Lo sponsor è una figura chiave e quasi imprescindibile, se vuoi ottenere il lavoro che desideri. Ecco come trovare lo sponsor per te e la tua carriera.
In uno degli ultimi articoli abbiamo parlato della figura del mentore e della sua importanza nel fornirti ascolto, direzione e guida nelle sfide riguardanti lavoro e carriera. Ora è tempo di parlare dello sponsor.
Vediamo innanzitutto qual è la differenza fra un mentore ed uno sponsor.
Se il mentore può aiutarti a guardare con maggiore chiarezza alla tua mappa e a percorsi alternativi, lo sponsor è colui che, all’interno di quella mappa, ti aiuta a rimuovere gli ostacoli, ti spiana la strada e facilita la tua ascesa professionale. Facendoti ottenere il lavoro e le opportunità a cui ambisci.
Ti faccio qualche esempio:
- Il mentore ti ascolta e mette a disposizione il suo tempo e la sua esperienza per consigliarti; lo sponsor ti studia e mette a disposizione la sua influenza per farti progredire.
- Il mentore ti offre lezioni e prospettive diverse dalla tua; lo sponsor ti offre opportunità concrete a cui difficilmente avresti avuto accesso altrimenti.
- Il mentore ti offre suggerimenti su cosa puoi fare per migliorare le tue competenze e il tuo profilo professionale; lo sponsor ti offre direttamente gli strumenti, le connessioni e lo spazio per farlo.
Una definizione particolarmente efficace che ho sentito riguardo lo sponsor lo descrive come: “qualcuno che, grazie alla sua influenza, si espone per te e per la tua carriera a porte chiuse quando tu non sei nella stanza”.
E lo fa nel caso di un’assunzione, di una promozione o quando si paventano tagli di personale.
Nella sua espressione virtuosa, il supporto di uno sponsor non riguarda atteggiamenti che incentivano favoritismi o clientelismi totalmente slegati dal merito.
E, d’altro canto, chi viene sponsorizzato non corrisponde all’immagine dell’individuo spregiudicato e spregevole disposto a fare sgambetti e dare gomitate pur di salire in alto.
Si tratta, piuttosto, di una forma attraverso cui si trasferisce il potere all’interno delle organizzazioni.
La trovi un’ingiustizia? Una pratica poco equa?
Prova a pensarla in questo modo: nel mondo professionale, una parte determinante di quello che facciamo riguarda non solo svolgere un buon lavoro, ma anche il saper costruire relazioni.
Chi comprende queste dinamiche e le utilizza per costruire rapporti mutualmente vantaggiosi non sta giocando sporco. Sta solamente utilizzando una delle tante leve a propria disposizione per svolgere al meglio il proprio lavoro e costruirsi il proprio profilo e percorso professionale.
Ogni decisione cruciale riguardante la tua carriera viene presa quando tu non sei nella stanza. E se non sai chi in quella stanza sta combattendo per te, significa che nessuno sta combattendo per te – Sallie Krawcheck
Perché è importante parlare di sponsor?
Uno degli errori peggiori che si possano fare in ambito lavorativo è credere che per ottenere promozioni, aumenti o riconoscimenti sia sufficiente fare il proprio lavoro e farlo bene. Fingere che certi meccanismi seguano logiche meramente matematiche. Non accorgersi di come certe decisioni vengono prese, su quali basi e da chi.
Fermiamoci un attimo per fare subito una premessa. Non tutti vogliono un lavoro che sia una costante scalata ai piani alti. C’è chi non è affatto interessato all’ufficio da dirigente. O diventare CEO, presidenti o general manager di aziende più o meno grandi.
Io per prima trovo le dinamiche del fare carriera non proprio interessanti; per me rappresentano più un effetto collaterale che lo scopo ultimo. Soprattutto considerando quanto, di questo processo, è rimesso alla volontà e alle decisioni spesso molto soggettive di altre persone.
Ma so anche che, se volessi davvero focalizzarmi su una rapida crescita verticale all’interno di una stessa azienda, difficilmente questa potrebbe avvenire senza il supporto di uno sponsor e una visione chiara delle politiche aziendali. E senza lavorare, in maniera strategica e focalizzata, in funzione di quello specifico obiettivo.
Come si suol dire:
L’uomo in cima alla montagna non ci è certo caduto sopra
Vale lo stesso per i piani alti di ogni azienda.
