Saper farsi sentire è indispensabile sia nel lavoro che nella vita. Scopri e usa la tua voce per far valere le tue opinioni e conquistare il tuo posto nel mondo.
Credo che succeda un po’ a tutti.
Può essere una battuta che non ci è piaciuta, ma per cui ci siamo limitate ad abbozzare un sorriso.
Può essere un atteggiamento prevaricatore nei nostri confronti o di qualcun altro, a cui però non abbiamo trovato il coraggio di replicare.
Un commento che ci ha spiazzate e lasciate ammutolite, salvo poi pensare per ore intere a tutte le risposte taglienti, brillanti e incisive che avremmo potuto o dovuto dare.
Arriva un’onda/ Destinata a cancellarmi / Una marea che mi sta sommergendo / Inghiottita nella sabbia / Lasciata senza niente da dire / La mia voce è soffocata nel tuono…
In tutti questi casi, perdiamo uno dei poteri più importanti che abbiamo: quello di far sentire la nostra voce.
La voce, a dispetto della definizione che ne dà Wikipedia, non è solo “un suono articolato tramite le corde vocali“.
La tua voce è il tuo megafono, lo strumento attraverso cui puoi trasmettere al mondo le tue idee e le tue emozioni.
È un diritto che altre donne prima di noi hanno lottato per ottenere. È il grido con cui veniamo al mondo e attraverso cui segnaliamo la nostra presenza, la nostra esistenza.
La tua voce dà parola alla tua mente e al tuo cuore. Conferisce potere alla tua volontà.
Parla forte e chiaro anche quando la tua voce trema.
(Mai più) senza parole
Scritte nella pietra / Tutte le regole e le chiacchiere / Di secoli vecchi e rigidi / “Resta al tuo posto” / “È meglio se te ne stai zitta e in silenzio” / Ma adesso questa storia sta per finire…
Qualche settimana fa sono stata al cinema a vedere Aladdin, il nuovo film Disney ispirato al celebre cartone.
Ancora una volta Disney ha saputo ricreare la sua magia. Ho trovato il film magnifico e un punto in particolare estremamente ispirante.
È quello in cui Jasmine, principessa giovane e moderna, sceglie di rompere le regole e il silenzio. In cui rifiuta il ruolo di principessa docile e silente a cui è stata relegata, si divincola da regole e dettami e decide finalmente di farsi sentire.
Il testo della canzone, Speechless (tradotto come “La mia voce” in italiano) è davvero potente. È una chiamata alle armi, un invito fermo ad usare la nostra voce e a far sentire le nostre opinioni.
Il giorno dopo avere visto il film, casualmente (o forse no) mi è capitato di trovare un concetto molto simile in un libro che noi tutti dovremmo leggere.
Metà del cielo
“Lasciate entrare la tempesta / Non posso essere spezzata / Provate a rinchiudermi in questa gabbia / Non mi abbandonerò e morirò / Respirerò quando proveranno a soffocarmi / Non sottovalutatemi / Non mi vedrete tremare quando ci proverete…”
Half the Sky è il libro che parla della condizione femminile in alcuni paesi del mondo meno fortunati (tanto per usare un eufemismo). Il titolo italiano è “Metà del cielo. L’oppressione delle donne è la piaga del nostro secolo e la loro liberazione può cambiare il mondo“. Metà del cielo è un riferimento al proverbio cinese “Le donne sostengono l’altra metà del cielo“.
Su Amazon US, questo libro ha più di mille recensioni con una valutazione media di 4.7 su 5.
Vengono trattati temi come la schiavitù (che sì, esiste ancora), la tratta umana, la prostituzione forzata, stupri di gruppo utilizzati come armi di guerra, pratiche disumane come l’infibulazione, la lapidazione, l’uccisione tramite acido o dando fuoco a donne vive mentre portano ancora in grembo figlie cui è impedito di nascere.
Qui mi fermo, tralasciando altri fatti e racconti di una disumanità orripilante.
In estrema sintesi, il libro racconta delle tante ingiustizie, soprusi e persino persecuzioni che tante donne subiscono in molte parti del mondo. Informa e risveglia le coscienze su temi dolorosi, ma che non possiamo permetterci di ignorare, perché sono un’offesa a noi tutte e tutti come esseri umani.
Il terzo capitolo del libro si apre proprio con un invito alle donne a parlare ed alzare la propria voce. Te ne riporto qui l’incipit.
L’importanza di imparare a farsi sentire
“Una delle ragioni per cui così tante donne e ragazze vengono rapite, trafficate, violentate e abusate è che stringono i denti e sopportano. Una stoica docilità -e in particolare l’accettazione di ogni decreto che arrivi da un uomo- è conficcata nelle ragazze di gran parte del mondo dal momento in cui nascono. Molto spesso fanno quello per cui sono state istruite, anche quando le istruzioni sono di sorridere mentre si viene stuprate venti volte al giorno.
Non diciamo certo questo per colpevolizzare le vittime. Ci sono ragioni sia di ordine pratico che culturale che portano le donne ad accettare gli abusi invece che ribellarsi e rischiare di essere uccise. Ma la verità è che, finché le donne “permettono” di essere prostituite e picchiate, gli abusi continueranno.
Se più ragazze iniziassero a gridare e protestare, quando riescono a fuggire dai bordelli, il business del traffico sessuale ne sarebbe indebolito. I trafficanti lo sanno ed è per questo che le loro prede sono generalmente ragazze accomodanti e non acculturate, perché e più facile che obbediscano agli ordini e si rassegnino al proprio destino.
