Com’è davvero lavorare per Google? Ti racconto la mia esperienza come Marketing Manager negli uffici di Londra, più 5 consigli per entrare in una delle migliori aziende al mondo (o in qualunque altra azienda).
[In questo articolo ti racconto della mia esperienza come Marketing Manager in Google Londra. Un lavoro che mi ha richiesto tre mesi di ricerca e colloqui. Ti racconto come ho fatto nel percorso gratuito di 5 email a cui puoi iscriverti da questo link]
C’è un aspetto dell’industria della formazione in ambito lavorativo che -tanto per essere gentili- ho sempre trovato curioso. Forse sai già di che parlo: del fatto che a fornire consigli per raggiungere certi risultati è, fin troppo spesso, chi quei risultati non li ha mai raggiunti. Il più delle volte non ci si è avvicinato nemmeno lontanamente.
Così, se cerchi online consigli su come trovare lavoro, affrontare colloqui o entrare in certe aziende, trovi spesso post sommari e raffazzonati dell’ultimo coach di turno. Nei miei primi periodi di ricerca del lavoro, questo surplus di informazioni inutili e ridondanti era un aspetto che trovavo invece incredibilmente frustrante.
Ed è anche la ragione per cui è nato DonnaInCarriera. Volevo finalmente creare per gli altri quello che io non ero riuscita a trovare per me stessa: uno spazio online in cui parlare di lavoro, carriera, sfide e difficoltà in ambito professionale e personale, in maniera pratica e reale.
Io ho avuto l’opportunità di lavorare per Google per due anni, negli uffici qui a Londra, come Marketing Manager per il brand Android.
Il progetto a cui ho lavorato era particolarmente importante per l’azienda e mi ha permesso di viaggiare in tutta Europa per eventi e riunioni, di incontrare CEO e top manager di aziende e start-up internazionali e di gestire campagne e budget milionari.
Oggi voglio raccontarti tutti i retroscena da insider:
- Come si lavora in una delle aziende più importanti e potenti al mondo
- Cosa ricerca l’azienda nei candidati durante le varie fasi di selezione (spoiler alert: non ti indorerò la pillola)
- Quali sono state le strategie che ho adottato per entrare nell’Olimpo del tech
Pronta a varcare insieme quella porta?
P.s. Tutte le foto che troverai nell’articolo sono state scattate da me nei vari uffici Google in giro per l’Europa. Tutte tranne quella di copertina, che nella mia versione era decisamente più affollata di così 🙂
Lavorare per Google: una giornata tipo
Immagina questa scena. È una fredda mattina di novembre, sei rimasta imbottigliata nel caos del traffico per mezz’ora e finalmente arrivi in ufficio, una struttura moderna e all’avanguardia. Saluti il ragazzo della sicurezza, passi il tuo badge, arrivi agli ascensori e premi il pulsante per arrivare al quarto piano: la mensa. È qui che inizia la giornata del 95% dei Googlers (nome ufficiale di chi lavora in Google).
La colazione negli uffici Google, per scelta e varietà, non è seconda nemmeno ai resort 5 stelle. Dolce, salata, inglese, americana, internazionale… qualunque cosa tu voglia, lì la troverai, pronta e preparata per te dagli chef in cucina.
Terminata la colazione raggiungi la tua scrivania; la giornata si prospetta piuttosto tranquilla e l’ufficio è particolarmente silenzioso. C’è chi è in viaggio di lavoro, chi lavora da uno degli altri 2 uffici di Londra e chi invece ha preferito lavorare da casa. Sì perché in Google il concetto di “timbrare il cartellino” è assolutamente sconosciuto. Lavori quando vuoi, quanto vuoi e da dove vuoi: l’unica cosa che conta sono i risultati che porti.
Accendi il tuo Mac, controlli il calendario della giornata, riguardi velocemente la to-do-list della sera prima e via che si va: prima call della giornata. Raggiungi la sala riunione Griffondoro. No, non ci siamo spostati ad Hogwarts: le sale riunione in Google sono tutte tematiche, per nome e arredo. E quelle al nono piano dell’ufficio vicino a King’s Cross (la famosa stazione del binario 9 e 3/4) sono tutte intitolate ai personaggi e ai temi di Harry Potter :).
La tua call è già registrata nel pannello di controllo. Non devi far altro che cliccare sul nome del tuo meeting e sul maxi schermo di fronte a te appariranno tutti gli altri partecipanti alla riunione, da qualunque ufficio del mondo siano connessi.
E il resto della giornata?
- Hai fame? Puoi raggiungere una delle tante “micro-kitchen” sparse per l’ufficio, dove troverai snack e bevande (calde o fredde) di ogni tipo. Quella mattina non hai voglia di prepararti il tuo cappuccino? Sali all’undicesimo piano, dove c’è un bar con vista su Londra, poltrone comode su cui lavorare e dei baristi gentilissimi che ti prepareranno la bevanda che desideri. È arrivata l’ora di pranzo? Controlli sul computer il menu della giornata, così puoi scegliere in quale dei ristoranti andare a seconda del tipo di cucina che ti va quel giorno (europea, indiana, asiatica, americana… a te la scelta). Il tutto senza dover mai ricordare di portare con te il portafoglio, perché il “free food” è uno dei benefit che l’azienda offre ai suoi dipendenti.
