Come fare carriera nel marketing: alcuni consigli di chi ci è riuscita alla grande, Bozoma Saint John, nuova CMO di Netflix.
Se non hai ancora letto la storia e il percorso professionale di Bozoma Saint John, fermati qui e corri a leggere l’articolo in cui ne parliamo. La sua storia, sia a livello professionale che personale, è ricca di ispirazione e lezioni.
Se invece già la conosci, oggi parliamo dei consigli insoliti per fare carriera nel marketing (e non solo) di questa donna forte e coraggiosa.
1. Fare carriera nel marketing: una questione di intuito ed emozioni
Nel suo lavoro di CMO, per Bozoma non è tanto la specifica azienda o prodotto a contare, quanto piuttosto la capacità di comprendere a fondo i propri consumatori e connettersi con loro a livello di emozioni.
Dati, strategie, tattiche… sono tutte cose importanti per fare carriera nel marketing e muovere business e persone in un certa direzione. Prima ancora, però, occorre saper smuovere le emozioni di quelle persone.
Il suo consiglio, per riuscirci, è quello di tornare al proprio intuito, ciò che lei considera essere il suo più grande dono. Così tanto da ritenerlo oggi una pietra miliare della sua carriera.
Bozoma racconta che quando è eccitata per un’idea creativa, la sua voce sale e diventa squillante. È così che esprime se stessa. E vuole farlo senza pensare di doversi calmare, pensare a quali parole usare, o se risulta inopportuna o fastidiosa per qualcuno alzando la voce.
Perché un buon storytelling, che si tratti di una campagna marketing o del posizionamento di un prodotto, richiede che si mettano in gioco emozioni forti, che si lasci spazio alla propria creatività ed immaginazione.
“So come far sentire le persone in un certo modo; le guido usando il cuore e l’istinto. E non c’è altro modo, per me, se non quello di metterci tutte le mie emozioni. Io non lavoro nel tech, lavoro nell’ambito delle emozioni. E sono certa che se fossimo tutti più aperti riguardo quello che sentiamo, vivremmo in una società molto più empatica”
Il consiglio per te: Osserva di cosa parlano le persone, capta di cosa stanno reagendo a livello emozionale rispetto a quello che accade nella società. Il marketing, in fondo, è l’arte di prestare attenzione – attentamente e sistematicamente.
2. Non si costruisce un brand tagliando fuori la propria storia
Secondo Bozoma, quando sei CMO o stai facendo carriera nel marketing, sei spesso invitata a guardare al mondo in modo piatto, osservandolo dalla prospettiva di dati e numeri. Il suo modo di guidare un’azienda è invece quello di mixare tutto insieme, sfera personale e professionale.
A volte crediamo che gli interessi che abbiamo al di fuori del lavoro non siano rilevanti, che vadano lasciati fuori dalla porta dell’ufficio o dal colloquio per un certo ruolo. Invece possono rappresentare il nostro vero vantaggio competitivo.
Il successo di un brand, che sia il tuo personale o quello da costruire per un’azienda, non si trova da qualche parte all’esterno di te, fermo in attesa di essere trovato. Nessuno l’ha già disegnato per te. È qualcosa che crei continuamente ed attivamente.
Quando deve prendere una decisione di brand, Bozoma ci pensa come fosse una persona. Perché i brand devono essere attivi, come una storia in cui si susseguono vorticosi i vari avvenimenti. Non può permettersi di sedersi e attendere di vedere cosa accade, aspettando un’illuminazione dall’esterno.
Il consiglio per te: Quante volte al lavoro senti di indossare una maschera, di tenere nascoste parti di te? Quante volte aspetti che il permesso di dire, fare o essere in un certo modo arrivo dall’alto o dal di fuori? La tua esperienza di vita ha un valore; quando entri in una nuova azienda, non temere di portarla con te. Non sforzarti di essere chi non sei, porta al lavoro la tua parte più autentica e permetti alla tua storia di modellare la cultura che ti circonda.
