“Facciamoci avanti: le donne, il lavoro e la voglia di riuscire”. Il libro di Sheryl Sandberg, direttore operativo di Facebook, che ogni donna in carriera dovrebbe leggere.
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Scriveva anni fa Erri De Luca: “Si amavano, quei due, si regalavano libri“.
Ti è mai capitato di immedesimarti totalmente nella storia, nel personaggio o in un particolare passaggio di un libro? Di sentirli tuoi, come se l’autore parlasse proprio a te, di te e del tuo vissuto. Di ritrovare nero su bianco, in maniera sorprendentemente esatta, quelle emozioni, sensazioni o pensieri che non eri riuscita ad esprimere a parole.
Ti è mai capitato di sottolineare le pagine di un libro a matita e, una volta concluso, custodirlo gelosamente in un angolo un po’ nascosto della tua libreria, come faresti con un diario? Come se quei segni di grafite, soli nel mare magnum delle pagine, potessero inequivocabilmente esporti, svelare di te quei lati che riservi a pochi. Pochissimi.
E ti è mai capitato, al contrario, di leggere un libro che ti ha fatto tornare in mente una persona a cui avresti voluto regalarlo? Per raccontare qualcosa di te attraverso quelle pagine, quelle frasi sottolineate, o anche solo per condividere qualcosa di utile o interessante.
Ho sempre pensato che ci sia qualcosa di bello in chi per conoscerti meglio legge i libri che ti interessano. Assaggia i piatti che preferisci. Viaggia con te nei luoghi che ti appartengono.
A me è successo spesso (e per lo più) con i grandi classici. Ma ci sono anche altri libri, seppur di genere diverso, che una volta letti mi piace condividere con le persone che conosco.
Quello di cui voglio parlarti oggi, e con cui inauguro questo “club di lettura al femminile“, è un libro che ho regalato e consigliato a diverse amiche. Quella che aveva appena concluso il master, quella trasferita negli Stati Uniti per una nuova avventura lavorativa, quella un po’ ferma e in dubbio su quali decisioni prendere per la sua carriera… Insomma, potevo forse non parlarne qui? 🙂
Facciamoci avanti: le donne, il lavoro e la voglia di riuscire.
L’autrice del libro, Sheryl Sandberg, è nata a Miami nel 1969. Laureata in economia e con un MBA ad Harvard, ha lavorato per il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, per Google (all’epoca ancora una piccola e semi anonima azienda) e, dal 2008, come direttore operativo di Facebook.
Inclusa da Forbes e Fortune nella classifica delle 100 donne più potenti al mondo, nel 2010 ha partecipato ad un TED Talk con l’intervento “Sul perché le donne leader sono troppo poche” (che ti consiglio assolutamente di guardare).
Una scelta coraggiosa e niente affatto scontata, quella di usare la propria voce e influenza per parlare dei temi legati alla parità di genere e al sostegno delle donne lavoratrici.
Scelta da cui, visto il successo dell’intervento, nel 2013 vede la luce il suo libro “Lean In. Women, work, and the will to lead“, tradotto in Italiano in “Facciamoci avanti. Le donne, il lavoro e la voglia di riuscire“.
Leadership e disparità di ambizioni.
Fra i tanti, due sono gli aspetti che ho maggiormente apprezzato del libro:
- Il candore, la sincerità e l’autoironia con cui Sheryl si racconta. E con cui racconta le proprie esperienze, i propri limiti e le difficoltà che riscontra ogni giorno nell’essere al contempo dirigente, donna e madre. Tutti aspetti che rendono la lettura del libro scorrevole e godibilissima, facendoti sentire chi lo scrive molto simile e vicina a te (beh, a parte qualche zero in più di differenza nei conti in banca, ma tant’è ;))
- Il fatto che sia corroborato da tantissimi dati, studi e ricerche.
Proprio questi ultimi dimostrano come, dal momento in cui nascono, bambini e bambine vengano trattati in maniera molto differente. Faccio un solo esempio: come risultato del bias secondo cui le bambine abbiano maggiore bisogno di essere aiutate rispetto ai bambini, le madri passano in genere più tempo a consolare e coccolare le prime e a lasciar giocare in autonomia i secondi.
Quando poi si passa ai banchi di scuola, non è che le cose migliorino tanto.
Da una parte, i ragazzi vengono incoraggiati a condividere le loro opinioni, e le interazioni con questi da parte delle insegnanti sono più frequenti. D’altro canto, quando è una ragazza a intervenire, molto più spesso viene ripresa con un richiamo alle regole e ad alzare la mano prima di parlare (se il tema ti interessa, un altro libro interessante che ti consiglio di leggere è “Dalla parte delle bambine“, di Elena Gianini Belotti).
Negli anni, volenti o nolenti, seppure inconsapevolmente noi donne interiorizziamo questi dettami della società (più o meno taciti) su quali siano i comportamenti appropriati da adottare e, crescendo, molte di noi finiscono col far sentire la propria voce sempre meno. Nelle relazioni come nel lavoro.
Peccato solo (piccolo particolare) che viviamo in una società e in un mercato del lavoro in cui per emergere è importante assumere rischi ed essere sponsor di se stesse. Ma come, se ancora oggi l’aggettivo “ambiziosa“, quando riferito ad una donna, suona più come una velata critica che come un complimento?
Come risultato di questo conflitto (essere una brava professionista ma al contempo una brava madre), Sheryl fa notare come oggi molte donne non siano tanto concentrate sul cercare di “avere tutto”, quanto alle prese con la paura di “perdere tutto”.
Cambiamo le regole.
