Ecco qui la mia lista dei migliori libri letti nel 2022. Dalla produttività alla maternità, dalle autobiografie ai saggi, qui trovi un mix di argomenti per tutti i gusti.
Per il secondo anno consecutivo, torno con la lista dei libri che più ho apprezzato quest’anno (qui trovi quella dell’anno scorso).
Al 18 dicembre ho letto 56 libri, con una media di voti del 7.1. In questa lista ho inserito uno zibaldone dei testi che più mi hanno colpita, incuriosita, fatto imparare qualcosa di nuovo. Come vedrai si tratta di temi piuttosto disparati, aspetto che mi ha fatto riflettere sul cambio di approccio alla lettura che voglio fare nel 2023 (di questo ti ho parlato nella newsletter, se non sei già iscritta puoi farlo da qui).
Mi auguro che questi consigli ti offrano degli spunti utili, e un pizzico di serendipità, per aprirti a letture che magari non avevi ancora considerato.
Ma bando alle ciance, partiamo col primo libro! 🙂
#1 Deep work – Cal Newport (8)
Sono convinta che nell’era delle distrazioni in cui viviamo, la capacità di focalizzarci e concentrarci ad alti livelli sul lavoro che davvero conta rappresenterà uno dei vantaggi competitivi principali nel mondo del lavoro. Non so tu, ma io ho l’impressione che la mia pazienza e “stamina cognitiva” negli anni sia drasticamente calata. In passato riuscivo a passare ore immersa in testi anche piuttosto complessi, oggi è uno sforzo su cui devo mettere più sforzo e intenzionalità.
Newport è un professore di computer science e detiene un PhD conseguito all’MIT (una delle università più prestigiose al mondo). È un autore a cui torno volentieri per i suoi approfondimenti puntuali sui temi legati a focus, produttività, gestione dell’attenzione e in generale la filosofia di vivere in profondità.
Se il tema ti interessa, e senti che è arrivato il momento di recuperare (o scoprire) le tue riserve di focus e attenzione, Deep Work è sicuramente un ottimo testo da cui partire. Lo trovi qui in italiano e qui in inglese (se leggi in inglese, ovviamente ti stra-consiglio di leggere l’originale).
Tutte le attività, a prescindere dalla loro importanza, consumano la tua singola riserva di tempo ed attenzione. Per performare e produrre al tuo massimo livello, è necessario riuscire a lavorare per prolungati periodi di tempo senza distrazioni e con concentrazione massima su un solo compito. Ricorda che, alla lunga, il lavoro superficiale è molto meno importante di quanto sembri sul momento”
#2 Stolen focus – Why you can’t pay attention (8.5)
Johann Hari è il giornalista e scrittore del mio libro preferito del 2020: “Lost Connections” (tradotto anche in italiano), che si era beccato addirittura un 9 come voto.
Se Deep Work va un po’ più nel how-to, Stolen Focus si sofferma -e a volte un po’ si perde- per lo più su motivazioni e analisi. Analizza le 12 principali cause della perdita di attenzione (e in parte furto) di cui siamo al contempo vittime e complici ormai da anni. Senz’altro consigliato: lo trovi qui per ora solo in inglese.
In genere vogliamo prendere la via più semplice, mentre ciò che ci rende felici è fare le cose più difficili. Quello che succede coi nostri telefoni è che ci mettiamo in tasca un oggetto che è con noi tutto il tempo e che ci offre una cosa facile da fare, invece che la cosa davvero importante. Abbiamo tutti una scelta di fronte a noi fra due forze molto potenti: la frammentazione o il flow. La frammentazione ti rende più piccolo, più superficiale, più arrabbiato. Il flow ti rende più grande, più profondo, più calmo. La frammentazione ci rimpicciolisce. Il flow ci espande.
#3 Option B – Sheryl Sandberg e Adam Grant (8)
Sandberg e Grant. Negli anni ti ho citato e parlato spesso di entrambi. In questo libro a quattro mani hanno messo insieme la storia di lei e le conoscenze di lui per affrontare il tema del lutto (quello di Sheryl che ha perso il marito anni fa), dell’effetto che ha sulla nostra psiche, nelle nostre vite, relazioni e lavoro.
