L’energia di cui ti circondi e che coltivi dentro di te ha un impatto importantissimo su di te, la tua vita e il tuo lavoro. Coltiva la giusta energia con la regola dei 90 secondi.
Il titolo di questo articolo potrà sembrarti diverso dal solito, magari anche un po’ fru fru, ma seguimi ancora per qualche riga.
Dopo aver deciso di dire addio al mondo corporate, lo scorso ottobre ho iniziato a lavorare in una start-up in ambito fintech. Il prodotto di punta è un’app di investimenti la cui missione è quella di avere un impatto sul cambiamento climatico trasferendo i risparmi e gli investimenti di noi tutti verso aziende green e realmente sostenibili.
Sono stata assunta come dipendente numero uno direttamente dal CEO, persona dal background professionale molto solido, ma soprattutto ottimista, ambiziosa e genuinamente desiderosa di creare un prodotto che abbia un impatto sul nostro pianeta.
A quasi un anno di distanza, oggi abbiamo costruito un bel team di 18 persone e siamo in procinto di crescere ancora. Sin qui sono stata direttamente coinvolta nella gran parte dei colloqui e in diverse scelte di assunzione.
Mesi fa, mentre discutevamo come impostare i processi di selezione affinché i nuovi assunti fossero allineati con la nascente cultura aziendale, mi sono sentita pronunciare questa frase:
Pensiamoci; ogni persona che assumiamo da aggiungere al team cambia le dinamiche e l’energia nella stanza.
L’energia nella stanza…?
Ho iniziato a fare un po’ di ricerche per scoprire se questo concetto esistesse al di fuori dell’espressione che avevo usato. Ed è così che ho scoperto l’incredibile storia di cui ti parlo oggi.
L’energia nella stanza: la storia di Jill Bolte Taylor e del suo ictus
Jill Bolte Taylor è una neuro-scienziata specializzata ad Harvard. Il 10 dicembre del 1997, all’età di 37 anni, un vaso sanguigno le esplode nel cervello, causandole un grave ictus. Nel giro di sole quattro ore, osserva la propria mente deteriorare lentamente, fino al punto in cui non riesce più a camminare, parlare, leggere o ricordare nulla della propria vita.
In quanto esperta in materia, nei primi stadi riconosce benissimo che cosa sta accadendo. Ora però si trova nella condizione unica di vivere la teoria sulla propria pelle, da protagonista e spettatrice insieme.
Riconosce il lato sinistro del suo cervello -quello più razionale- accendersi e spegnersi come un interruttore. E osserva come, quando non è in funzione, l’emisfero sinistro lasci spazio a quello destro, provocandole una sensazione di forte pace e tranquillità.
Arrivata in ospedale Jill non riesce a ricordare nemmeno il nome di sua madre. Quando però medici ed infermiere entrano nella sua stanza, l’emisfero destro del suo cervello le comunica immediatamente il loro tipo di energia.
Sebbene non sia in grado di vedere, parlare o interagire, avverte la loro presenza. Riconosce chi entra in modo nervoso e frettoloso fra una visita e un’altra (lasciandola confusa e spaventata) e chi invece le parla con un tono di voce gentile, sfiorandole un piede o spiegandole per quale ragione fosse lì (facendola sentire accolta e meno impaurita).
Una volta tornata in possesso delle sue capacità motorie ed espressive, scrive queste parole su un cartello nella porta della sua camera d’ospedale:
Per favore assumiti la responsabilità dell’energia che porti in questa stanza.
Jill ci ha messo anni a riprendersi completamente, ma da quell’esperienza porta con sé la lezione che la salute non è l’assenza di malattia; è la presenza di vitalità, di forza vitale ed energia.
E quell’energia va curata e protetta sempre. Come? Con la regola dei 90 secondi.
La regola dei 90 secondi: come conservare la propria energia
Un capo arrabbiato e polemico che riversa le tue frustrazioni su di te. Un parente che ti chiama sempre e solo nel momento del bisogno. Una collega costantemente ansiosa e stressata che crea un’energia nervosa in ufficio.
Ci sono tantissime situazioni in cui la nostra energia, il nostro stato di calma e benessere, rischiano di essere messi a dura prova.
Molto spesso possiamo avere l’impressione di non poterci fare nulla, se non subire passivamente.
In realtà, siamo sempre noi ad essere responsabili della nostra vita. Dell’energia che creiamo per noi stesse, di quella che accettiamo o rifiutiamo di ricevere dagli altri e di quella che portiamo al prossimo.
Nel libro in cui racconta del suo ictus, la dottoressa Jill descrive la nostra abilità di regolare la nostra energia e i nostri processi neurologici attraverso la regola dei 90 secondi.
In ogni dato momento, spiega, ci sono solo 3 processi che avvengono all’interno del nostro cervello:
- Formuliamo pensieri.
- Proviamo emozioni.
- Abbiamo una risposta fisiologica a quello che pensiamo e sentiamo.
Dal momento in cui abbiamo un primo pensiero in risposta a qualcosa che accade nel nostro ambiente, scattano una serie di processi chimici all’interno del nostro organismo che durano 90 secondi. Un minuto e mezzo.
Se un pensiero riguardo una certa situazione ci provoca rabbia, ad esempio, la nostra reazione automatica sarà di sentirci arrabbiate. A livello chimico, quella reazione impiegherà solo un minuto e mezzo ad estinguersi dal momento in cui viene scatenata.
Se la sensazione dura di più, è perché la riaccendiamo e ci soffiamo sopra con i nostri pensieri. È un circolo vizioso che può durare ore, giorni, mesi o anni. Tutto quello che segue a quei 90 secondi in termini di risposta emotiva, però, è una nostra scelta.