3. La tua diversità è un valore, ma solo se sai valorizzarla
Ogni cosa del modo in cui si veste, si comporta e parla, testimonia quanto Bozoma sia orgogliosa delle sue origini. E i suoi outfit colorati, talvolta eccentrici, per qualcuno esagerati, non sono riservati solo ai sabato sera, ma anche al lunedì mattina con il management team delle aziende in cui lavora.
Quando a 12 anni la sua famiglia si trasferisce in Colorado, l’apertura mentale e la conoscenza del mondo dei suoi coetanei -in una Denver del 1999 ancora molto chiusa- non è nemmeno paragonabile alla sua, che aveva già vissuto in Africa e in America.
Eppure, in questo nuovo contesto lei era pur sempre “l’altra”, quella “diversa“, lontanissima dagli standard di bellezza proposti dai media. Ci mise molto ad accettarsi ed amarsi, a scoprire di essere bella a modo suo (come del resto chiunque altro…), sebbene fosse “così alta e così nera”.
Finché, ad un certo punto, non trova il modo di affermarsi da sola. Pian piano smette di ascoltare le parole di chi vuole depotenziarla. Ogni mattina, ogni sera, ogni volta che ne sente il bisogno, si ripete “I’m the greatest”. Sono la migliore.
E per lei che si è sempre sentita diversa, aspetti che a volte vengono ritenuti superficiali -come le scelte di vestiario, di trucco o parrucco- iniziano a sortire un effetto psicologico rafforzativo.
Se dev’essere diversa, allora lo sarà fino in fondo. E con orgoglio.
Si abitua a sostituire la voce esterna del mondo con la propria. Un esercizio che richiede tempo e pratica, ma che alla lunga ripaga chi lo fa.
“Se mi stai dicendo che devo lisciarmi i capelli, mettere un completo grigio o non mettermi lo smalto, mi stai dicendo che io non appartengo a questo spazio. Mi stai dicendo che devo essere te. Ma questo corpo, questi capelli, questo rossetto, sono il mio spazio. Sono gli altri che devono abituarsi a me. Quando sei diversa cerchi ogni opportunità di essere uguale agli altri. Ma tu sei già tutto ciò che devi essere. Lo sei. È tutto già dentro di te. Non guardare all’esterno, non guardarti attorno cercando di emulare gli altri, non rincorrere un ideale che non ti assomiglia. È la luce che brilla nella notte ad indicare la strada. E io voglio continuare a brillare, perché mi sento una stella 😉”
Il consiglio per te: se pensi, ti vesti e ragioni come tutti gli altri, sarai uguale a tutti gli altri. Quali aspetti del tuo vissuto, del tuo percorso e dei tuoi interessi ti rendono diversa dagli altri? Scoprili, indagali e non avere paura di valorizzarli e portarli nel tuo lavoro. Ricorda: “Non c’è nulla di illuminato nello sminuire se stessi affinché gli altri non si sentano insicuri attorno a noi”.
4. Stabilisci connessioni autentiche
- Con i colleghi: se oggi da CMO Bozoma può chiamare altri C-level in grandi aziende, è perché negli anni hanno lavorato insieme in trincea. A suo avviso, le connessioni che stabilisci cone i colleghi di tuo grado sono ancora più importanti di quelle con i tuoi superiori. Perché salite insieme verso la cima e alla fine ti ritrovi con amici e alleati che saranno sempre accanto a te.
- Con i capi: abbi conversazioni aperte e dirette. Non lamentarti, perché non ti porterà da nessuna parte, arriva piuttosto sempre con delle soluzioni in mano. Mi è piaciuta molto la formula in tre passi che lei usa in questi casi: “1) Questa è la situazione e ciò che sta accadendo. 2) Questo è ciò di cui ho bisogno e 3) questo è come agirò”.
Per concludere l’ambito relazioni, altri due consigli di cui sono certa beneficeremmo tutti, se solo avessimo il coraggio di applicarli:
- Crea spazio per relazioni autentiche. Non startene nel tuo ufficio a leggere report. Esci, intavola conversazioni aperte, chiedi alle persone cosa hanno fatto la sera prima, a cosa sono interessate, sii parte della cultura. Bozoma si spinge anche a suggerire di avere conversazioni scomode, che tocchino quei temi di cui in genere si consiglia di non parlare. E di farlo proprio con quelle persone che non sono d’accordo con noi. Politica, gender gap, diversity… tutti temi di cui tutti parlano nei loro ristretti gruppi di amici, ma per cui nessuno fa niente.