Ma anche di come tornare pian piano in piedi, come ricostruire dopo lo strappo, diventare più resilienti e riscoprire la gioia di vivere. Anche quando la vita ci ha fatto fare i conti con il suo opposto (sempre troppo in anticipo rispetto a quanto avremmo voluto).
Dalla mia esperienza, e dalle tante email e storie che ricevo, mi accorgo che facciamo davvero fatica a fare i conti con l’ineluttabilità della morte e come trattarla. Sia che ci tocchi da vicino, sia che riguardi un amico o un/a collega. Se vuoi approfondire, nell’articolo dell’anno scorso trovi altre risorse a riguardo (parti dal primissimo titolo consigliato).
La persona che diventerai sarà la persona che ti sorreggerà. Ma la resilienza non è un tratto della personalità fatto e finito, è piuttosto un progetto che dura una vita. Nei bambini, la costruzione della resilienza dipende dalle opportunità e dalle relazioni che creano con i genitori, gli insegnanti e gli amici. Possiamo aiutarli instillando in loro quattro convinzioni: 1) hanno un certo controllo sulle loro vite 2) possono imparare dal fallimento 3) hanno un valore come esseri umani 4) hanno una grande forza su cui contare e da condividere”
#4 Le piccole virtù – Natalia Ginzburg (8.5)
Si tratta di una serie di racconti su diversi temi. Magnifiche e attualissime le riflessioni sulla genitorialità. Crudo e lacerante il racconto dell’omicidio del marito Leone Ginsburg per mano del regime fascista. Oneste e commoventi le parole sulla morte per suicidio dell’amico Cesare Pavese. Taglienti le considerazioni sulle differenze fra Inghilterra e Italia (e fra inglesi e italiani…).
Nel mondo anglosassone, negli ultimi tempi, i libri della Ginzburg stanno (ri)vivendo un grandissimo successo. Pur avendone letto solo uno, non mi stupisce. È passato quasi un anno da quando ho letto questo libro e da certi passaggi mi devo ancora riprendere; alcuni mi hanno davvero tolto il fiato e costretto a interrompere la lettura per diversi minuti.
Per quanto riguarda l’educazione dei figli, penso che si debbano insegnar loro non le piccole virtù, ma le grandi. Non il risparmio, ma la generosità e l’indifferenza al denaro; non la prudenza, ma il coraggio e lo sprezzo del pericolo; non l’astuzia, ma la schiettezza e l’amore alla verità; non la diplomazia, ma l’amore al prossimo e l’abnegazione; non il desiderio del successo, ma il desiderio di essere e di sapere. Di solito invece facciamo il contrario: ci affrettiamo a insegnare il rispetto per le piccole virtù, fondando su di esse tutto il nostro sistema educativo“
Come ho condiviso nella lista dell’anno scorso, solo negli ultimi anni ho ripreso la lettura di romanzi. Fra questi, ti segnalo anche:
- Radici, Alex Haley (9!). Racconta la storia di Kunta Kinte, giovane africano catturato nell’attuale Gambia nel 1767 e deportato negli Stati Uniti come schiavo. L’ho letto per la prima volta al liceo e di nuovo questa estate. La storia di Kunta Kinte e dei suoi discendenti (che arrivano fino ad Haley, autore del libro), credo non la dimenticherò mai. Non è che questa cosa del “conoscere e imparare dalla storia per non ripeterla” ci riesca sempre molto bene. Ma alternative migliori al momento non ne vedo.
- Assassinio sull’Orient Express, Agatha Christie (8.5). Secondo romanzo che leggo della Christie; non ricordo già più cosa giustifichi un voto così alto, ma la mente della “Maestra del Giallo” continua ad intrigarmi parecchio 🙂 Di lei voglio leggere l’autobiografia da tempo, perché ha una storia di vita pazzesca considerata l’epoca in cui ha vissuto.