Come disse Martin Luther King Jr. durante la lotta per i diritti civili in America: “Dobbiamo raddrizzare le nostre schiene e lottare per la nostra libertà. Una persona non può piegarti, a meno che la tua schiena non sia piegata”.
Certo, si tratta di un tema delicato, ed è pericoloso che supporter stranieri creino troppa pressione sulle ragazze locali ad assumersi rischi. Ma è altrettanto essenziale aiutare le giovani donne a trovare la propria voce.
L’educazione e l’empowerment possono dimostrare loro che la “femminilità” non equivale a necessariamente a “docilità” e possono nutrirne l’assertività, cosicché ragazze e donne possano difendersi da sole.
Il libro è disseminato di storie oltre il limite dell’umano dolore. Per fortuna, però, ce ne sono anche tante di donne incredibilmente forti, che hanno saputo trovare il proprio riscatto partendo proprio da lì: dal farsi sentire a gran voce.
Anche in situazioni di estremo orrore, di pericolo per sé e per i propri figli.
Se queste donne lo hanno fatto in contesti tanto difficili, che scusa abbiamo noi per non farlo nella nostra vita di tutta i giorni? Se sentire le loro storie ci fa rabbrividire mentre le leggiamo, come possiamo sottrarci all’imperativo di diventare la versione migliore di noi stesse mentre viviamo nella parte fortunata del mondo?
E magari un giorno, chissà, potremo contribuire ad un mondo in cui quelle donne non debbano più patire queste enormi sofferenze.
Succedono due cose quando arrivi al successo. Puoi pagare le tue bollette e hai finalmente una voce. E quando hai una voce, è tuo dovere usarla per quelle persone che non ce l’hanno – Diane Von Furstenberg
Farsi valere: comincia col far sentire la tua voce
Spero di cuore che questo incoraggiamento a farsi sentire ti inviti a non rimanere mai più “speechless”.
Mai più senza parole o senza il coraggio di pronunciarle.
Leggi le prossime frasi e soffermati su quella che ti provoca una reazione. Pensa a quale situazione è collegata e a come puoi essere più vocal* in quel contesto.
*Nota: l’aggettivo inglese “vocal”, non a caso, indica l’essere schietti e diretti nel sollevare un certo problema o argomento.
Ci sono tante occasioni in cui puoi e devi far sentire la tua voce. Ad esempio quando…
- Sei stata in silenzio per troppo tempo e hai lasciato che le voci, le opinioni e le regole altrui inquinassero le tue. Benché non siano allineate a te, ai tuoi valori e ai tuoi obiettivi.
- Vuoi avanzare una richiesta per qualcosa a cui tieni, che meriti o ti spetta.
- Un’azione o un commento va contro i tuoi principi e lede la dignità umana di chi ne è vittima.
- Il tuo contributo e la tua disponibilità vengono dati per scontati, perché da te non si è mai sentito pronunciare un no.
- Hai un’idea che vuoi condividere con il mondo, ma ti vergogni di esprimerla per il giudizio che ne può derivare.
- Hai una domanda riguardo qualcosa che non conosci, o conosci la risposta ad una domanda che è stata posta. Come dice la poesia di Martha Medeiros “Lentamente muore / chi non fa domande che non conosce, / chi non risponde / quando gli chiedono /qualcosa che conosce“.
- Dissenti con qualcuno o qualcosa e vuoi offrire un tuo punto di vista differente.
La paura ti immobilizza e ti rende afona? Fai partire quel suono da un movimento del corpo. Conta a ritroso da 3 ad 0. Concentrati solamente su quel countdown, come se da quel conteggio dipendesse la tua stessa vita. Ricorda che, in altre parti del mondo, il far sentire la propria voce è realmente un atto di coraggio da cui dipende la vita di altre donne.
Quando arrivi allo zero, senza pensarci alza la mano. Sporgiti un po’ più in avanti sul tavolo su cui seduta. Fai un passo verso la persona a cui vuoi rivolgerti. Crea un trigger che azioni la parola. Trova il tuo metodo, applicalo e col tempo diventerà quasi un automatismo.
Sai qual è la parte più bella? Più ti allenerai ad usare la tua voce in questo modo, più ti avvicinerai a scoprire la tua vera voce, che è poi l’espressione più autentica del tuo essere. Sarai in grado di comunicare te stessa in tutte le sfumature, sfaccettature e valori che possiedi e che magari non hai ancora del tutto scoperto.
Infine, tieni fede alla tua parola. Fai sì che le tue azioni riflettano quello che la tua voce promette.
Non c’è modo più efficace di vivere una vita autentica.
“Non posso iniziare a sgretolarmi / Quindi provateci pure / A zittirmi o a farmi cadere / Non sarò messa a tacere / Non potete tenermi buona / Non tremerò quando ci proverete / Tutto quello che so è che non resterò senza parole” – Jasmine
Fatti sentire.
Arli.
Valeria dice
Arli che bello questo post! Mi ha commosso perfino.
Dobbiamo essere un esempio per le donne di domani, che stanno crescendo in un mondo in cui si sta cercando di azzerare secoli di lotta femminile (femminile, non femminista 🙂 ).
Ti abbraccio!
Arli dice
Ciao Valeria,
grazie della sensibilità con cui hai letto queste parole.
Sono d’accordo e penso che questa ragione possa dare a tutte noi una bella dose di ispirazione e motivazione ulteriore.
Buona settimana e a presto,
Arli.