- Sei stanca e deconcentrata? Non sei costretta a rimanere alla tua scrivania, puoi lavorare dalla libreria, dal bar, dalle micro-kitchen o da una delle tante sale riunione. Puoi anche farti un sonnellino in uno dei “power nap pods“: delle poltrone reclinabili e vibranti, che promettono di indurti in uno stato di rilassamento profondo nel tempo di 15-20 minuti (per la modica cifra di 7,000$ a poltrona, confermo che funzionano).
- Il sonnellino non ti è bastato? Puoi andare nella palestra aziendale per una corsa o una lezione quando più preferisci. Oppure puoi prenotare una sessione con un personal trainer o un massaggio al nono piano (a prezzi nettamente inferiori rispetto a quelli di mercato).
- Hai un problema tecnico con il pc, ti serve uno schermo aggiuntivo, un cavo o un adattatore per un viaggio imminente? Scrivi all’ufficio TechStop o raggiungi l’area dedicata e qualcuno ti aiuterà a risolvere il problema.
- Hai bisogno di ispirazione? Controlla se quel giorno in ufficio si tiene la presentazione di un libro, oppure l’incontro con un dirigente in uno dei tanti Talks at Google di quel mese.
Potrei continuare per diversi paragrafi ad elencarti tutti i benefit del lavorare per Google, ma credo tu abbia colto il punto. Intendiamoci, questo è il racconto di una giornata ideale. Per una giornata del genere, ce ne sono tante altre in cui a malapena riesci a sollevare la testa dal pc fra una riunione ed un’altra.
Però l’ambiente è proprio quello. Un contesto in cui l’unica cosa di cui ti devi preoccupare è di performare al tuo massimo, di occuparti del tuo lavoro mentre l’azienda si occupa di tutto il resto.
Tutto questo collaborando fianco a fianco con alcune delle persone più brillanti e in gamba che tu abbia conosciuto, mentre senti di stare contribuendo a qualcosa di decisamente più grande di te. Sei infatti in prima fila ad ammirare i cambiamenti tecnologici che stanno cambiando e cambieranno sempre più il nostro modo di stare al mondo.
Ti sembra “troppo bello per essere vero”? Non lo è. Ma è di certo bello abbastanza da renderti l’accesso a questo “club” decisamente molto, molto difficile.
Cosa serve per lavorare in Google?
L’azienda riceve ogni anno circa 1 milione di candidature e solamente 1 persona ogni 130 riesce alla fine a lavorare in Google. Il processo di selezione è lungo e piuttosto sfidante (per non dire stressante).
Ti dico solo questo: l’impegno e il tempo che ho dedicato alla preparazione dei miei colloqui per entrare in Google lo paragono spesso a quello che serve per preparare un esame universitario di almeno 6 crediti.
In cosa consiste il processo di selezione? Si tratta in genere di 5 colloqui con 5 diversi manager e directors (dirigenti). Ognuno di questi valuta ciascun candidato su una scala da 1 a 3 e su 4 diverse aree:
- Role related knowledge: ovvero le conoscenze e competenze specifiche richieste per un dato ruolo. Va da sé che per lavorare in Google devi dimostrare di essere un assoluto numero 1 in quell’ambito o, come dicono in inglese, un “top performer” o “high achiever“. Ma non basta: chi lavora in Google deve dimostrare anche una certa versatilità a 360°. Essere una persona “well-rounded”; con interessi, passioni e attitudini che spazino e vadano al di là del solo lavoro.
- Leadership: si tratta della capacità di fare le domande giuste, di saper prendere decisioni in maniera autonoma, di saper risolvere un problema inaspettato quando emerge, o anche di riconoscere quando è il caso di non intervenire in una certa situazione. Non è necessario aver ricoperto ruoli di leadership in precedenza, occorre però dimostrare di possedere quel tratto caratteriale e di averlo dimostrato già in passato in contesti e situazioni fra le più disparate. Questo è il momento del colloquio in cui rimpiangerai di non aver fatto gli scout 😉
- General cognitive ability: per dirla in inglese, questo parametro misura la capacità dei candidati “to think on their feet“. Ovvero di saper individuare, selezionare e processare le informazioni necessarie per risolvere un dato problema e di ragionare in maniera laterale e strategica. Da qualche anno in Google hanno eliminato i test sui generis “quante palline da tennis stanno dentro un palazzo di 15 anni?“, ma la valutazione delle abilità cognitive rimane comunque un aspetto cardine.