- Una stanza piena di gente, Daniel Keyes (8). Racconta di uno dei casi più celebri sul disturbo dissociativo di personalità. Va preso per quello che è: un romanzo basato su una storia vera (o, direbbe qualcuno, una storia vera un po’ romanzata). Ne hanno fatto anche una serie-documentario su Netflix dal titolo “The Mind of Billy Milligan”. Non è un genere che mi interessa tanto, ma è una storia che mi ha fatto riflettere.
#5 Lying – Sam Harris (8)
Di Sam Harris ti ho parlato qualche volta su Instagram. Sono abbonata e fedelissimissima alla sua app di meditazione Waking Up da anni e lo considero uno dei pensatori più acuti ed equilibrati dei nostri tempi. Questo libricino si legge in un’ora a dir tanto ed è incentrato sulle implicazioni morali, filosofiche, psicologiche, ma soprattutto pratiche -nella vita di tutti i giorni- del mentire.
Sarà che faccio parte della generazione a cui i genitori hanno ripetuto allo sfinimento di “non dire mai le bugie”, ma sull’argomento onestà mi riconosco di essere partita da una buona base. Questo libro però mi ha dato la motivazione a fare lo step successivo ed evitare quelle omissioni/bugie bianche che a volte ci concediamo per sbrogliarci da certe situazioni. Cose tipo: “Domani non riesco, purtroppo ho già un impegno/sono un po’ stanca/e via dicendo“.
Quest’anno ho fatto un esercizio di sincerità radicale. E anche se in alcune situazioni sul momento richiede maggiore impegno (per rispettare norme sociali e la sensibilità altrui), alla lunga credo sia un passaggio essenziale per una vita davvero integra. Lo trovi qui in lingua inglese.
Molti di noi andranno a letto stanotte senza essere riusciti a non mentire nel corso della giornata. Che cosa dice questo di noi e della vita che stiamo costruendo gli uni con gli altri? L’onestà è un regalo che possiamo farci. È anche una fonte di potere e il motore della semplicità. Se si vuole vivere una vita realmente onesta, non esiste alternativa al non avere nulla da nascondere”
#6 Lo faccio per me. Essere madri senza il mito del sacrificio (8)
Stefania Andreoli è una psicoterapeuta molto conosciuta su Instagram, ospite del programma radiofonico Catteland e autrice di diversi libri legati in particolare all’adolescenza e alle dinamiche famigliari. In questo libro analizza e smantella il mito (particolarmente italiano) della maternità vista come sacrificio.
Non è un manuale, né un compendio della sua esperienza di terapeuta, né un trattato di sociologia, né un racconto della sua esperienza di madre. È una sorta di riflessione in cui mixa tutte queste cose insieme e ci restituisce alcune idee sul tema su cui riflettere (…e che vorrei tanto considerassimo già superate, ma ahinoi così non è).
Se qualcosa di queste righe ti ha colpita e pensi possa servirti un libro simile, ti consiglio prima di leggere qualche post di Stefania Andreoli su Instagram e sfogliare il libro in libreria. L’autrice, fedele al titolo, anche il mestire di scrivere sembra farlo in un certo senso “per sé”. E di sé mette molto anche nello stile di scrittura. Io lo trovo piacevole e coerente, ma verifica prima che valga lo stesso per te.
Esistono, le persone che vivono meglio delle altre. Ci sono. Le ho conosciute personalmente. Sono coloro che si muovono nel mondo e nelle relazioni portandosi con sé, standosi insieme. Trovando in se stessi una buona compagnia, o facendo in modo di diventarlo. Sono quelli che sanno di cosa abbiano bisogno, e ne fanno un affidabile indicatore di direzione. Sono le persone che chi parla per frasi fatte e argomentazioni prese in prestito definirebbe egoiste nell’accezione negativa che abbiamo smantellato. È chi sa che tutto, lo si fa per sé. Anche, e a volte specialmente quando, è travestito da: Lo faccio per te”.