La rabbia che continui a provare non è che una serie di pensieri successivi. Per combatterla non devi rifuggirla, ma riconoscerne l’origine come risultato di quei pensieri. Come suggerisce Jill Taylor, domandati:
Preferisco continuare ad attaccarmi a questo pensiero o preferisco conservare la mia pace? Perché finché continuo ad aggrapparmi a pensieri negativi, non posso avere la mia pace.
Più continuiamo ad alimentare certi pensieri, più diventano risposte automatiche della nostra mente in situazioni simili. In ogni momento, in ogni situazione, con ogni persona, puoi scegliere di dire: “Non è questa la sensazione che voglio provare ora, scelgo di spegnere questo fuoco con pensieri diversi”.
Puoi scegliere di dire: “Lascio all’altra persona la responsabilità dell’energia che porta nella stanza e scelgo di non farla mia”.
Puoi scegliere di dire: “Passati questi 90 secondi, non dedicherò altri pensieri negativi alla situazione che mi ha provocato rabbia”.
Usa la regola dei 90 secondi per essere più mindful, cosciente dei tuoi pensieri e delle emozioni che provocano. È un allenamento continuo che ti permette di liberarti di pensieri che sono come zavorre emotive ed intellettuali.
Un po’ come quelle app che continuano ad andare nel background, succhiando batteria al tuo telefono, questi pensieri succhiano energia alla tua vita.
Subire un’offesa non è nulla, a meno che non continuiamo a ricordarla – Confucio
E nella vita reale? 5 consigli finali.
Ecco alcuni consigli finali per proteggere la tua energia nella vita di tutti i giorni:
1. Stai lontana o metti delle barriere fra te e i vampiri energetici che ti circondano. Che si tratti di persone che vedi ogni giorno, dei telegiornali o dei social, il potere più grande che hanno su di te è quello che tu scegli di dare loro attraverso i tuoi pensieri (da cui, come abbiamo visto si originano le tue emozioni). Sei tu ad avere il potere.
2. Adotta dei “cuscinetti” che ti permettano di liberarti delle energie negative; può trattarsi della regola dei 90 secondi, di una pausa per una passeggiata che ti permetta di staccare, o di ricavare il tempo per la tua attività fisica preferita dopo una giornata di lavoro.
3. Rispetta il potere curativo del sonno. Non c’è situazione, per quanto intricata, che non diventi più chiara “dormendoci su”. Onora quello spazio e crea le condizioni per ridurre le interferenze.
4. Ricorda quali sono le tue priorità nella vita. Il collega che cerca di metterti i bastoni fra le ruote rientra fra queste? E la persona arrabbiata nel traffico che ti ha suonato più volte al semaforo? Non dico di ignorarle, il problema non andrà certo via in questo modo. Prova però a ridimensionarlo e vedrai che non solo sarai più tranquilla, ma anche più efficace nella sua risoluzione. Non dimenticare che sei responsabile della tua energia, non di portare sulle spalle quella negativa degli altri.
Un maestro zen chiese ai suoi allievi: “se una persona viene da te con un regalo e tu non lo accetti, a chi appartiene il dono?”
“Alla persona che ha cercato di regalarmelo”, rispose uno degli allievi.
“Ecco, lo stesso vale per l’invidia, la rabbia e gli insulti” aggiunse il maestro. “Quando non li accettiamo, continuano ad appartenere a chi li portava con sé”.
5. Gandhi diceva: “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”. Vale lo stesso per quanto riguarda l’energia che riceviamo e trasmettiamo agli altri. Comincia tu stessa ad essere “responsabile dell’energia che porti nella stanza“. Siine consapevole e scegli intenzionalmente che tipo di energia vuoi infondere negli altri. Nervosismo, animosità e tensione, oppure apertura, positività e allegria? Molto spesso chi ci circonda ci fa da specchio e ci rimanda indietro quelle stesse vibrazioni. Non è una garanzia di riuscita con gli altri, ma è un sistema infallibile nell’influenzare positivamente qualcun altro: te stessa.
Grazie di aver letto sin qui. E ricorda: se qualcosa non va, aspetta 90 secondi. Scegli con cura i tuoi pensieri e le tue emozioni. E “sii responsabile dell’energia che porti nella stanza”.
Arli.
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Chiara dice
Grazie, bellissimo articolo e super utile! Nelle persone ipersensibili però le emozioni si insinuano “inconsapevolmente” nei vari strati e si ripropongono anche se razionalmente non lo vorremmo. In questi casi i tempi di recupero in attività compensative è maggiore, ecco perché rallentare e non esporsi a troppo stress è consigliabile, penso.
Arli dice
Ciao Chiara,
grazie tante, mi fa davvero piacere sapere che ti è stato utile.
Decisamente, come dice Jill Taylor sono attività che diventano automatiche (che sia in una direzione o in un’altra). Più ci esercitiamo ad essere presenti e controllare i nostri pensieri, più efficaci diventeremo nel tempo.
Grazie ancora e a presto.
Arli.
Rossana dice
Articolo dal contenuto molto efficace, certo è un primo atto di consapevolezza per poi procedere, passo dopo passo ad un vero allenamento di vita e giungere ad una rinnovata e consolidata serenità interiore.
Grazie!
Arli dice
Ciao Rossana, è decisamente un allenamento. Più ci alleniamo più ci risulterà naturale. Grazie di essere passata di qui e del tuo commento! Arli.
Maurizia dice
Grazie, era da tempo che non leggevo qualcosa di così utile!
Arli dice
Grazie tante Maurizia.
Cristina dice
Grazie
Articolo davvero utile e interessante
Offre reali spunti di cambiamento
Arli dice
Grazie tante Cristina, felice che ti sia stato utile.