Alcuni consigli pratici per fare carriera facendo leva sul rapporto con il tuo capo, dai meeting settimanali alle e-mail da inviare.
Ho perso il conto del numero di libri pubblicati con titoli variopinti del tipo “Diventa leader in 7 giorni”, “Il capo perfetto dalla A alla Z” o “Manager subito: da stagista a CEO in uno schiocco di dita”. Ok, forse sto esagerando.
Ora. Non so tu, ma a me, appena fresca di laurea, nessuno ha offerto un posto come direttrice marketing o amministratrice delegata di una grande azienda (pfff, e poi ci lamentiamo della fuga di cervelli…).
E benché non sia mai troppo presto per lavorare sulle proprie doti di leadership -anche quando non si ricopre un ruolo ai vertici- esistono degli step intermedi imprescindibili su cui è importante lavorare. E che ti aiuteranno ad arrivarci molto prima.
Certo, a chi non fanno un po’ sognare le ascese lampo che vediamo nel film (qui avevo parlato di quella de “Il diavolo veste Prada”)? Nella realtà, come sappiamo, il percorso è giusto un po’ più lungo e intricato. Prima di diventare una brava manager, un ottimo capo o leader in generale, devi imparare a fare del tuo meglio nel ruolo che attualmente ricopri. Anche -e soprattutto- se hai iniziato da pochi mesi e sei “solo l’ultima arrivata”. Anche se il tuo è un profilo ancora junior. Anche se sei solo “la stagista a cui chiedono di fare le fotocopie” (wait a second: nel qual caso sei sicura di essere nel posto giusto?). Insomma:
Per diventare un buon capo di un team in un domani, devi essere la migliore collaboratrice che possa esserci per il tuo capo oggi.
Attenzione: non ti sto affatto suggerendo di diventare la nuova “cocchina” di turno del capo (uomo o donna che sia) per fare carriera. Né di candidarti a ruolo di “segretaria dell’anno”. Al contrario!
Può sembrare contro intuitivo o poco entusiasmante, ma creare una buona relazione con il tuo superiore, essere il suo braccio destro di fiducia e contribuire in maniera significativa alla risoluzione dei problemi e al raggiungimento dei suoi obiettivi, può davvero darti una marcia in più per raggiungere i tuoi, di obiettivi.
Quel che si dice una strategia win-win.
Non solo crescerai come professionista, ma potrai anche sfruttare questa palestra per accrescere le tue responsabilità, migliorare le tue skills relazionali e decisionali e imparare quanto più puoi da chi è sopra di te. No, non la vicina che gira per casa coi tacchi alle 7 del mattino.
Tutte doti che ti saranno utilissime per fare carriera e per cui il tuo capo (se è un bravo capo) sarà felice di aiutarti a progredire nel tuo percorso, diventando nel tempo tuo mentore. Ad alcune condizioni.
La prima in assoluto:
1. Scegli il tuo capo
Lo so: “c’è la crisi”, “è difficile trovare lavoro”,”non ci sono più le mezze stagioni”.
E quando ci scelgono per un ruolo, invece che catapultarci a dire “sì” dovremmo anche metterci a valutare se chi ci sta assumendo vada bene oppure no?
Non discuto che sia semplice, ma la risposta è sì.
A volte siamo troppo focalizzati sul solo fatto di voler ottenere un lavoro. Passiamo più tempo a scegliere un vestito per una serata o un primo al ristorante, che a valutare la persona con cui passeremo gran parte delle nostre giornate. La persona capace di influenzare il nostro percorso e le nostre possibilità di fare carriera e avere una vita professionale soddisfacente.
Ricordo ancora uno dei miei colloqui in Italia con quello che sarebbe poi diventato il mio capo. Quello che mi colpì, mentre mi presentavo e raggiungevamo la sala per il colloquio all’altro lato dell’azienda, fu la sua totale incapacità di rompere il ghiaccio. Di creare una connessione per conoscere meglio la persona che aveva di fronte e metterla a proprio agio. Lì per lì non diedi troppo peso alla cosa, per quanto quell’atteggiamento non mi fosse certo sembrato un esempio lampante di abilità sociale o intelligenza emotiva.
Quando poi mi chiamarono per darmi la notizia che ero stata scelta per il lavoro, fui felicissima di accettare. E non me ne sono pentita. E’ stata un’esperienza utile per il mio percorso e curriculum, senz’altro un buon investimento. Ma le mie impressioni del primo colloquio sono state confermate di lì a poco.
I miei colleghi, il team di 8 persone da lui gestito, a mano a mano mi palesavano uno scontento generale nei confronti del modo in cui trattava le persone. Sia sul piano professionale che su quello umano. Non che fosse in alcun modo una persona cattiva, ma mancava di molte delle caratteristiche che un buon leader e professionista dovrebbe avere.
