Se ultimamente ti sei ripetuta le fatidiche parole “voglio cambiare lavoro”, non tergiversare oltre. Parti da questa singola azione per dare avvio al cambiamento.
Già in passato ho condiviso un metodo passo passo da utilizzare se hai deciso che ne hai abbastanza del tuo attuale lavoro.
Eppure lo so. Muovere i primi passi oltre quella comfort zone lavorativa che conosciamo e ci è familiare, può essere estremamente difficile. Anche se le cose in quel lavoro non vanno come vorremmo.
Oggi voglio renderti le cose ancora più semplici partendo da una singola azione che puoi compiere oggi stesso per iniziare.
Prima lasci che ti spieghi perché questa azione è tanto importante.
Voglio cambiare lavoro… ma mi sento in gabbia
Ci sono alcune scene del film Titanic che ci hanno fatto battere il cuore in maniera particolare.
Penso alla scena di Jack e Rose nella carrozza parcheggiata nella stiva della nave. O quella in cui lui le fa un disegno mentre lei è morbidamente sdraiata su una dormeuse indossando solamente un rarissimo diamante blu. O ancora, a naufragio avvenuto, quella in cui lui rinuncia a salire sulla trave su cui lei è appoggiata, consegnandosi così alla morte per ipotermia.
Avvenimento che ci ha lasciato per sempre con una domanda irrisolta nel cuore e sulle labbra: Perché, Rose, perché?
Perché diamine non hai fatto un po’ di spazio anche per Jack su quella trave?
Oltre a queste, però, c’è una scena particolarmente carica di tensione e un profondo senso di ingiustizia verso la fine del film. Quella in cui i passeggeri della terza classe vengono relegati in fondo alla nave che già inizia ad imbarcare acqua, chiusi a chiave dietro a delle inferriate col rischio di fare la proverbiale fine dei topi. Tutto questo per permettere ai passeggeri della prima classe di imbarcarsi comodamente e senza disagi nelle scialuppe di salvataggio.
Ecco, quando parlo con lettrici molto insoddisfatte del proprio lavoro che però non aggiornano il proprio CV da mesi e mesi, mi tornano in mente proprio quelle scene lì.
L’unica differenza: non c’è nessuno che ci costringe a rimanere bloccati in una nave che affonda.
A volte però va così. Riusciamo al contempo ad essere sia le prigioniere che le carceriere di noi stesse, delle nostre carriere e del nostro percorso di vita.
Per questo nell’articolo di oggi voglio darti tre motivi per trattare l’aggiornamento del CV come una priorità e con maggiore “senso di urgenza”.
Soprattutto se senti che è decisamente arrivato il momento di cambiare lavoro, questo è il primissimo passo da cui partire. Fosse anche solo per dare un primo e importante segnale a te stessa.
1. Porta sempre con te le chiavi della tua libertà
L’azienda che va male… La competizione che diventa più feroce… Ristrutturazioni e riorganizzazioni interne del personale… Un capo che va via e un altro che subentra… Mosse politiche… Ingiustizie e mancanza di meritocrazia a livello di assunzioni, promozioni e aumenti… Non serve continuare, no?
Le ragioni per cui le tue condizioni lavorative possono cambiare dall’oggi al domani sono molteplici. Spesso e (mal)volentieri non dipenderanno nemmeno da te.
Che cosa vuoi fare in quei casi? Ingoiare il rospo, tollerare e sopportare mentre le cose peggiorano per mancanza di alternative? E questo perché non ti sei lasciata dei fondi/risparmi di emergenza per poterlo fare? Perché non ti sei creata un piano B? Perché il tuo CV non è aggiornato e di fatto nemmeno le tue esperienze e competenze?
Ci sono diversi elementi che ti danno accesso a quelle chiavi. L’indipendenza economica, ad esempio, è un obiettivo su cui puoi iniziare a lavorare ma che richiede un impegno a medio termine. Per fortuna, il tuo curriculum è invece qualcosa su cui puoi iniziare a lavorare immediatamente. E può rappresentare un biglietto per accedere ad un nuovo lavoro in cui le gratificazioni economiche sono maggiori.
Ed ecco che questo ci porta direttamente alla seconda ragione per cui dovresti aggiornare il tuo curriculum con regolarità se vuoi cambiare lavoro (o anche se non vuoi cambiarlo).
2. Fai il punto su dove ti trovi
C’è una forza che spesso ci trattiene dall’ottenere i successi e i risultati che desideriamo ed è la forza d’inerzia. Diventiamo mere esecutrici di sogni ed idee altrui. Ci ritroviamo a fare le cose come le abbiamo sempre fatte o, peggio, come sono sempre state fatte. Senza particolare senso critico, creatività o spirito d’iniziativa.
In questo stato passivo e letargico, alcune persone passano interi mesi e persino anni della propria carriera.
Ma lascia che te lo dica: se passi così 8-9 ore al giorno per 5 giorni alla settimana, come puoi aspettarti di raggiungere obiettivi che richiedono una strategia e un impegno deliberato? E come puoi vivere la tua al massimo del tuo brio e brillantezza, quando gran parte della giornata la passi in un ambiente in cui ti accontenti di essere una versione appannata di te stessa?