E magari di quei piani alti a te interessa relativamente, ma è proprio questo il punto: qualunque sia la cosa che più conta per te, l’importante è che tu capisca come il gioco funziona.
Potrai poi decidere se giocare e a quali condizioni; ma con la consapevolezza e la pace mentale che ciò che otterrai sarà la risultante delle tue scelte, non di inesperienza o ingenuità.
Come si fa a garantirsi il supporto di uno sponsor?
Come nel caso del mentore, e anzi ancor di più, uno sponsor non è qualcuno che scegli come un accessorio ai saldi.
La dinamica si muove su più piani:
- Al 70% è lo sponsor che ti sceglie. Questo passaggio è imprescindibile. Come non puoi convincere una persona ad amarti o a stare con te, allo stesso modo non puoi convincere un superiore a sponsorizzarti e farsi avanti per te.
- Al 20% sei tu che scegli lo sponsor. Come? In primis essendo ricettiva, proattiva e sapendo captare le intenzioni di una persona. In secondo luogo decidendo se i suoi valori e il suo percorso sono effettivamente quelli a cui vuoi allinearti ed essere associata.
- Al 10% ci si sceglie insieme, in una forma di sinergia professionale e personale che o scatta oppure no (ma di certo può essere facilitata ;)).
Come puoi giocarti al meglio quel 20-30% che è in tuo potere? Vediamolo insieme con i consigli qui sotto!
1. Definisci chiaramente il tuo obiettivo
Come abbiamo visto, il primo passo è indubbiamente quello di interrogarci e comprendere che cosa realmente vogliamo.
- Primo: perché avere una direzione rende il percorso e l’atteggiamento con cui lo affrontiamo decisamente più interessante.
- Secondo: perché non possiamo ottenere qualcosa che non abbiamo chiaramente identificato. Purtroppo o per fortuna, difficilmente ci pioverà dal cielo.
Come abbiamo visto, certi risultati richiedono non solo bravura e dedizione, ma anche capacità di ragionare in maniera strategica, con un piano sul medio-lungo termine e una dose di bravura e faccia tosta nel navigare gli aspetti più politici, diplomatici e relazionali del proprio lavoro.
Di fare carriera non te ne può fregar di meno?
Ottimo! Ammetterlo a noi stesse può essere molto liberatorio e darci l’opportunità di concentrarci su ciò che per noi conta maggiormente.
Ma fai attenzione prima di prendere una decisione così netta. Chi ti dice che il fare carriera non sia magari uno dei mezzi più efficaci che puoi usare per fare quello che davvero desideri?
Se deciderai che, per una ragione o per un’altra, il tuo goal è quello di fare carriera, allora il tuo piano dev’essere definito molto chiaramente.
E non basta che sia racchiuso in una pagina del tuo blocco note. Dovrai anche condividerlo, con altrettanta chiarezza, con chi ha il potere di aiutarti e accertarti che abbia ricevuto il messaggio chiaro e forte.
Nessuno potrà infatti aiutarti se nemmeno tu sai dove vuoi andare.
Non a caso, questo è anche il primo suggerimento ricevuto dal Vice Presidente di Google EMEA sul come crearti una carriera su misura per te. Te ne ho parlato al punto 1 di questo articolo.
2. Performa ad alti livelli
Quando uno sponsor si fa avanti per parlare in tuo favore e perorare la tua causa, sta mettendo in gioco la sua reputazione, la sua posizione, la sua seniority, influenza e credibilità.
Ergo: prima ancora di avanzare qualunque richiesta o aspettativa, la tua prestazione a livello lavorativo deve parlare per te. Ed essere quanto meno sopra la media.
Chi non vorrebbe ottenere avanzamenti di carriera, aumenti, promozioni e riconoscimenti? Ma a meno che non si sia pesantemente e palesemente raccomandati (argomento che poco ci interessa in questo blog), tutte queste cose richiedono impegno.
Se vuoi fare carriera all’interno di un’azienda io mi auguro che tu sia appassionata al tuo lavoro, altrimenti corri il rischio di compiere una salita che porta dritto all’inferno.
Se la passione non manca, per avere risultati stra-ordinari (nel senso letterale di “al di sopra dell’ordinario”) anche il tuo atteggiamento deve essere fuori dall’ordinario. Alcuni esempi?
- Non puoi sempre aspettare che ti venga detto cosa fare, talvolta devi essere tu a prendere l’iniziativa.
