Un mentore può avere un impatto profondo sul tuo percorso professionale e la tua vita. Scopri come trovare il tuo mentore e portare la tua carriera al livello successivo.
Ci sono cose, nella vita, che non impariamo mai troppo presto. Segreti che, considerata la loro importanza, ci vengono svelati sempre troppo tardi. Lezioni come:
- Iniziare ad usare una buona crema idratante appena compiuti i 18 anni.
- Non andare mai a dormire senza prima essersi struccate.
- Cominciare quanto prima a guardarci intorno, nel nostro percorso accademico e professionale, alla ricerca di una persona che ci faccia da mentore.
Personalmente, almeno in via “ufficiale”, ho scoperto tardi l’importanza di questa figura. Salvo poi realizzare che un mentore può fare davvero un’enorme differenza nella nostra vita, sia in quella personale che professionale (in quest’ultimo caso soprattutto quando coincide, o è affiancata, dalla figura dello sponsor).
Ma chi è esattamente un mentore e qual è la sua funzione?
Mentore: chi è e a cosa serve
Un mentore è una persona con un bagaglio di esperienze, conoscenza e saggezza superiori rispetto al nostro, che opera o lavora in un ambito di nostro interesse.
Il più delle volte, la relazione con un mentore non ha un carattere di ufficialità. Non si tratta necessariamente di un professore, un capo o un superiore. È piuttosto una persona che ha già affrontato parte del percorso a cui noi ambiamo e che si rende disponibile a condividere con noi parte delle sue esperienze, delle sue lezioni e del suo tempo.
Tempo per ascoltarci, porci le giuste domande e darci valide indicazioni nei momenti di svolta della nostra vita.
- Può essere il professore universitario che ci prende sotto la sua ala e ci consiglia testi, volumi o risorse per approfondire una nostra inclinazione.
- Un allenatore sportivo disposto a farci da coach e guidarci nel nostro percorso atletico.
- Un capo, un professionista o un collega con qualche anno in più di esperienza disposto a prestarci parte del suo “know how”.
Ti racconto una curiosità.
Sai che la parola “mentore” deriva dal nome di un personaggio dell’Odissea? A Mentore Ulisse affidò la propria casa e il figlio Telemaco prima di lasciare Itaca ed imbarcarsi nella Guerra a Troia. Poco tempo dopo, la dea Atena prese le fattezze di Mentore per offrire il suo aiuto a Telemaco e poi anche allo stesso Ulisse nello sconfiggere i Proci.
Verrebbe quasi da dire che c’è qualcosa di “divino“, nell’aiuto che si riceve da un mentore 😉 Vista la premessa, è facile capire come i “vantaggi” di averne uno (o più di uno, in ambiti e tempi differenti della nostra vita) siano molteplici.
Un mentore, infatti:
- Consente un accesso privilegiato ai trucchi e ai segreti di un mestiere.
- Evita di incorrere in errori che lui stesso ha già commesso, o anche in perdite di tempo e di denaro nel tentativo di “reinventare la ruota”.
- Mostra quello che abbiamo di fronte agli occhi, ma che a volte nemmeno vediamo, prestandoci il filtro della sua esperienza.
Da cui la fatidica domanda: come caspita si trova un mentore?
Ne affitti uno su “mentore punto com”? Invii bigliettini in ufficio con la domanda “Vuoi essere il mio mentore?” e le due caselle “Si” e “No” su cui mettere la X? (Indizio: meglio di no 😀)
Vediamolo insieme.
Trovare un mentore: ecco come puoi farlo in 7 passi
Con un mentore funziona un po’ come un nuovo amore: il più delle volte non lo trovi quando lo cerchi, ma quando accade.
Si tratta quindi di avere la fortuna e insieme il tempismo nell’incontrare la persona giusta al momento giusto, certo.
Ma proprio come in amore, se non siamo aperti e proattivi nella ricerca di nuove opportunità, difficilmente saremo in grado di riconoscerle.
Per questo ti consiglio di iniziare proprio da qui…
1. Esprimi curiosità
Il primo elemento per trovare il nostro mentore è proprio la curiosità. Guardati attorno, osserva chi ti circonda, sii genuinamente interessato alle persone che conosci.
Se ci pensi, probabilmente riesci già ad identificare qualcuno che suscita spontaneamente la tua curiosità e ammirazione. Una persona a cui guardi con un sentimento di stima e apprezzamento e con cui andresti volentieri a pranzo per sentirla parlare della sua storia o farle domande sul suo percorso.
2. Fai i compiti a casa
Quello che faccio io, in genere, è cercare di raccogliere quante più informazioni possibili su quella persona (se disponibili, ovviamente).
