Il colloquio motivazionale è uno dei primi filtri nel processo di selezione. Ecco come superarlo per arrivare ai colloqui successivi.
Il colloquio motivazionale, o conoscitivo, consiste in genere in una prima chiamata o incontro in cui un rappresentante dell’azienda ti contatta perché interessati alla tua esperienza (il “chi” dipende dalla dimensione dell’azienda stessa).
L’interno è quello di verificare se:
- Il modo in cui ti sei presentata nel curriculum riflette il tuo modo di presentarti di persona;
- Puoi effettivamente essere una candidata adatta e se vale la pena farti procedere nel processo di selezione.
In un certo senso, con questo primo colloquio il vero scopo dell’azienda è quello di trovare i candidati da scartare. Quelli per cui non vale la pena investire più tempo nella selezione da parte di altri membri del team.
In questa fase iniziale, ci sono due errori da evitare che sono quasi agli antipodi.
1. La sindrome del principe azzurro
La sindrome del Principe Azzurro è quella per cui il colloquio che stiamo facendo, il cliente o l’azienda a cui ci stiamo proponendo, l’opportunità che abbiamo di fronte in quel momento… diventano ai nostri occhi l’occasione irripetibile, il famoso treno che passa una volta sola.
Il risultato? Ci mettiamo tantissime pressioni addosso, le nostre aspettative salgono alle stelle e l’emotività che associamo al fallimento o successo dell’impresa, spesso finisce per avere un effetto negativo.
Come fare ad abbassare la posta in gioco? Un po’ come nelle relazioni, ricordandoci che:
Bisogna baciare molti rospi (colloqui andati male, ruoli che non fanno per noi, progetti che non prendono il via…) prima di trovare “il principe”.
Quello giusto (che si tratti di lavoro o relazioni ;)) non è quello che ci sfugge, che ci dice di no e per cui noi non siamo “adatte”.
Se un’opportunità non va in porto, evidentemente non era quella giusta per te. Qualcosa di meglio ti aspetta dietro l’angolo.
E i no che ricevi strada facendo sono reindirizzamenti in quella direzione; un feedback per conoscere qualcosa in più su di te e su quello che vuoi.
Una volta ho letto che la parola “No” è in realtà l’acronimo di “Next Opportunity”; un modo piuttosto costruttivo per vederla, non trovi? 🙂
C’è un rovescio della medaglia alla sindrome del Principe Azzurro. E si trova all’estremo opposto dell’atteggiamento appena descritto…
2. Non scartare prima di testare
Ti faccio qualche esempio che ho sentito di recente dalle mie lettrici:
- “Sì, è un’opportunità fantastica per formazione e curriculum. Ma lo stipendio è più basso di quello attuale…”
- “Probabilmente vorranno la disponibilità alle trasferte e coi miei attuali impegni non credo sia fattibile…”
- “Chiedono un’esperienza di 5 anni in quell’ambito e io ne ho solo 3, dubito che sceglieranno me…”
- “Ho già lavorato in grandi aziende e c’è una competitività assurda. Sicuramente anche questa azienda sarà così”
Cosa hanno in comune tutte queste frasi?
Che sia per l’insicurezza nei riguardi della nostra esperienza e preparazione, o per dubbi riguardo il ruolo e la posizione, finiamo col concentrare parte delle nostre energie su ciò che non va o potrebbe andar male, invece che sul rimanere super focalizzate sullo step successivo.
In un certo senso è anche un modo per mettere le mani avanti e proteggere il nostro ego da un possibile esito negativo.
Qualora le cose dovessero andar male possiamo sempre dire “Sì vabbè, però del resto lo avevo detto che non mi interessa così tanto…”
In questo caso la regola è semplice: se l’occasione che hai di fronte ha meritato la tua attenzione all’inizio, e ritieni ancora che valga la pena andare avanti, finché sei in ballo metti da parte tutti i dubbi che hai.
Intendiamoci: non devi silenziarli del tutto, tutt’altro (siamo già fin troppo sconnesse dal nostro intuito). Limitati ad annotare dubbi e domande su un taccuino e fai finta di dimenticartene fino a che non diventeranno davvero rilevanti.
Concentrati unicamente sul colloquio e dai il meglio di te in quella sede fino a che non avrai ricevuto un’offerta. Senza disperdere energie con pensieri sottotraccia.
L’azienda ti fa un’offerta? Bene, ora che sei in una posizione di forza puoi tirar fuori dubbi e domande, non prima.
Del problema di come lucidare la coppa ci si preoccupa solo una volta che hai vinto il premio 🙂 Vale in ogni ambito.
E per sconfiggere l’ansia che devo fare?
Non c’è rimedio migliore alla preoccupazione che la preparazione.
Per prepararti al meglio per un colloquio motivazionale, ci sono tre punti da cui partire:
- Ricerche sull’azienda, il team e il ruolo per cui ti sei candidata;
- Creare un match fra le richieste dell’annuncio e le tue esperienze;
- Sulla base di questo, allenarti sulle possibili domande che puoi ricevere.
Per questo ho preparato un file con le domande più frequenti da colloquio ed esempi pratici su come rispondere. Questo documento, totalmente gratuito, è stato scaricato già centinaia di volte e creato risultati tangibili per tante altre lettrici.
Lo trovi al link qui sotto. In bocca al lupo!
Arli.
Martina dice
Ciao! Grazie per questo blog e per tutti i tuoi consigli. Sono finita sul tuo sito per caso, perché pensavo: “chissà se esiste un sito del genere, esattamente come lo farei io” e, cercando le esatte parole chiave del dominio del tuo sito, mi ci sono imbattuta.
Sono una neolaureata in Management delle imprese con specializzazione in marketing, quindi ho fatto anche un percorso simile al tuo. Fuori sede e dopo tanti sacrifici, oggi mi ritrovo demoralizzata e, sinceramente, non era un’opzione che mi sarei aspettata fino a qualche mese fa, prima di terminare gli studi. Vedevo così tante possibilità per il mio futuro… e la verità è che, razionalmente, so che le ho ancora ma, allo stesso tempo, mi sento comunque demoralizzata, perché le mie aspettative sono andate un po’ in frantumi, sinceramente.
Mi aspettavo di più da me, mi aspettavo di più dal mondo del lavoro, mi aspettavo di ottenere di più e molto più in fretta!
E invece sono ancora qui, che sto cercando di capire se continuare a mandare CV dopo mesi o andare all’estero (almeno, se devo fare la cameriera, mi esercito in un’altra lingua!). Comunque grazie per i tuoi consigli… mi sento un po’ più confortata ed effettivamente scrivi di cose un po’ più pratiche e non dai suggerimenti scontati rispetto ad altre cose che ho letto in giro… si vede (anzi, si legge) che ci metti te stessa in quello che dici.
Grazie!