- Eseguire e basta non è sufficiente, devi aggiungere valore portando sul tavolo nuovi modi di lavorare e pensare.
- Non puoi continuare a fare solo quello che hai sempre fatto, devi alzare la mano e proporti di fare altro. Magari cose nuove, più difficili, più sfidanti. Ma che ti permetteranno di dimostrare il valore che puoi apportare all’azienda. E di dimostrarlo in maniera inequivocabile. Il che ci porta direttamente al prossimo punto…
3. Renditi visibile
Visibilità: la parola magica quando si parla di carriera.
Il paradosso? Capita fin troppo spesso che persone che fanno poco e lo fanno male, ottengano premi e riconoscimenti solamente in virtù della loro capacità di tessere relazioni e rendersi visibili.
Se sei quella che sta lavorando sodo e portando risultati, non essere timida e modesta. Palesalo.
Non è banalissimo iniziare a farlo se non ci sei abituata, ma è necessario. E questo vale che tu voglia fare carriera in azienda, lanciarti nel mondo dei freelance o -a maggior ragione- nel mondo imprenditoriale.
Promuovere quel che fai fa parte del tuo lavoro tanto quanto svolgere il lavoro stesso.
Ecco qualche suggerimento:
- Puoi inviare un’email dopo aver concluso un progetto di cui vai fiera (piccolo o grande che sia) condividendo le lezioni apprese. Così facendo non ti concentri su di te e sul “guardate quanto sono brava” ma sulla condivisione di best practice utili a tutti.
- Puoi chiedere 10 minuti del team meeting settimanale per presentare qualcosa a cui stai lavorando. O trovare il modo di accennarlo durante una conversazione davanti alla macchinetta del caffé, in pausa pranzo o durante la riunione settimanale con il tuo capo (ne hai una, vero?)
- Cerca sempre di concentrarti sui numeri e risultati che hai ottenuto e sulla condivisione dei “learnings” che hai acquisito. Se il tuo capo o il tuo potenziale sponsor non sono al corrente di quello che fai o dei risultati che stai facendo ottenere al team e al business, come potranno sponsorizzarti quando ci sarà sul banco una promozione o un progetto a cui vorresti lavorare?
Qualcuno penserà che ti stai comportando da “cocchina della maestra”? Purtroppo questo avviene in alcune aziende in cui manca una cultura di apertura e trasparenza. In cui chi vuole performare 8 invece che 6 come tutti gli altri, viene percepito non come un valore aggiunto, ma come un pericolo e una minaccia per la posizione altrui.
Lo scopo qui non è fare la prima della classe, ma condividere informazioni utili per tutti mettendo al contempo in luce il tuo contributo. Se qualcuno se ne sente sminuito e minacciato, è un loro problema. Il che non significa che devi porti con queste persone in maniera conflittuale. Prova a portarle dalla tua parte, a mostrare quali vantaggi questo potrà portare anche per loro loro. Ma se vedi che non funziona, non puoi farti influenzare ulteriormente da chi tenta di buttarti giù.
E se questo atteggiamento ha raggiunto livelli particolarmente tossici, comincia a chiederti se quello in cui ti trovi sia davvero l’ambiente in cui vuoi continuare a rimanere.
Il nostro giocare in piccolo,
non serve al mondo.
Non c’è nulla di illuminato
nello sminuire se stessi cosicché gli altri
non si sentano insicuri intorno a noi.
4. Identifica potenziali sponsor
Quando lavoravo in Furla, una delle colleghe che più stimavo (una ragazza di grande preparazione, simpatica e molto sgamata) mi diede un consiglio che ricordo tutt’oggi. Un consiglio che ora mi sembra banale, ma che da persona da poco affacciata al mondo del lavoro trovai molto utile.
Mi disse:
Il modo migliore per avere successo in un’azienda è rendersi indispensabili ad una persona gerarchicamente più in alto di te
Puoi farlo mettendo in luce competenze e capacità che ti rendono unica e che magari mancano a quella persona. Se tu sei bravissima con le pivot table su Excel e il tuo sponsor non lo è, pensa che valore la tua presenza può avere per quella persona (o che voglia può avere di perdere una risorsa come te!). Cerca di comprendere quali sono i suoi problemi, gli obiettivi che ha necessità di raggiungere nel breve termine e come tu puoi contribuire alla loro realizzazione.