- Supporta gli altri. Usa le tue parole per affermare le altre persone. Le parole possono essere regali; parla positivamente di altre donne e colleghe. Usarla per fare brillare gli altri non renderà la tua luce meno brillante. Non solo; farlo per gli altri ti darà più sicurezza per farlo anche per te stessa. È un’energia che prima o poi ritorna indietro con gli interessi.
Il consiglio per te: essere più aperti nel mondo del lavoro richiede coraggio e vulnerabilità. Scegli bene con chi aprirti, ma provaci. Non si cambia una cultura aziendale da un giorno se all’altro. Ma se tutti fingono e tutti si sentono soli, tu puoi dare inizio al cambiamento. E se tu cominci e un collega ti segue, sarete già in due. E sarete già meno soli.
5. Fai contare ogni giorno, perché ogni giorno conta
Nel 2013, nel giro di pochi mesi una rara forma di cancro porta via il marito di Bozoma, il quale solo quattro giorni dopo avrebbe compiuto 44 anni. Bozoma rimane sola, con una figlia di soli quattro anni. Nello stesso periodo, anche la madre stava affrontando un cancro. La situazione sembrava impossibile da gestire.
Dopo la morte del marito decide che è tempo di cambiare scena e ricominciare da capo, si trasferisce così a Los Angeles per lavorare in Apple.
Come spesso accade a chi vive un trauma così forte, comprende ancor di più che ogni giorno conta.
Inizia a vivere con un senso d’urgenza. Non vuole stravolgere interamente la sua vita, ma vuole prendere più rischi e cambiare ciò che a suo avviso necessita di un cambiamento.
Uno dei messaggi che cerca di trasmettere alla figlia Leila, che oggi di anni ne ha undici, è proprio questo:
È possibile fare tantissime cose nella propria vita, ma non sempre la strada per arrivarci sarà una linea retta.
Se qualcosa non va, non ti nascondi. Ti alzi e provi qualcos’altro. O forse provi la stessa cosa, da capo e di nuovo, finché non trovi il piano giusto per farla funzionare.
Ancora una volta, vita privata e professionale si mischiano. Perché la tempra e il coraggio che Bozoma ha forgiato nella vita privata le porta con sé anche al lavoro. E la forza e la sicurezza che le dà il suo lavoro è qualcosa che porta con sé anche nella vita privata (te lo ricordi il braccialetto il talento?).
“Ti immagini la tua vita in un certo modo, ma tutto può cambiare dall’oggi al domani. Continua ad a camminare. Continua ad impegnarti. Fai quello che a volte sembra impossibile. Trova il modo anche se sembra non ce ne sia uno. Trovi le risposte anche lì dove sembra che non n esistano”
Il consiglio per te (direttamente da Bozoma): Cerchiamo sempre di predire cosa accadrà in 6 mesi o 1 anno. Ma la chiave è prestare attenzione al presente. Cosa sta succedendo ORA? Alza la mano e senti il vento. Rimani fermo per qualche secondo. Trova la calma. Quando le cose diventano difficili, quando la situazione sembra impossibile, questo è un bellissimo consiglio da tenere a mente. Che sia nel lavoro o nella vita privata; come abbiamo imparato alla fine di questo articolo, a volte la differenza fra le due cose è davvero breve.
Un consiglio extra: negoziazione e personal brand
Come ultimo consiglio ne ho conservato uno che riguarda la negoziazione. Anche su questo, la posizione di Bozoma è insolita e in un certo senso alquanto… estrema.
Ne parliamo nel nostro gruppo facebook; ti aspetto per discuterne insieme.
Nel frattempo, mi auguro che la storia di Bozoma Saint John ti abbia ispirata tanto quanto lo ha fatto con me. Se non vuoi perderti i prossimi articoli di Donna In Carriera, ricordati di iscriverti alla newsletter.
Grazie di avermi letta sin qui. Arli.
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