Ecco cosa puoi fare per contrastare la forza d’inerzia in ambito lavorativo. Prendi un impegno solenne con te stessa e segnalo nel calendario (io uso Google Calendar, così da ricevere una notifica quando è il momento).
Ogni 6 mesi, guarda il tuo curriculum come se fossi un’osservatrice esterna e fatti delle domande:
- Quali esperienze hai aggiunto alla tua carriera in quest’ultimo periodo?
- Ci sono delle competenze nuove o particolari che hai acquisito?
- Quali nuove conoscenze hai fatto che ti permetteranno di ampliare il tuo network e il raggio delle tue opportunità?
- Ti piace ancora quello che stai facendo?
- Se la risposta è no, quali sono le cose che non ti piacciono e come puoi fare in modo di occupartene di meno?
Se il bilancio che ne viene fuori è desolante, inizia a pensare a quali azioni correttive puoi adottare nei prossimi 6 mesi per cambiare la rotta. Sii propositiva, non reattiva.
A maggior ragione se hai deciso che è ora di cambiare lavoro, iniziare a lavorare su questi aspetti ti darà una marcia e una consapevolezza in più quando ti rimetterai sul mercato del lavoro.
E questo ci porta al terzo e ultimo punto.
3. Capisci dove vuoi andare (e ragiona sul passo successivo)
Una volta che inizerai ad aggiornare il tuo CV con regolarità, ti accorgerai di come il tuo quadro professionale muti e cambi continuamente forma. Se non lo fai con regolarità, come abbiamo visto, rischi di perdere di vista il “quadro complessivo”.
Non solo. Rischi anche di farti portare a largo, in una direzione totalmente contraria a quella cui ambisci. Perché come dice il buon vecchio Seneca:
Nessun vento è favorevole al marinaio che non sa dove andare.
Usa l’appuntamento semestrale con il tuo curriculum come una mappa. Per capire non solo dove sei arrivata e dove ti trovi, ma anche dove vuoi arrivare da quel punto.
Una carriera intelligente (a cui corrisponde una vita soddisfacente e appagante) non puoi progettarla a tavolino, ma questo non vuol dire che si possa evitare del tutto una pianificazione di base.
I piani cambieranno ed evolveranno con i venti, le correnti e gli imprevisti, come in ogni navigazione. Non per questo puoi però prescindere dal fissare la tua meta e delineare la tua rotta.
Come negli scacchi, pensa sempre a qual è il tuo obiettivo nella vita (qual è la tua personale definizione di “vittoria?”). E poi pensa a ritroso ai passi che devi effettuare per arrivarci.
A livello di carriera, questo significa programmare non solo la prossima mossa, ma anche quella successiva.
Il tuo curriculum è la scacchiera perfetta su cui allenare il tuo pensiero strategico.
Nelle Orationes, Catone scrisse questa massima: “Rem tene, verba sequentur“. Abbi chiaro il concetto e le parole seguiranno.
Chiarezza. Chiarezza è la parola chiave per essere certa di non farti scombussolare dagli eventi della vita. La ottieni continuando a viaggiare, ma ogni tanto anche fermandoti e ricalibrando la rotta.
Non c’è rischio maggiore nella vita che fare i colpi di sole lasciarsi vincere dall’inerzia.
Perciò scegli, non farti scegliere dal corso degli eventi.
Avanti tutta!
Arli.
P.s. Un’altra scena del Titanic che non capirò mai è quella in cui Rose getta il brilloccco blu nell’oceano alla fine del film. Capisco il significato più profondo del gesto, ma che caspita! 😉
Mara Migliazza dice
“Porta sempre con te le chiavi della tua libertà” è un’affermazione molto interessante che mi porta però, come per tutto l’articolo, ad una domanda.
Partendo dal presupposto che in Italia la maggior parte delle aziende è composta da piccole e medie realtà, come è possibile far porre l’attenzione a quelle soft skill che possono fare la differenza, contando che spesso tali argomenti fanno parte di realtà più grandi? E come è possibile, nel caso in cui superati i 35 anni si è investito poco su se stessi o non si è pianificato attentamente (e stupidamente aggiungerei) il proprio percorso a riuscire davvero a possedere le chiavi?
Insomma se non si ha un percorso ad alto livello (come il tuo, che he ammiro moltissimo edi cui ti faccio I complimenti) come si fa ad essere liberi?
Arli dice
Ciao Mara,
ti ringrazio dell’apprezzamento, ma se ci pensi nemmeno io avevo un percorso di alto livello all’inizio. E in un mercato iper-competitivo come quello di Londra tutto sommato sono appena al di sopra della media, per i ruoli che potrebbero interessarmi.
Credo che le risposte alle tue due domande siano queste:
– Farsi apprezzare all’interno di un’azienda per le qualità che queste aziende ricercano e trovare quelle che sono allineate ai nostri valori e competenze (richiede un po’ di lavoro e pianificazione, ma è più che fattibile).
– Non pensare che sia mai troppo tardi per iniziare quell’investimento su se stessi e pianificazione di cui giustamente parli. Magari a 35 anni ti biasimi per non averlo fatto a 25. Ma pensa alla te stessa di 45 anni e domandati che cosa puoi fare perché quella persona (tu) non si ritrovi fra 10 anni a fare lo stesso ragionamento.
Ho risposto alla tua email privatamente riguardo la terza domanda 🙂
A presto,
Arli.