelli di troppo.
La stessa persona che in ogni storia vive ogni volta la stessa trama, cambiando sempre il co-protagonista, ma mai il finale. Che non trova il coraggio di lasciare un partner sbagliato per paura di rimanere sola. Che teme di mettersi in gioco, di rimettersi in discussione, di imparare a stare bene con se stessa, prima ancora che con qualcun altro.
Situazione 3: “Beata te che hai tempo per allenarti e tenerti in forma”
Eeeh. Come non capirle, queste povere persone che hanno giornate di sole 6 ore? Mentre noi, esseri privilegiati, possiamo contare su giorni che di ore ne hanno invece 39?
La verità è che non c’è risorsa più democratica del tempo. Ogni giorno, ognuno di noi ha a disposizione 86.400 secondi che può decidere come investire. Sono 86.400 per il CEO di Google in California e 86.400 per l’impiegata dell’azienda di Novara.
Quello che cambia è il modo in cui scegliamo di investire il nostro tempo, le priorità che ci diamo e le scuse che ci raccontiamo.
Magari la tua collega è davvero fortunata ad avere un metabolismo super veloce. Il fatto però di confrontartici e lamentarti mentre mangi una ciambella glassata al doppio cioccolato, magari (e dico magari) non ti aiuterà a cambiare la situazione.
L’erba non è più verde dalla parte del vicino, ma lì dove la annaffi
Allora, dimmi: conosci anche tu persone così?
Riflettici un attimo, prima di proseguire, e prova a pensare a situazioni, contesti o persone da cui senti pronunciare spesso frasi simili. Persone che attribuiscono il merito del successo altrui alla fortuna e la colpa delle proprie lacune alla sfiga. Fatto?
Sì, lo so cosa tendiamo a pensare in questi casi: “Sì, figurati! Conosco un sakko di persone così! Xkè la gente sono tutti invidiosi!1!!”
In realtà il senso di questo articolo non è tanto inveire contro le persone che adottano questo atteggiamento, quanto prendere consapevolezza delle volte in cui a farlo sei proprio TU.
Quello che gli altri pensano di te, in fondo, ha (o per lo meno deve avere) un impatto davvero limitato sulla tua vita e il tuo percorso. Quello che invece tu pensi degli altri e delle situazioni che vivono, il modo in cui leggi e interpreti il loro percorso e le loro “fortune”, ecco; questo può avere un grande impatto nel migliorare la tua vita.
Pronunciare (o anche solo pensare) una frase simile non sempre deriva da un atteggiamento di invidia o volontà di pensar male. Anzi.
Molto spesso si tratta di un atteggiamento inconsapevole, ma non per questo meno pericoloso.
Pericoloso perché ci porta a leggere le situazioni attorno a noi in un modo che ci priva della possibilità di imparare e di farci ispirare dalle storie altrui. Servendoci d’altro canto nuove scuse per le nostre mancanze.
Studia. Lavora sodo. Non accontentarti. E soprattutto abbi fiducia: alla fine arriverà anche per te qualcuno che ti dirà: “eeeh, che fortuna che hai tu…” – Arli
Migliorare la tua vita: ti servono nuove lenti
La prossima volta in cui davanti al percorso, il successo o la storia di qualcuno ti ritrovi a fare questo pensiero, prendine nota. Poi pensa a questo:
- Della vita degli altri noi possiamo osservare solamente l’aspetto esteriore. Quello superficiale. L’istantanea di quel momento. Non conosciamo i retroscena, i sacrifici, le rinunce, le paure, le scelte prese. Né le coraggiose inversioni a U fatte in quei tratti del percorso in cui tutti gli altri urlavano invece di andare dritto.
- Pensare che il successo di qualcuno (più o meno importante, più o meno ampio) sia dovuto ad una questione di fortuna, è piuttosto presuntuoso e sicuramente riduttivo. Non diminuisce certo il lavoro dell’altra persona, ma priva noi stessi di qualcosa di importante: la possibilità di imparare. Saper osservare e riconoscere nelle mani, nello sguardo e nelle gambe altrui il lavoro fatto, la determinazione, la motivazione che spinge ad andare avanti nonostante la fatica. Invece di assumere che una persona sia fortunata, domandati: cosa avrà fatto per raggiungere questo risultato? (senza iniziare ad ipotizzare raccomandazioni o conoscenze altolocate, please). O, se il rapporto lo permette, chiedilo direttamente a questa persona. Oppure domandati: “Perché mi interessa tanto cos’ha questa persona? Magari si tratta di qualcosa che piacerebbe realizzare anche me? Bene, fammi capire come ha fatto”. Potrebbe stupirti scoprire quanto puoi imparare e migliorare con questo semplice e facile cambio di mentalità.
- Se ritieni che il fattore “fortuna” abbia un ruolo così importante per gli altri, sicuramente rifletterai lo stesso pensiero su di te, che sia in negativo o in positivo. E a maggior ragione se lo traduci in maniera negativa, trasformerai ogni inciampo in un motivo per piangerti addosso: “guarda gli altri come sono fortunati, mentre io poverina…“. Peccato che, così facendo, rinunci ad uno dei più grandi poteri che è dato ad ognuno di noi: essere scrittori e sceneggiatori della storia della nostra vita. Non nego che in questa trama serva anche una buona dose di fortuna, di quel tempismo che ci fa essere nel posto giusto al momento giusto. Ma affinché “la preparazione incontri l’opportunità“, dobbiamo impegnarci noi in primis a diventare la persona giusta. Come? Mettendo tutto il focus su ciò di cui abbiamo controllo. E lasciando alla sorte fare il suo corso.
- Infine: se continui a pensare a quanto gli altri siano fortunati per quel che hanno o si sono costruiti (implicitamente indicando che tu invece non lo sei), smetti di accorgerti di tutte le fortune che già possiedi. Finisci col dare per scontato quanto di prezioso già hai. Le storie degli altri devono solo servirci per ispirarci, non per trascinarci giù nella spirale di un confronto inutile e anzi dannoso.
Non perdere tempo con l’invidia. A volte sei in testa. A volte resti indietro. La corsa è lunga e alla fine è solo con te stesso – The Big Kahuna
E se invece sei tu a sentirti dire troppo spesso “Beata te che… (bla bla bla)”?
Valuta. A seconda della relazione che hai con questa persona può valer la pena lasciar perdere e sorridere.
Oppure intervenire semplicemente spiegando che sì, sei ANCHE fortunata. Hai ANCHE avuto fortuna. Insieme a tanta motivazione, difficoltà, sfide, lacrime, sudore, fatica e soddisfazioni… sperando colga l’antifona.
In fondo questo non toglierà nulla ai tuoi risultati, ma può essere fastidioso e poco proficuo essere circondati continuamente da chi con questo atteggiamento minimizza i nostri risultati.
La verità è che una persona di valore riconosce sempre una certa dose di fortuna nei propri successi (ed è l’unica che è autorizzata a farlo). La persona che invidia, che non migliora, che non si analizza, invece, nella storia degli altri riconosce solo quella.
C’è una bella citazione motivazionale che dice:
All’inizio ti chiederanno perché lo fai. Alla fine ti chiederanno come hai fatto.
… Oppure ti diranno quanto sei fortunata ad esserci riuscita.
Tu sorridi e vai avanti. La fortuna, si sa, favorisce i consapevoli 😉
Buona settimana.
Arli.
Non sono stata fortunata. Me lo meritavo – Margaret Thatcher (ricevendo un premio a 9 anni)
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