Se si tratta di una persona molto impegnata, non vuoi certo sprecare parte del tempo che ti riserva a farle domande che avresti potuto facilmente trovare su Google o su LinkedIn. Al contrario, vuoi sfruttare quelle informazioni come argomento per rompere il ghiaccio ed intavolare una conversazione.
Così facendo lancerai un messaggio chiaro a chi hai di fronte: “Ehi, ho fatto i compiti, non sono qui a farti perdere tempo”.
Questo tipo di ricerca e attenzione è sempre apprezzata e quasi lusinghiera per chi la riceve. Non solo, serve anche a te per riflettere in maniera più approfondita su che cosa vorresti ottenere dalla relazione di mentorship.
I tuoi obiettivi devono essere prima di tutto chiari a te stessa. Non puoi presentarti con idee fumose o poco chiare.
Se si tratta di qualcuno con cui hai già l’opportunità di avere degli scambi, sfruttala! Per trarre il massimo da una relazione di mentorship non ti serve sicuramente incontrare business women del calibro di Sheryl Sandberg o Sara Blakely.
Ma prova ad immaginare come ti comporteresti se avessi l’opportunità di interagire con personalità di questo calibro una o due volte l’anno. Probabilmente cercheresti il modo per assorbire quanto più possibile dall’interazione con loro, giusto?
Adotta allora lo stesso atteggiamento, rispetto e attenzione con le “Sheryl Sandberg” che ti circondano. Non avere timore di presentarti; renditi visibile, fai loro domande (con misura e criterio), mostrati interessata. Come mi ha detto una volta la dirigente di un’importante azienda tecnologica:
Il modo più efficace per risultare interessanti ad una persona, è quello di essere interessati a quella persona.
3. Chiedi (con intelligenza)
Cerco un mentore che mi possa insegnare a diventare ricco senza che però mi annoi con i dettagli su come riuscirci
La relazione di mentorship dovrebbe evolvere spontaneamente, in maniera naturale ed organica, nascendo da un terreno comune fatto di affinità caratteriale e/o di interessi. Inutile cercare di diventare, in maniera forzata, il “mentee” di qualcuno che a malapena ci conosce.
Non possiamo lanciarci su una persona per cui siamo quasi degli conosciuti con una richiesta che nella gran parte dei casi verrà percepita come un’ennesima pratica da sbrigare o da declinare con gentilezza. Se questa è la situazione, ha senso continuare a lavorare sul punto 2, quello in cui ci approcciamo a questa persona e continuiamo a nutrire la relazione.
Non solo chiedendo, ma dando prima di tutto (qui ti spiego come farlo).
Dando cosa? Un ascolto attivo, domande genuinamente interessate, aiuto nel risolvere un dato problema o nell’offrire un punto di vista fresco e diverso. La relazione di mentorship, come vedremo, funziona a due lati. Mentre tu acquisisci valore dalla robusta esperienza del mentore, il mentore acquisisce nuovi modi di pensare e vedere grazie ad una prospettiva diversa e spesso proveniente da una persona più giovane.
Nella stra-grande maggioranza dei casi, la relazione di mentorship non ha bisogno di essere ufficializzata. Hai presente la classica domanda che fai quando esci con qualcuno da un po’? Del tipo: “Ma noi cosa siamo? Nel senso… stiamo insieme?”.
Ecco, meglio di no 😀
Se però ritieni che il rapporto lo consenta e che si sia creato un certo feeling con la persona che vorresti ti facesse da mentore, puoi semplicemente chiederglielo. Non c’e bisogno di rendere la cosa troppo seriosa o ufficiale, atteggiamento che potrebbe quasi “spaventare” l’altra persona facendole credere che tu le stia chiedendo chissà quale impegno.
Se possibile, ti consiglio di farlo di persona. Alla prima occasione utile, quando sarete insieme parlando dell’argomento del momento, puoi buttare li in maniera molto casuale qualcosa del tipo:
“Sai Pincopallo, apprezzo davvero tanto le nostre conversazioni. Mi offri sempre un punto di vista diverso sulle situazioni più disparate e i tuoi consigli hanno fatto davvero la differenza per me. Spero di poter continuare ad avere questi scambi e ovviamente ricambiare la tua disponibilità e gentilezza”.
Insomma, hai capito il punto. Non devi prepararti un discorso allo specchio, quanto piuttosto surfare l’onda della vostra conoscenza e far capire all’altra persona che la apprezzi e che ti piacerebbe approfondire i vostri momenti di confronto, in un modo che non gli aggiunga un altro impegno o preoccupazione. E parlando di questo…
4. Facilita
Un mentore non è una persona che paghi in cambio di una consulenza, ma questo non rende certo il suo tempo meno di valore. Tutt’altro!
Proprio perché un mentore mette la sua esperienza e il suo tempo a tua disposizione in maniera gratuita, devi apprezzarlo doppiamente e cercare di sfruttare il tempo che passate assieme fino all’ultima goccia. Che cosa significa? Vai preparata al vostro incontro.
