C’è un errore che commettono tantissime persone che non sanno bene cosa scrivere nel curriculum. Sistemalo con questa semplice formula per far aumentare le chiamate a colloquio.
C’è ancora tantissima confusione su quello che dovrebbe essere il reale scopo di un curriculum e, di conseguenza, su cosa scrivere. Se sei già iscritta, sai che ne parlo estensivamente nel mio percorso gratuito in 5 email, in cui condivido le 5 strategie fondamentali che mi hanno aiutata a trovare lavoro in Google in appena 2 mesi quando mi sono trasferita a Londra. Se non lo hai già fatto, puoi iscriverti da questo link.
Negli ultimi articoli abbiamo visto:
- Perché DEVI aggiornare il tuo CV a cadenza regolare
- Quali sono i 5 errori più comuni che si commettono nello scrivere un curriculum e come rimediare.
Oggi ci concentriamo su una soluzione semplicissima e super efficace per rimediare all’errore numero 2. Ovvero la mancanza di numeri, dati e statistiche necessari a dimostrare l’impatto del tuo lavoro.
Cosa scrivere nel curriculum: usa la strategia “Da X ad Y in Z”
In un curriculum “nella media”, di solito è possibile trovare indicazioni vaghe, generiche e verbose simili a queste:
- “Mi sono occupata di attuare strategie di marketing volte alla diminuzione del costo di acquisizione del cliente al fine di aumentare il fatturato dell’azienda”
EEEH?!
Andiamo subito al dunque. Ecco un esempio di come applicare la formula “Da X ad Y in Z” per dimostrare il tuo impatto:
- “Diminuito il costo di acquisizione di un nuovo cliente da 18€ (X) a 12€ (Y) nell’arco di 3 mesi (Z)”
La formula mostra chiaramente il valore aggiunto che hai apportato nel passare da una situazione X ad una più vantaggiosa Y, in un arco di tempo Z.
Perché questa formula funziona così bene? Ecco alcune ragioni:
- I dati parlano, non mentono. E chiariscono nero su bianco quali standard e risultati un’azienda può aspettarsi dal tuo operato se dovessero sceglierti.
- I numeri portano sempre con sé una una credibilità e un’autorevolezza che le sole parole e descrizioni invece non hanno.
- Una statistica inserita in un blocco di parole contribuirà ad attirare l’attenzione di chi ha in mano il tuo curriculum, a leggere il resto e -si spera- chiamarti a colloquio.
Alternative “creative”
Se non ti senti a tuo agio o non ti è permesso rendere pubblici certi dati e risultati dell’azienda per cui attualmente lavori, puoi sempre ricorrere a dei “sotterfugi creativi”.
Detta così suona un po’ strano, ma ovviamente non è niente di illecito.
Ti faccio un esempio: quando lavoravo in Google, mi sono trovata spesso a gestire progetti a 8 cifre (vale a dire sopra i 10 milioni di $). Considerata la natura confidenziale e riservata di ciò a cui lavoravo, però, non ho mai voluto indicare espressamente le cifre esatte nel mio curriculum. Non lo faccio nemmeno ora, per un senso di etica e rispetto verso l’azienda per cui ho lavorato.
Al contempo, però, la gestione di budget tanto importanti è un elemento differenziante e un indicatore significativo della scala di progetti su cui ho lavorato e, di riflesso, anche delle mie competenze e responsabilità.
Ragion per cui, nel curriculum mi limito a indicare questo elemento in questo modo: “Gestito budget di XX milioni per bla bla bla”. Chi lo legge comprende che si tratta di progetti deca-milionari, pur non conoscendo tutti i dettagli.
Come sempre: un pizzico di creatività e flessibilità è il modo migliore di presentare i propri risultati.
“Ma io non ho risultati da mostrare”
Questa è la prima obiezione che viene fatta quando suggerisco questa tecnica alle mie lettrici.
Mi rendo conto che a volte, per alcuni ruoli in particolare, può risultare difficile attribuire un numero chiaro ai risultati che otteniamo. Ma sforzati di farlo.
Soprattutto perché, molto spesso, questa lacuna è più da imputarsi all’assenza di un mindset orientato ai risultati e alla misurazione degli stessi, che al ruolo stesso. Di questo parleremo meglio nell’ultimo punto dell’articolo.
Nel frattempo, però, se davvero ti trovi in una situazione in cui l’impatto del tuo lavoro non è dimostrabile, vorrei farti riflettere su due punti:
- Chiediti perché non lo è. Non è che stai facendo un lavoro ripetitivo, meccanico? In cui l’impatto che tu e il tuo mix unico di caratteristiche potete avere non hanno modo di esprimersi? Nel qual caso, chiediti se è una situazione in cui vuoi continuare a rimanere.
- Se vuoi fare carriera o in generale avere più impatto nel lavoro che svolgi, devi volerti mettere in posizioni di responsabilità in cui il tuo impatto è chiaro e misurabile.
Se questo tipo di responsabilità non ti viene data, prenditela. Sii creativa, pensa fuori dagli schemi. Ricordi? Ask for forgiveness, not for permission.
Ricordo che, quando lavoravo in Furla, un task ricorrente di cui mi occupavo era quello di analizzare i dati delle vendite di tutte le categorie di prodotto della settimana precedente. Sai chi in azienda leggeva questi report? Nessuno.
Dopo diversi mesi, per rendere il compito più interessante (in primis per me stessa) iniziai a creare dei report più personalizzati. In cui ad esempio indicavo alcuni pattern e trend che vedevo ripetersi ed emergere da quelle noiose tabelle excel (ad esempio: forme e colori che avevano performato particolarmente bene).
Mi aiutò a rendere il mio lavoro più variegato, ad attirare l’attenzione sul mio lavoro sfruttando qualcosa che prima veniva poco considerato e a dimostrare maggiore proattività nel mio modo di lavorare.
Certo, questo non bastò a rendermi il mondo del fashion più interessante, ma fu comunque una buona lezione.
Fai un passo ulteriore
Come hai visto, questa tecnica in sé è super semplice ma, se vuoi un consiglio, non adottarla pedissequamente solamente per sistemare il tuo CV.
Fai il passo successivo: inizia ad utilizzare questo framework, questa cornice, come un modo di pensare al tuo contributo e all’impatto che vuoi avere. Non solo a consuntivo (alla fine di un progetto per misurarne il risultato), ma anche in ottica futura (qual è il risultato che voglio ottenere da questo progetto?).
Credimi, fa un sacco di differenza. È chi ragiona in questo modo che fa carriera e, alla lunga, ottiene l’appagamento che desidera da ciò che fa.
Buon lavoro!
Arli.
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