.Ha senso chiedere un aumento (o una promozione) durante un periodo di crisi? Rispondo alla domanda di una lettrice.
Domanda:
“Ciao Arli, volevo chiederti un parere riguardo alla negoziazione del salario in una promozione.
Lo scorso anno, a seguito della promozione del mio diretto responsabile, ne ho fatto le veci per diversi mesi, pur avendo un ruolo di due gradi inferiore. Quando è stato trovato un sostituto definitivo, mi è stata promessa una promozione che poi a causa della crisi Covid non si è mai realizzata.
Sono stata in cassa integrazione per diversi mesi, al rientro sto dando il 120%, svolgendo tutti i task datimi e anche di più. Ad oggi si respira aria di promozione, forse in un’altra sede, e mi metto sull’attenti per chiedere un aumento.
Più di una volta mi è stato detto che il mio salario attuale è già alto per il mio ruolo e ora data la crisi mi aspetto che non mi aumenteranno la RAL come avrebbero potuto fino a qualche mese fa.
Vorrei prepararmi ad una negoziazione pur non sembrando insensibile riguardo alla situazione attuale, ma vorrei far capire loro che so quanto valgo. Cosa ne pensi? Lascio stare? Accenno? Quanto si può spingere in queste condizioni?”
Risposta: come chiedere un aumento durante un periodo di crisi
Scommetto che in molte si rivedranno nei dubbi e nelle tante domande di questo messaggio, che in fondo ha a che fare col solito “problema”: molte donne non sono abituate a chiedere.
Che si tratti di chiedere un aumento, una promozione o un orario di lavoro più flessibile, mettiamo spesso e volentieri gli interessi o la sensibilità altrui davanti ai nostri obiettivi e ambizioni.
Fermiamoci però ad osservare la situazione dall’esterno. La persona che mi ha scritto:
- Ha già ricoperto il ruolo di una persona di ben due gradi superiore al suo, dimostrando che ha tutte le carte in regola per crescere e passare al livello successivo.
- È stata in cassa integrazione ed è rientrata più carica di prima nel suo ruolo.
- Si è sentita dire più volte che, tutto sommato, il suo stipendio attuale è già alto per il ruolo che riveste (sempre un bel modo di mettere le mani avanti).
Insomma, se si tratta di stare attenti a non mostrarsi “insensibili”, non si può certo dire che l’azienda abbia fatto sforzi enormi in tal senso.
Ma lo scopo primario di un’azienda non è mostrarsi sensibile.
Soprattutto in un momento di crisi e incertezza, è naturale che l’aspetto economico prenda maggiormente il sopravvento. Nonostante, per fortuna, sempre più aziende si stiano accorgendo che il profitto non può essere l’unica metrica per valutare il proprio stato di salute.
E se l’aspetto economico è quello che prevale, è corretto che entrambe le parti in causa comunichino anche su quello stesso terreno.
Più che preoccuparti di mostrarti “sensibile” alla situazione, dimostra che sei interessata a massimizzare il beneficio per entrambe le parti in causa.
E un’azienda non può certo dire di massimizzare il proprio beneficio solamente se risparmia qualche migliaio di euro l’anno. E come contropartita si ritrova una risorsa estremamente performante che diventa demotivata, scontenta e potenzialmente incline a iniziare a guardarsi intorno per altre opportunità.
Rendi chiaro che l’interesse dell’azienda ti sta a cuore, certo, ma non può prescindere e non può essere del tutto slegato dai tuoi interessi personali.
Come potete quindi venirvi incontro?
- Prima ancora che col tuo capo, siediti a tavolino con te stessa e metti per iscritto quali sono i tuoi obiettivi; quelli ideali e quelli “minimi” che sei disposta ad accettare e sotto i quali non sei disposta a scendere. Più le tue richieste saranno aderenti alla realtà della tua azienda e al range di stipendio che puoi aspettarti dal ruolo a cui ambisci, più sarà facile intavolare la conversazione e portare a casa il risultato.
- Aggiorna il tuo “curriculum interno” a questo ruolo o crea una lista del contributo e del valore che hai generato negli ultimi 6-12 mesi. Non è necessariamente qualcosa che andrai a condividere materialmente col tuo capo durante la conversazione, ma ti aiuterà a sostanziare le ragioni per cui ritieni di esserti guadagnata un aumento e/o una promozione.
- Non rimandare in alcun modo la conversazione. Se non fai sentire che un problema o uno scontento esistono, di certo non sarà l’azienda a fare il primo passo.
In ogni caso, assicurati di uscire da quell’incontro con dei risultati o degli accordi specifici. Se ad esempio al momento l’azienda non può soddisfare le tue richieste economiche al livello che desideri per limiti obiettivi, suggerisci un nuovo incontro nel giro di X mesi.
Invia un’email riassuntiva al tuo capo in cui lo ringrazi della conversazione e concludi dicendo che gli hai inviato un invito in calendario per riparlarne nel periodo che avete concordato.
Al momento opportuno riprenderai la conversazione sotto quell’ultima email per ricordargli l’incontro.
Trasmetterei così il messaggio che sei sì disposta ad andare incontro all’azienda in un momento di difficoltà, ma una volta che le cose inizieranno a migliorare, ti aspetti che l’azienda faccia lo stesso nei tuoi riguardi.
Non si può dare il 120% e vedersi ricambiare col 60%.
In bocca al lupo! Arli.
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