La buona notizia è che, come gli studi dimostrano, non solo le donne possono avere sia una famiglia che una carriera, ma possono anche avere successo mantenendo in piedi entrambe le cose.
Non solo. Molte ricerche, citate nel libro, hanno dimostrato che le donne lavoratrici impiegate in diversi ruoli dimostrano di avere:
- livelli di stress più bassi
- un più alto livello di benessere mentale
- maggiore sicurezza finanziaria
- matrimoni più stabili
- una salute migliore e, in generale, una vita più soddisfacente.
(Sì, lo so che detta così suona tanto come una pubblicità di quelle creme anti-cellulite miracolose che promettono “risultati visibili in 2,7 giorni, gambe subito più toniche, pelle immediatamente più liscia, aumento del 118% del tuo conto in banca e l’uomo dei tuoi sogni sotto casa in meno di un mese. Tutto a soli ottantotto-virgola-pochi-euro”)
Sul come tenere in aria tutte queste sfere, la nostra dirigente non lesina senz’altro consigli. E lo fa in maniera molto schietta, quasi come farebbe un’amica, toccando tantissimi ambiti.
Dalle paure e gli errori che commettiamo in ufficio, al bisogno tipicamente femminile di piacere e dover risultare “carine e gentili”. Dall’importanza di avere un mentore (argomento poco diffuso in Italia, ma molto importante e di cui ho intenzione di scrivere) a quella di farci avanti, “sederci al tavolo”, esprimere le nostre opinioni. Dal modo di affrontare la maternità sul lavoro, all’importanza di scegliere e di essere affiancate dal giusto partner sentimentale.
La domanda principale che Sheryl fa alle lettrici all’inizio del libro è questa: “Che cosa faresti se non avessi paura? Chieditelo, poi vai e fallo“.
Questo libro è il risultato di questa stessa domanda che lei ha fatto a se stessa. E rappresenta una fonte di preziosi consigli e riflessioni che ci aprono gli occhi su come riuscirci.
Facciamoci avanti: parliamone!
Quando ho letto il libro per la prima volta, poco dopo la sua uscita, ricordo di aver guardato con grande ammirazione al suo percorso di carriera in multinazionali del calibro di Google. Di certo non mi aspettavo, un paio di anni dopo, di ritrovarmi a lavorare proprio per quella stessa azienda (“certi percorsi, non finiscono… fanno dei giri immensi e poi ritornano” – cit. Venditti).
E vuoi sapere una cosa? In Italia, ogni volta che tiravo fuori questo titolo quasi nessuno lo aveva mai sentito nominare. La prima volta che ne ho parlato in pausa pranzo con alcune mie colleghe qui a Londra, invece, ho scoperto che tutte le presenti al tavolo lo avevano letto. E, cosa più importante, tutte avevano un’opinione sui temi discussi (ma soprattutto un conseguente modo di agire) davvero molto chiari.
Quello che voglio mettere in rilievo non sono certo le differenze “Italia vs. UK” nell’affrontare questo tema. Ora non conta. Quello che conta è parlarne, discuterne, confrontarsi, far emergere un problema (sì, perché di problema si tratta) che ancora oggi troppo spesso rimane nascosto, taciuto ed inespresso.
E se un problema non si pone, non si espone alla luce del sole, come è possibile risolverlo?
Ti consiglio davvero di dare una chance al libro. E dopo averlo letto, se lo troverai utile, prestalo, consiglialo o regalalo ad un’amica. Parlatene, confrontatevi, ma soprattutto metti in pratica i consigli che ritieni più utili per te e il contesto in cui lavori.
(Se cerchi un gruppo di donne con ambizioni simili alle tue, sei invitata nel gruppo facebook di Donna In Carriera)
Iniziamo a cambiare le regole in tavola. A far sentire la nostra voce. Iniziamo a farci avanti.
Grazie di essere arrivata fin qui e… Avanti tutta!
(A chi è dedicato)
Mi incuriosisce sempre leggere i ringraziamenti a inizio o fine di un libro. Anche i più sibillini, penso raccontino sempre qualcosa di più dell’autore. Questi sono quelli che aprono il libro di Sheryl:
“Ai miei genitori, per avermi cresciuta facendomi credere che tutto fosse possibile.
E a mio marito, per aver reso tutto possibile.”
P.s. E tu? Conoscevi o hai già letto questo libro? Se la risposta è no e ti interessa leggere degli approfondimenti sul contenuto in un prossimo articolo, fammelo sapere nei commenti 🙂
Arli.
Luana Stinziani dice
Non ho mai letto il libro, però come te sottolineo, riscrivo, rifletto e sono incuriosita dai ringraziamenti…mi è piaciuta molto la tua analisi sociologica…
Lalu
Arli dice
Ciao Luana, ti capisco benissimo, io non riesco quasi a leggere se non ho una matita in mano 🙂
Grazie tante del tuo commento e buona giornata.
Laura dice
Avevo sentito parlare del libro da Sheryl stessa : la seguo su instagram e facebook da anni ! Son contenta sia stato tradotto in italiano ed è già presente sul mio kindle ! grazie per averne parlato! Lei è un mito!! Non vedo l’ora di leggerlo! Ora sto finendo il libro della Maugeri “Rock and resilienza” che consiglio di leggere
Buona giornata
Arli dice
Ciao Laura, mi fa davvero piacere. Sì Sheryl ha davvero spianato la strada e fatto da megafono per aprire una conversazione su questi temi. C’è qualche passaggio in particolare che ti ha colpito del libro di Paola Maugeri? A presto, Arli.