Dovrai occuparti tu degli aspetti logistici, di far perdere il meno tempo possibile all’altra persona, di arrivare pronta con delle domande e di farle percepire quanto apprezzi questi momenti. Non in una maniera servile o lusinghiera (santo cielo, no!).
Ma per quello che è: un’occasione che ti viene offerta con generosità e di cui essere riconoscente.
Un paio di esempi:
- Quando mi sono trasferita a Londra ho inviato un’email al professore di uno dei miei corsi preferiti per ringraziarlo dell’ispirazione che mi aveva dato durante il suo corso, oltre che delle mere nozioni. E fargli sapere che ero stata assunta proprio nell’azienda su cui avevamo preparato un caso aziendale: Google.
- Nel mio viaggio a New York l’anno scorso, ho trovato un libro che sapevo sarebbe piaciuto tantissimo alla mia manager in Google (ti avevo parlato di lei in questo articolo). Gliel’ho quindi regalato una volta rientrata a Londra per ringraziarla di tutto quello che mi aveva insegnato e trasmesso in quei 2 anni insieme.
Non dev’essere necessariamente un regalo fisico, tutt’altro, ma qualcosa che indichi la tua riconoscenza. E parlando di questo…
5. Ricambia con generosità
Questa è probabilmente la regola numero 1 di una relazione di mentorship. Non si cerca un mentore solo per ricevere.
Punto.
Nessuna obiezione, scusa o giustificazione ammessa.
Devi prima dare per poter ricevere. E come spesso accade, quando il dare è sincero e disinteressato, scoprirai che più darai, più riceverai. In una maniera ancora più ampia e più profonda.
Succede sempre? No; allo stesso modo in cui non in tutti i terreni i nostri semi daranno vita a un fiore.
Ma questo non deve fermarci dal seminare.
Come fare a ricambiare, se sei più giovane, più junior e con meno esperienza? Innanzitutto tieni sempre aggiornato il tuo mentore dei tuoi avanzamenti, soprattutto se in relazione a qualcosa per cui ti ha offerto una mano o dei consigli.
E non comparire solo quando ti serve un consiglio o un aiuto, ma fallo anche per offrire qualcosa. Che sia solo un complimento per un progetto che il tuo mentore ha curato e hai apprezzato (vai sullo specifico, non essere vago), il link ad un articolo che potrebbe essergli utile o la condivisione di una conoscenza che tu stessa hai acquisito e ora vuoi condividere.
È da un po’ che non sei in contatto con la persona che ti ha fatto da mentore per un tratto del tuo percorso? Approfitta di questo articolo come piccolo promemoria e scrivile un messaggio oggi stesso solamente per salutare e ringraziare. Renderai la giornata a quella persona un po’ più bella 🙂
Non finisce qui
Quando si parla di mentorship, ci sono altri modi di attingere all’esperienza, il know-how e le unicità di una persona. Eccone qui due:
6. Sii creativa
Indovina! Non per forza i mentori devono essere persone che conosciamo o incontriamo in carne ed ossa. Spesso un mentore è una persona che non conosceremo mai e che non avrà mai nemmeno idea della nostra esistenza, ma che a sua insaputa può contribuire alla nostra crescita.
Oggi si fa un gran parlare di “role models”: personaggi influenti che hanno la capacità, grazie al loro percorso e carisma, di ispirarci profondamente e indurci in qualche modo ad un cambiamento.
È importantissimo crearsi un arsenale di “mentori a distanza”, perché possono espandere la nostra conoscenza in aree che non avremmo altrimenti potuto esplorare. Darci risposte a domande che nemmeno ci erano venute in mente. O soluzioni a problemi in determinati ambiti con cui non abbiamo familiarità.
Come fare? Lasciati ispirare. Scopri quali sono gli “influencers” nel tuo settore di riferimento (e con “influencers” non intendo certo quelli di Instagram che pubblicano post promozionali di té dimagranti). Inizia a seguirli su Linkedin, a cercare le loro interviste su YouTube, a leggere i libri e gli articoli che hanno iscritto. Lasciati contagiare e contaminare dalle loro idee, dal loro modo di ragionare, dagli spunti e risorse che propongono. Ben presto inizierai a crearti una tua rete di “mentori digitali” che ti aprirà la mente in direzioni insospettabili.
Attenzione, però: se leggendo questo punto hai tirato un sospiro di sollievo pensando che non devi fare la fatica di trovare una persona in carne ed ossa, ripensaci. Le due cose dovrebbero andare a braccetto, o alternarsi a seconda dei periodi che stiamo vivendo. Una cosa non esclude l’altra in alcun modo.
Un altro modo per entrare in contatto con un mentore, è quello di affiliarti a programmi di mentorship formali.