Altri libri sul tema:
- Papà, fatti sentire!, Stefana Andreoli (8) – Quando parliamo di “carico mentale”, spesso e non-volentieri includiamo anche questo aspetto qui: donne e madri che fanno ricerche, leggono studi, guidano la conversazione e le decisioni sulle scelte educative dei figli. Sempre dell’Andreoli, se vuoi rilanciare la palla al tuo partner, ti consiglio di dare un’occhiata anche a questo libro dedicato invece ai papà. Nota di colore: la scelta delle parole nei titoli -“Madre” da un lato e “Papà” dall’altro- non sono casuali.
- Non basta diventare grandi per essere adulti, Emily Mignanelli (8) – Ci spostiamo qui dal lavoro di una psicoterapeuta a quello di una pedagogista. Possiamo oggi parlare di “crisi dell’adultezza”? Non saprei, non è certo il mio campo. Quando ho compiuto 30 anni, però, ricordo che c’era una fervente discussione e ironia nel mondo anglosassone sul tema dell’adulting (“diventare adulti”). E il dubbio un po’ mi rimane. Ho apprezzato diversi spunti di riflessione dell’autrice e anche i suoi “Esercizi di archeologia interiore”, con cui ci invita a riguardare la nostra attuale versione adulta alla luce della nostra precedente versione bambina.
- How to raise successful people, Esther Wojcicki (da finire) – Esther è giornalista, insegnate e madre di 3 figlie: una è la CEO di YouTube, l’altra è antropologa e pediatra, un’altra ancora è co-fondatrice dell’azienda unicorno 23AndMe. È un libro di cui ho sentito molto parlare nel mondo UK-US e lo sto leggendo spinta dalla curiosità per come mi è stato presentato. Carino ma senza pretese, contiene qualche takeaway interessante (di certo molto lontano dall’idea di genitorialità italiana).
Uscire dalla posizione di figli è doloroso, perché ci richiede la chiusura di una porta sapendo che nulla sarà mai più come prima, accettando che quello spiraglio che teneva in piedi la speranza forse ricade più nella categoria dell’illusione e della difficoltà di accettazione dello stato delle cose. E quest’ultimo, lo stato delle cose, urla a gran voce e ci esorta a muoverci dal tempo dell’attesa a quello dell’azione. In particolare ci dice che quello che non ci è stato dato e detto dai nostri genitori probabilmente non ci verrà mai più dato e detto, ora siamo noi gli unici a potercelo dare e dire. Ora, siamo noi il padre e la madre di noi stessi e possiamo scegliere che genitori vogliamo essere“
#7 Ho scelto la vita – Liliana Segre (8.5)
Il libro è la trascrizione del suo ultimo intervento pubblico dopo anni di impegno nel tenere viva la Memoria fra i più giovani e nelle istituzioni. Di tutti i passaggi dolorosi del libro, questo per assurdo è uno dei due che mi ha lasciata più spiazzata:
Qualcuno mi chiede: “Ha perdonato?”. No, non ho questa forza. E non ho dimenticato. Certe cose io non riesco, e non sono riuscita mai, a perdonarle”
Siamo abituate a considerare personaggi come la Segre come eroi moralmente superiori e inavvicinabili. Non che meritino quella stima, eh, ma nel farlo creiamo uno scollamento fra noi e loro che tutto sommato ci tranquillizza. Ci diciamo che certe persone riescono in gesta straordinarie perché nella loro natura c’è qualcosa di eroico, sono naturalmente portate, hanno un talento che noi non abbiamo.
Questa confessione così netta e aperta di Liliana Segre ci ricorda invece che siamo tutti umani. Che il modo di interpretare e stare dentro una certa esperienza spetta solamente a noi. Lei non ha perdonato, il suo confine lo ha messo lì. Ha però utilizzato quella sofferenza e quell’esperienza inenarrabile per piantare semi di forza, partecipazione e sensibilità nelle nuove generazioni.