Non solo, del tempo che ho passato in quell’azienda, posso dire di aver imparato davvero poche cose da lui personalmente. E questo ha avuto certamente un peso importante nella mia decisione di lasciare quel lavoro. Nonostante il prestigio dell’azienda e tanti altri fattori positivi.
Forse ora non sei nella posizione di cambiare né lavoro né superiore. Se però la situazione che stai vivendo è meno che ideale, non tirarti indietro e inizia a valutare il tutto obiettivamente. Considerando tutti i problemi, le opzioni e soluzioni. Il che non significa necessariamente che da domani devi iniziare a leggere gli annunci di lavoro. Magari una discussione aperta su quello che sta accadendo può essere sufficiente a migliorare di molto le cose.
L’importante però è che non ti accontenti.
Credimi, essere guidati da una persona preparata, competente e in gamba, può insegnarti davvero tanto e dare una spinta notevole al tuo percorso.
Tutti i consigli dei punti sotto si basano su questa premessa. Per cui, se il primo punto purtroppo al momento non è valido per te, lamentarti serve a poco. Agisci!
2. Conosci il tuo capo
Come puoi aiutare qualcuno che non conosci? Se vuoi renderti una risorsa preziosa e indispensabile per il tuo superiore, devi conoscere bene come lavora, che tipo di persona è e quali sono le sfide, i problemi e gli obiettivi che ha di fronte. Non significa dover diventare amici. Anche se un caffè o un pranzo insieme ogni tanto, in un contesto un po’ più informale, possono aiutare molto ad instaurare un buon rapporto.
Parlo bensì di creare una relazione di reale apertura e confronto.
Una delle abitudini che apprezzo davvero molto del modo di lavorare in Google (e in generale in UK) è quella di fissare dei “one to one” settimanali con il proprio manager. Un appuntamento in cui fare il punto sulla strategia, lo stato di avanzamento dei progetti, ragionare insieme sui passi successivi e proporre suggerimenti.
Purtroppo in Italia non è una prassi molto comune, eppure la trovo molto efficace e utile per progredire e fare carriera. Questi momenti di confronto, che non si limitino a qualche aggiornamento al volo prima della riunione successiva, dovrebbero accadere più spesso e con cadenza regolare. Non solo in review annuali o semestrali.
Se già non lo fai, perché non proponi una soluzione simile al tuo capo? Spiegagli da cosa nasce la tua richiesta, i vantaggi che ti aspetti da queste riunioni e assicura che non si protrarranno oltre un certo tempo. Un’ora è in genere più che sufficiente, a volte persino 30 minuti possono bastare.
Non solo dimostrerai un atteggiamento proattivo, ma ne trarrete giovamento entrambi e anche il lavoro che svolgete. E a proposito di soluzioni…
3. Proponi soluzioni, non problemi
Questo è un atteggiamento mentale utile sempre, nella vita personale come in quella professionale se si vuole fare carriera. E’ dunque importante anche col tuo superiore. Mai presentarti con una lista di problemi, senza aver prima pensato a delle tue proposte da suggerire.
Non è detto che tu da sola troverai la soluzione più adatta o definitiva. Tuttavia, farti trovare pronta e intavolare una discussione costruttiva sul modo di affrontare un certo problema è un buon punto di partenza. Sicuramente preferibile al semplice buttare addosso una sfilza di “ehi, questo non va“, “non abbiamo raggiunto il target, mi spiace“, “e a proposito, la lavastoviglie a casa tua è rotta“. Se così fosse, quale sarebbe il tuo valore aggiunto?
Inoltre hai presente quella dote di “problem solving” che tanto ci piace menzionare nel curriculum? Ecco, prendi ogni situazione problematica come una palestra per svilupparla e mettere in moto il cervello.
Comportati già come il capo che vorrai essere in futuro.
4. Sii indipendente e proattiva
Non aspettare che compiti e maggiori responsabilità ti vengano assegnati o piovano dal cielo.
Proponiti, offri soluzioni, renditi disponibile per lavorare a progetti nuovi. Non solo il tuo capo ti percepirà come una risorsa valida e proattiva, ma sarà per te un’occasione di crescita continua.
Se davvero vuoi crescere nel tuo ruolo e migliorare come professionista, presentarti al lavoro per 8 ore al giorno e fare quello che ti viene chiesto non è certo sufficiente (oltre che ad essere piuttosto triste). Stiamo parlando di 8 ore della tua vita, perché sprecarle agendo solo come una mera esecutrice? Questo atteggiamento ti rende una commodity, ergo una risorsa facilmente sostituibile sul mercato.