- Googleyness: questo è forse il mio preferito 🙂 Misura il tuo livello di aderenza ai valori e alla cultura dell’azienda (fra cui collaborazione, trasparenza, umiltà, etc.). È uno degli aspetti a cui molti candidati non prestano particolare attenzione, eppure ha un peso non indifferente nella valutazione. Ed è anche ciò che rende lavorare per Google così soddisfacente ed interessante. Non che non ci sia competizione interna (tutt’altro!), ma il clima è in generale di grande rispetto, collaborazione e competizione sana. Che sia fra colleghi, fra capi e sottoposti o fra dirigenti e tirocinanti.
A questo si accompagna:
- uno screening della carriera -professionale ed accademica- piuttosto puntiglioso
- una valutazione delle competenze linguistiche, principalmente l’inglese.
Se uno solo dei 5 Googlers della commissione ritiene un candidato non idoneo, ha la facoltà di bloccarne l’assunzione.
Quando entri in Google lo fai pensando alla grande azienda per cui andrai a lavorare. Dopo un po’ di tempo invece ti senti incredibilmente grato e fortunato per le persone con cui ti ritrovi a lavorare.
Potrà suonare banale o scontato, ma sono proprio queste che rendono l’azienda quel che è. Ed è per questo che Google presta tanta attenzione al processo di selezione e cura dei propri talenti. Perché professionisti ed esseri umani dagli alti standard, saranno in grado di fornire un lavoro, dei servizi e dei prodotti all’altezza di questo brand.
5 strategie per entrare in Google
Quando ho ultimato il mio master in International Management, lavoravo ancora in Maserati. L’unica certezza che avevo era che volevo fare un’esperienza di lavoro all’estero e che per farlo sarei partita da Londra.
Peccato che…
Una settimana prima del termine del mio contratto (ah, le magnifiche tempistiche all’italiana :)) mi fecero sapere che avevano trovato il budget per estendere il mio contratto. Poteva sembrare una bella notizia, invece non lo era.
Cosa dovevo fare?! Lasciare il mio lavoro lì sui due piedi per fare un salto nel vuoto trasferendomi a Londra? Oppure aspettare, continuare a lavorare lì dov’ero e intanto iniziare a cercare lavoro dall’Italia?
Ho deciso di raccontarti la mia decisione, i passi che feci e le strategie che attuai per lavorare per Google in una serie di 5 email. Il percorso è totalmente gratuito ed è un modo per condividere le mie esperienze e lezioni con chi vorrà iscriversi alla newsletter di DonnaInCarriera. Ti interessa?
In particolare ti mostrerò come:
- Trovare e restare sulla strada davvero giusta per te (con 1 sola domanda e 10 risposte)
- Affrontare la ricerca lavoro con un approccio quasi “scientifico” e anti-ansia
- Usare al meglio quello strumento chiamato curriculum
- Aumentare le tue chance di assunzione con la tecnica del salta-fila
- Fare le scelte più giuste e strategiche per la tua carriera
Magari di entrare in una multinazionale non te ne può importar di meno. Sono però certa che le best practice che ho acquisito per riuscire a lavorare per Google, potranno essere utilissime anche a te per qualunque obiettivo professionale tu abbia in mente al momento.
Se vuoi iscriverti alla newsletter e ricevere questo percorso in 5 passi e i contenuti esclusivi dedicati agli iscritti, compila il form qui sotto.
Ci rileggiamo presto nella tua email 🙂
Davide Manocchia dice
È vero che è possibile visitare gli uffici di Google a Londra?
Arli dice
Ciao Davide, piacere. Sì, è possibile visitare gli uffici se si è ospiti di qualcuno che lavora lì. L’accesso non è “pubblico”. A presto.
Giovanna dice
Ciao Arli, grazie per aver condiviso la tua esperienza.
Tra le tue colleghe o ex colleghe, quante hanno fatto carriera pur avendo figli piccoli?
Arli dice
Ciao Giovanna, è un piacere e grazie del tuo commento.
Le colleghe mamme che conosco qui a Londra hanno tutte fatto delle ottime carriere. Non credo però che si tratti di un campione rappresentativo di tutte le donne che cercano di conciliare figli e carriera qui a Londra (città molto costosa e competitiva). Molto poi dipende anche da quello che tu intendi con il “fare carriera”. Qual è l’immagine di donna e percorso che associ a questa definizione?
Giulia dice
Ciao, mi piacerebbe molto ricevere il percorso il 5 passi con le tue strategie per lavorare il google.
Grazie,
ciao
Arli dice
Ciao Giulia, trovi il link alla fine dell’articolo e anche qui.
Scrivimi pure se dovessi avere problemi o inghippi nel ricevere le email.
Arli.
Federica dice
Ciao! Secondo te con una laurea in Comunicazione e seguente magistrale è possibile entrare in Google? Ti prendono in considerazione?
Arli dice
Ciao Federica, non è certo da escludere, ma i fattori determinanti sono molteplici.
Ti invito a iscriverti alla sequenza di 5 email in cui racconto un po’ della mia esperienza; se dovessi avere ancora dubbi una volta conclusa, scrivimi pure.
Arli.