Altri saggi / storie / biografie interessanti da leggere per capire un po’ di più il mondo in cui viviamo:
- La Cina non è una sola – Filippo Santelli (7). Della Cina sentiamo parlare tanto, eppure gran parte di noi la conosce poco. Alcuni aspetti dello storytelling di questo libro credo che a breve ci risulteranno un po’ “invecchiati” (ad esempio i tanti riferimenti al covid). Se vuoi approfondire, quindi, ti consiglierei partire dando un’occhiata ai due prossimi libri che vorrei leggere sul tema, della preparatissima sinologa Giada Messetti: Nella testa del Dragone (2020) e La Cina è già qui (2022).
- California – Francesco Costa (7.5). Siamo collegati a stretto giro da ciò che succede negli Stati Uniti e in particolare in California. Giornalista e professionista che apprezzo molto, Costa spiega non solo cosa sta succedendo lì, ma con una serie di connessioni interessanti anche come impatta quello che accade qui (qualunque sia il tuo “qui” fuori dagli Stati Uniti).
- Io sono Giorgia – Giorgia Meloni (6). Come cittadina AIRE ho votato con un paio di settimane di anticipo. Il giorno stesso, vista la chiara indicazione dei sondaggi, ho deciso di leggere l’autobiografia della nuova (o del nuovo? 🤦🏼♀️) Presidente del Consiglio. Beh che dire? Considera il voto come un attestato alla mia onestà intellettuale. La lettura sarebbe stata piuttosto inutile, se mi ci fossi addentrata tenendomi stretti i miei pregiudizi; ma pur con tutta l’apertura di cui sono stata capace, il libro mi ha dato conferma del fatto che considero il pensare, sentire ed agire della Meloni molto lontano dal mio. Le riconosco grande tenacia e coerenza.
- Mussolini il capobanda – Aldo Cazzullo (7.5). Il giorno dopo le elezioni stavo tornando a Londra dopo una vacanza nelle Dolomiti. Non credo di aver mai comprato un libro in autogrill prima di questo, ma il sottotitolo “Perché dovremmo vergognarci del fascismo”, tutto il sostrato storico-culturale che c’è dietro e il fatto stesso che ci sia ancora bisogno di spiegare il perché, mi lasciano con una domanda per cui faccio ancora fatica a trovare una risposta davvero soddisfacente. E per cui continuo a leggere libri come questo.
- Stai zitta e altre nove frasi che non vogliamo sentire più, Michela Murgia (7). Utile -per te o persone che conosci- per fare chiarezza sul perché certe espressioni, modi di dire e ragionare hanno un impatto sulle questioni di genere. Non abbiamo più bisogno di parlare di “donne con le palle” (in verità non ne abbiamo mai avuto bisogno). Né del mansplaining. Né delle aziende “in rosa” quando a dirigerle è una CEO donna.
- Ho un fuoco nel cassetto – Francesca Cavallo (7.5). Chiudiamo con positività con l’autobiografia dell’autrice di “Storie della Buonanotte per bambine ribelli”. Anche se a questo successo internazionale l’autrice non è mai rimasta troppo aggrappata, lanciando sempre cuore e creatività oltre l’ostacolo. Un’autobiografia di grande ispirazione; non rimarrei troppo stupita se fra 20 anni avesse materiale a sufficienza per scriverne un’altra 🙂
#8 The Seven Principles For Making Marriage Work – John Gottman (8.5)
Se mi segui da un po’, sai che a giugno mi sono sposata. Sia prima, che durante, che dopo, ho vissuto la cosa con una certa ambivalenza, cosa di cui ho parlato in maniera estensiva nella newsletter (per non perderti questi retroscena, ricorda di iscriverti qui). Dovendo riassumerla al massimo, direi che in Italia ci perdiamo una sfumatura importante, senza il distinguo fra wedding e marriage.