Non si tratta di essere subdolamente machiavellici o di ricercare un mero do-ut-des, ma di individuare chi può aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi mentre aiuti quella persona a raggiungere i suoi. Senza aspettarti nulla in cambio.
Se, come abbiamo visto, per gran parte è lo sponsor a scegliere te, è anche importante che siamo noi ad individuare e identificare potenziali sponsor.
Inizia a guardarti intorno e a notare come si distribuisce il potere decisionale all’interno della tua azienda. Al di là delle gerarchie, chi sono i reali decision makers, chi ha influenza sulla leadership e facoltà di prendere certe decisioni?
Non comportarti come la Cenerentola della situazione. Non aspettarti di essere scelta, ma scegli.
Devi quasi crearti una “heat map” (mappa del calore) del potere aziendale. E realizzare che, ti piaccia o meno, è nelle zone rosse, quelle più calde, che si prendono le decisioni. Se tu ti trovi sempre e soltanto in quella azzurra, ti perdi tutta l’azione.
Molto banalmente, non c’è persona più adatta o incline a farti da sponsor che il tuo diretto superiore (o talvolta anche il suo capo, se le dinamiche lo consentono). Perché chi meglio di questa persona conosce il tuo contributo e potenzialità?
Quello che devi capire è quindi:
- che potere e influenza ha il tuo capo con chi sta più in alto di lui e…
- se sarebbe disposto ad utilizzarlo in tuo favore.
È anche per questo che insisto spesso sul cercare un buon capo, oltre che un bel lavoro. Il tuo capo può aiutarti a salire la scala gerarchica. Allo stesso tempo, però, se non è disposto o non ha gli strumenti per farlo (in primis influenza e autorevolezza), rischi di rimanere in una posizione stagnante assieme a lui.
5. Se vuoi qualcosa, chiedi
Ti racconto una storia/barzelletta che mi hanno raccontato per la prima volta a 8 o 9 anni.
C’è quest’uomo che ogni domenica va in chiesa a lamentarsi con Dio del fatto che non lo fa mai vincere al Super Enalotto. Ogni settimana la stessa storia, ogni domenica la stessa lamentela. Passano cosi settimane, mesi e anni, finché un giorno la voce del Signore si fa sentire all’uomo in preghiera. E finalmente gli dice:
“Senti, io te lo faccio pure vincere ‘sto Super Enalotto. Ma tu devi prima giocare la schedina!”
All’apparenza è una storiella stupida, ma quante volte vedo ripetersi questa dinamica!
Sospiriamo, aneliamo e ambiamo a qualcosa con tutte le nostre forze. Passiamo giorno e notte a pensarci, a sognarla ad occhi aperti, ad immaginare “come sarebbe se…”.
Facciamo tutto, tranne quell’unica cosa che servirebbe davvero per ottenere il tanto desiderato risultato. CHIEDERE!
Se vuoi avere anche solo una chance di vincere la lotteria, devi prima comprare il biglietto.
Se: 1) hai fatto chiarezza sui tuoi obiettivi 2) hai svolto un lavoro eccellente 3) lo hai reso visibile a chi di dovere e 4) hai individuato la persona che può aiutarti nel tu prossimo step, è il momento di uscire allo scoperto.
Il che significa, semplicemente, condividere con il tuo potenziale sponsor i tuoi piani di carriera e far sì che ne sia ben consapevole.
E non una volta sola, ma in maniera costante (senza ovviamente trasformarti in una spina nel fianco).
Quando quella persona sentirà di un’opportunità perfetta per te (e che magari risolve anche un problema per sé), sarà molto più probabile che si ricordi di te e sia ben disposto all’idea di fare da sponsor o anche solo da tramite.
6. Ripaga il tuo sponsor
In tutto ciò, non abbiamo ancora parlato di un aspetto piuttosto importante.
Ma allo sponsor, che cosa gliene viene dall’aiutarti?
Le ragioni possono essere tante e diverse. Eccole qui in ordinate su un ordine decrescente di cinismo:
- Aumentare il proprio potere e status in azienda, creando nuove leve che gli siano in debito e lo affianchino nelle sue battaglie.