Grazie al blog ad esempio ho conosciuto Besiana, una ragazza giovane e brillante di origine albanese come me che ha lavorato in consulenza ed è attualmente in Condé Nast come digital marketing specialist. Cosa più importante, nel suo tempo libero si dedica come volontaria, insieme a più di altre 30 donne, alla non profit Young Women Network. Lo scopo dell’associazione, nata nel 2012, è quello di fare rete tra giovani donne e promuoverne l’empowerment.
Ad oggi è presente su Roma e Milano con circa 300 associate e sostiene le giovani professioniste su quattro attività principali: networking, formazione sulle soft skills, advocacy e il mentoring tramite il loro programma Inspiring Mentor.
Vivendo a Londra purtroppo non ho ancora avuto l’occasione e il piacere di partecipare ad un loro evento. Ma ricordo che, quando ho scoperto dell’esistenza dell’associazione, ho pensato a quale progetto fantastico queste ragazze e donne avessero messo in piedi e a quanto mi avrebbe aiutato agli inizi della mia carriera.
Se vivi a Roma o Milano e vuoi scoprirne di più, questo è il loro sito e questa invece è la loro pagina Instagram, gestita proprio da Besiana.
P.s. Questo, come tutte le altre risorse che ti ho suggerito negli anni, non è in alcun modo una “sponsorizzazione” dell’associazione (a maggior ragione che si tratta di una non-profit portata avanti da volontarie). Credo molto in quello che fanno e penso possano rappresentare un valore aggiunto per le donne che ne entrano in contatto 🙂
7. Diventa una mentore tu stessa
Se non c’é modo migliore di ricevere che dare, perché non diventare un mentore tu stessa?
Stai pensando che sei troppo giovane, troppo junior o troppo inesperta per cominciare? Ti racconto una storia…
In seconda e terza media, la mia scuola organizzava un programma di “mini guide” che consentiva agli studenti di fare da guida durante le giornate del FAI e una volta a settimana ai musei civici. Avrò avuto 13 anni, ma ricordo ancora l’entusiasmo e il senso di responsabilità nel fare da guida ai musei ad altre persone.
Mini guida… mini mentore 🙂 Da qualche parte bisogna iniziare.
Pensala così: non è mai troppo presto per iniziare ad esercitare le nostre doti di leadership. E sai queste cosa includono? Capacità di instillare negli altri una vision, di motivarli verso una meta comune, di offrire loro conoscenza, strumenti e potere per poter fare un altro passo verso i propri obiettivi.
Non importa quanto giovane tu sia: puoi iniziare in qualunque momento a fare da mentore a qualcuno che sta ora muovendo i primi passi in un percorso che tu hai già fatto.
Pensa a questo blog: nasce proprio dal mio desiderio di dare agli altri quegli strumenti che io non trovavo quando ho iniziato ad approcciarmi per la prima volta al mondo del lavoro.
Come dico spesso, citando un proverbio africano: “Da soli si va più veloci, ma insieme si va più lontano”.
E il mondo è troppo grande e ricco di opportunità per muoverci solamente nel nostro solito orticello.
Trova il tuo mentore, trova la tua community, trova la tua strada.
E percorrila, un passo alla volta; per quanto mini ogni passo possa sembrarti ora, ad un certo punto ti girerai e ti accorgerai di aver percorso interi chilometri.
Buona settimana,
Arli.
P.s. Vuoi ricevere ogni settimana contenuti esclusivi per aiutarti nel tuo percorso di carriera? Iscriviti alla newsletter dal form qui sotto e unisciti a migliaia di altre donne che vogliono avere un impatto nel proprio lavoro.
alessandra dice
Sei totale ispirazione!
Arli dice
Ciao Alessandra, grazie! Spero riuscirai ad applicare alcuni di questi consigli per la tua carriera.
A presto,
Arli.
Alice dice
Apro l’articolo e, nelle prime righe, subito leggo le grandi lezioni di vita da dover imparare, quali darsi la crema antirughe o levare il presunto mascara prima di andare a dormire. Che dire, sicuramente consigli di grande spessore, specialmente adatto a una donna in carriera (a quale farebbe pensare il nome del sito).
Ma continuiamo pure così a fare le bamboline a piacimento degli uomini…
Arli dice
Ciao Alice,
Non hai considerato che i primi due punti fossero ironici? Ti assicuro che il tono era proprio quello. Per il resto sul tema hai a disposizione un contenuto di quasi 3.000 parole basato su studi ed esperienze, le mie e quelle delle tante persone con cui ho lavorato negli anni.
Sul discorso creme e mascara non trarrei subito la conclusione che siano appannaggio esclusivo della volontà di piacere agli uomini. Personalmente li uso in primis per me stessa.
Buona giornata.