Gottman, PhD e Professore di Psicologia all’Università di Washington, è da decenni considerato uno dei massimi esperti mondiali sui temi di coppia. E io sono piuttosto convinta che come singoli, coppie e società, beneficeremmo parecchio se ci preoccupassimo del “marriage” anche solo la metà di quanto lo si fa per quel singolo giorno di “wedding”. Il libro in inglese lo trovi qui.
#9 Why has nobody told me this before? – Julie Smith (7)
Julie Smith è una psicologa inglese che ha avuto un successo straordinario su TikTok durante la pandemia condividendo video sul tema della salute mentale. Il voto un po’ più basso è dovuto al fatto che leggendo e studiando certi argomenti da anni, personalmente ho trovato molto poco di nuovo in questo testo (anche se un promemoria è sempre utile; è un campo in cui la pratica vale più di qualunque esubero di teoria). MA… non esito assolutamente a consigliarlo. Lo trovi qui.
- La luce che è in noi, Michelle Obama (7.5). Dopo l’incredibile successo di Becoming (stra-consigliato), Mrs. Obama torna con un libro che è in parte memoir della sua vita dopo la casa Bianca, in parte un insieme di tecniche e strategie di crescita personale e -come sempre- una chiamata a portare la nostra luce nel mondo. Se ti piacciono lei e e il suo messaggio, anche questo libro non ti dispiacerà 🙂 Lo trovi qui.
10# Lavoro a Prima Vista – Arlinda Laska (10+)
Ok ok, col voto scherzo 😀 Quest’anno però sono stata felicissima di pubblicare il mio primo manuale. Il tema? Quello della ricerca della “strada giusta per noi”, allineata ai nostri valori e visione più ampia. Di come definire il ruolo, il settore e le competenze su cui vogliamo specializzarci. Di come individuare e crearci un network che ci aiuti a raggiungere i nostri obiettivi più ambiziosi. Come prendere decisioni per la carriera che tengano in considerazione non solo la parte più analitica e razionale, ma anche quella legata alle sensazioni e all’intuito. L’uno senza l’altro non vanno in genere molto lontano.
Il percorso è pensato in 7 passi da svolgere uno dopo l’altro e include non solo il manuale, ma anche un workbook con oltre 10 esercizi per passare subito dalla teoria alla pratica. Ho già ricevuto decine di feedback a riguardo e sono felicissima dell’impatto che sta avendo per molte di voi. Se vuoi approfondire, trovi tutte le informazioni a questo link.
Ora veniamo a te. Quale di questi testi e argomenti ti ha incuriosita maggiormente? Quali sono i libri più belli che hai letto quest’anno?
Se ti va, fammelo sapere nei commenti o taggandomi in un post su Instagram.
Arli.
Simona dice
Quante cose mi sarebbero state utili SE le avessi sapute PRIMA! Seguo la pagina e la newsletter da un po’, la trovo interessante e in un certo qual modo formativa. Però…. la realtà è diversa .Anche io pensavo di seguire le regole giuste e invece. si arriva a un certo punto per cui, per età, davvero non si è più appetibili nel mondo del lavoro. Al di là delle competenze. Perché c’è una insicurezza di fondo che ti dice: “Se sono arrivata a questo punto, dove/come potrò trovare una via d’uscita”?
Arli dice
Ciao Simona,
Piacere di conoscerti e grazie di questo messaggio. Mi dispiace tanto che questa sia la tua esperienza; non metto in dubbio quello che dici, purtroppo molto spesso succede. Anche a causa di una cultura e società in cui siamo tutti un po’ vittime dell'”ageism” (ne avevo parlato in questo articolo). Quello che posso dirti e che farei io stessa è cercare di concentrarti su quello che è in tuo controllo. Lavorando ad esempio sull’insicurezza di cui parli, che è sicuramente in parte attivata da fattori esterni, ma su cui siamo le uniche a poter lavorare.
Sul “la realtà è diversa” ti posso assicurare che intervengono tanti nostri filtri. Ti auguro un passo alla volta di riuscire a creare una realtà accogliente, stimolante e che ti somigli. Un grande in bocca al lupo.