- Avere un team più numeroso e risorse che lo supportino nelle proprie iniziative. Oppure…
- Oppure, molto più semplicemente, chi sponsorizza riconosce un’opportunità di win-win. Sa di crearsi un nuovo alleato, certo, ma in primis sceglie di utilizzare la sua influenza per portare su con sé qualcuno che gli é sotto e che apprezza. Un po’ come altri hanno fatto con lui (o non hanno fatto… gli esempi negativi dovrebbero ispirarci comportamenti virtuosi). È in una fase della propria carriera in cui si è guadagnato sufficiente credito per darne una parte, con grane generosità, a nuove persone.
Se sei stato cosi brava e fortunata (serve sempre un mix di entrambe le cose) da ottenere lo sponsorship di una persona mossa da questi sentimenti, dovresti ricambiare quella persona con lo stesso trattamento e anzi anche di più.
Non sempre viviamo in una società o un mondo lavorativo che premiano la fedeltà.
Eppure le persone che sanno dimostrarsi fedeli (alla propria integrità in primis) sono a mio avviso più appagate e anche più felici nel lavoro. Perché significa che stanno costruendo delle relazioni che, sebbene solo sul piano professionale, sono genuine ed autentiche. E sono pertanto fondamentali nel contribuire al nostro benessere e a soddisfare il nostro umano bisogno di connessione.
Per ripagare il tuo sponsor, utilizza il tuo lavoro per mettere quella persona in buona luce. Aiutala a raggiungere gli obiettivi. Non far mai, ripeto mai, gossip su quella persona con altre persone. Di qualunque tipo di gossip si tratti, anche se in buona fede. Condividi informazioni, offri il tuo aiuto, dai feedback puntuali e precisi, e se hai critiche o osservazioni da fare, falle direttamente a lei, ma in privato. Anche se questa persona è più alto di te, siete comunque un team, vi coprite le spalle l’un l’altra.
Attenzione solamente a due punti:
- Cerca sin da principio di capire chi hai di fronte, perché è importante sapere a chi stai offrendo le tue qualità migliori.
- Questa fedeltà non deve essere cieca, ricorda sempre per chi lavori davvero (se hai esitato di fronte a questa frase, rileggi subito questo articolo)
7. Diversifica la tua strategia
Alice: Volevo soltanto chiederle che strada devo prendere!
Stregatto: Beh, tutto dipende da dove vuoi andare!
Alice: Oh, veramente importa poco, purché io riesca…
Stregatto: Beh, se non sai dove vuoi andare, poco importa che strada prendi!
Ok, abbiamo parlato sin qui dell’importanza dello sponsor. Non vorrei però che corressi il rischio di mettere troppa importanza solamente su questo. Che ti concentrassi cosi tanto nell’ottenere l’attenzione e protezione di una singola persona, da dimenticare che viviamo in una rete di relazioni.
Pensa ad una ragnatela: per quanto solido possa essere un filo, non è possibile paragonarlo alla forza che nasce dall’unione di più fili nell’intera rete.
Vale lo stesso con il nostro network. A maggior ragione che oggi la fedeltà tende a scorrere più per via laterale fra colleghi, piuttosto che in via verticale fra impiegato e capo.
Diversifica, conosci persone differenti, sii interessata in maniera sincera, aiuta in modo disinteressato.
Potresti trovare mentori e sponsor là dove meno lo credi possibile. O scoprire che, una persona che oggi non ti sembra adatta al ruolo, lo diventerà invece fra un paio di anni nel corso della tua carriera.
E soprattutto ricorda sempre che, in qualunque azienda, ruolo, lavoro o contesto tu ti trovi, nessuno sarà un miglior sponsor per te che… te stessa!
Una riflessione finale
Lo sponsorship non è il fine, ma un mezzo.
Che cosa vuoi tu davvero? In che modo puà aiutarti uno sponsor? A cosa ti serve quella promozione, quel progetto, quel contratto? Sei sicura di voler lavorare per quell’azienda? Sei convinta che non ci siano vie e modi diversi e a te più affini per raggiungere il tuo risultato?
Sei certa di non confondere il fine con il mezzo?
Le strade sono tante. Potresti persino scoprire, strada facendo, che del sentiero già tracciato ti importa poco di seguire la strada già battuta. Potresti realizzare che quello che desideri realmente è invece andare all’esplorazione attraversando i campi.
Le strade sono tante, sì. Ma come disse lo Stregatto ad Alice:
Se non sai dove vuoi andare (o perché) poco importa che strada prendi.
Quand’è così, non c’é santo o sponsor che tenga.
A presto,
Arli.
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