Non aspettare che sia il tuo capo a farti le domande, muoviti tu per prima. Confrontati col collega che ha già avuto a che fare con quel cliente. Fissa una riunione con qualcuno del team che si è già occupato di un progetto molto simile. Fai ricerche su quali siano le best practice per approcciare un certo problema… Insomma, sii creativa!
Per renderti davvero indipendente (per te) e indispensabile (per lui) devi prendere in mano le redini della situazione e imparare a camminare da sola.
Oggi non basta fare il minimo sindacale, devi aggiungere valore. E’ l’unico modo per fare carriera.
5. Focalizzati su quello che conta
Se sei oberata di lavoro e responsabilità tu, immagina quanto può esserlo il tuo capo, con in più le pressioni che arrivano dai piani più alti.
Per essere certa di lavorare entro una certa sfera di indipendenza (quella entro cui puoi crescere, fare i tuoi errori e imparare) stabilisci sin da subito col tuo capo su quali temi vuole assolutamente essere aggiornato e su quali puoi anche non disturbarlo.
Siamo ad esempio d’accordo che non c’è bisogno di metterlo in CC (copia conoscenza) su tutte le e-mail che invii dall’ufficio, vero? Al contempo, accertati di tenerlo al corrente di tutte le cose più importanti che accadono. Così facendo eviti brutte sorprese al tuo superiore e ti tuteli in situazioni in cui ritieni che il suo input sia importante.
Due trucchetti riguardo le e-mail (ne ho condivisi molti altri in questo articolo):
- se un’e-mail richiede l’attenzione del tuo superiore, nel prossimo “rispondi a tutti” che cliccherai, aggiungi il suo nome e prima di iniziare a rispondere, scrivi “+ Sara” (o comunque il tuo superiore si chiami).
Così facendo sarà chiaro a tutti che una nuova persona è stata inserita nel thread, e al tuo capo che è appena stato inserito in una conversazione già in corso di svolgimento. - se un’email non richiede l’attenzione del tuo superiore, la prossima volta che risponderai all’e-mail togli il suo nome dalla lista dei riceventi e aggiungi un “Sposto Sara in CCN”. Così facendo il tuo capo riceverà quest’ultima e-mail, ma non la sequenza delle risposte degli altri. Credimi, se il thread è di quelli futili, ti sarà riconoscente di svuotargli un po’ la inbox e presterà maggiore attenzione alle poche (ma importanti) email che riceverà da te.
6. Renditi visibile se vuoi fare carriera
La visibilità in azienda è un tema importante quando si parla di fare carriera.
Va bene essere indipendenti, ma devi anche renderti visibile. Ovvero accertarti che il tuo capo si renda conta del lavoro che svolgi e del contributo che apporti. Come detto, il tuo obiettivo non è certo renderti la segretaria super efficiente e invisibile del tuo superiore, ma creare una strategia win win per entrambi.
Per assicurarti che il tuo lavoro venga apprezzato, deve prima essere riconosciuto. In fondo non trascorri 40 e passa ore in quell’ufficio per puro spirito benevolo. Ricordati che alla fine della fiera, tu lavori per te stessa.
7. Ringrazia
In passato ho sempre cercato di allontanarmi dal tipo di persona che fa di tutto per compiacere il proprio capo. Talmente tanto che talvolta finivo col sembrare sin troppo formale.
E il momento giusto in cui ringraziare i miei capi per le opportunità datemi, mi sembrava sempre (e solo) quello dei saluti.
Come ogni estremismo, anche questo non fa affatto bene. Né a te e al modo in cui gestisci le relazioni, né al tuo percorso per fare carriera.
Se hai un bravo capo, che ti sostiene, riconosce i tuoi meriti e ti aiuta a crescere, non avere timore di ringraziarlo.
Se così non è, torna al punto 1 dell’articolo e riparti da lì. Persino i modelli meno positivi hanno sempre qualcosa da insegnarci. Fosse anche solo il fatto che un giorno non vorremo assomigliare a loro.
E sotto sotto, alla fine abbiamo qualcosa per cui ringraziare anche loro. Certo, meglio se dal nostro nuovo ufficio e da un lavoro che ci offre le giuste soddisfazioni 😉
Buona settimana!
Arli.
Francesco Frezza dice
Ottimo articolo, giuste dritte, sopratutto il fatto di proporre soluzioni e non sollevare, ne evidenziare i problemi.
Molte persone si convincono di non essere all’altezza, perché non credono alle linee guide, o forse nemmeno sanno che esistono.
Arli dice
Grazie Francesco.