Se tutta ‘sta storia del “personal branding” non l’hai ancora messa a fuoco… O se al contrario vorresti darle fuoco perché la trovi troppo costruita ed artefatta, ecco tre spunti da cui partire.
Il tuo (personal) brand è quello che le persone dicono di te quando esci dalla stanza
Nella sua semplicità, questa frase attribuita a Jeff Bezos, fondatore di Amazon, racchiude bene la questione. Ponendo l’accento su due aspetti fondamentali:
1️⃣ Il tuo personal brand (la tua reputazione) non è qualcosa che tu “controlli”
Pensa a quando condividi un’osservazione, post o commento. Una volta che lo offri agli altri, in una certa misura smette di essere “tuo” ed entra nel campo di come lo accolgono e interpretano loro (…secondo i propri filtri, storie ed esperienze).
Questo dovrebbe svuotare il campo dal primo grosso fraintendimento sul tema: se portata avanti con integrità e onestà, l’attività di personal branding non può, per definizione, diventare strumento di controllo o manipolazione.
Perché è qualcosa che dipende da te solo per metà, ma una metà parecchio importante.
Al contempo, infatti…
2️⃣ L’attività di personal branding aiuta TE a mettere in luce i tuoi punti di forza.
Hai presente quelle frasi che si sentono rivolgere a volte le donne dal passante che “ce sta a provà“? Quelle tipo:
- “Sei fidanzata? Tranquilla, io non sono geloso” (🥴)
- Oppure: “Ti hanno mai detto quanto sei bella?” (Wow, no, in XX anni di vita tu sei il primo; grazie di avermi aperto le porte di questa nuova consapevolezza)
Ecco, tu non hai il potere di manipolare la percezione altrui (e meno male).
Hai però quello di guardarti.
Di valutarti e sceglierti da sola.
Senza aspettare che arrivi qualcuno dall’esterno a dirti quanto sei bella o brava.
Hai il potere di costruirti, un pezzo e un passo alla volta.
- Di scegliere, con cura e amore, le parti di te che vuoi nutrire.
- Quelle su cui vuoi lavorare e investire.
- E infine quelle che vuoi mostrare, condividere e promuovere.
Quelle stesse parti che alla lunga finiranno con l’attirare verso di te le persone, lavori e opportunità a te più allineate.
Personal branding: un esempio per iniziare
Quella che vedi in foto, nel completo rosa, è Izy. La mia trainer preferita qui a Londra da quando il 31 ottobre del 2022 sono stata per la prima volta nella sua palestra. Ricordo ancora la scena: vedendo le sue braccia snelle ma super toniche (esteticamente il risultato che piace a me), ho pensato: “Ok, qualunque cosa facciano qui dentro, se questo è il risultato io farò quello che fa lei” 😀
Effetto Harry ti presento Sally (“prendo quello che ha preso lei“)
Izy ha 32 anni, è co-founder della palestra e di un’app di fitness insieme al marito e alcuni amici. Un gruppo di ragazzi giovani, imprenditoriali e determinati a creare una bella realtà con impegno e divertimento.
Londra è molto competitiva nell’ambito fitness e il livello dell’offerta è molto alto e variegato. Eppure, io sono completamente “dipendente” dalle lezioni di Izy. Come mai?
Perché è una persona che nel suo lavoro si comunica e agisce con un posizionamento chiaro. Allineato. Distintivo.
Che sicuramente allontana certe persone.
Ma ne attrae anche tante altre, che in quel suo modo di essere e fare si ritrovano molto (me inclusa).
Ed ecco qui la prima regola del personal branding:
Tu non sei per tutti.
E non c’è cosa migliore di questa.
Come si suol dire nel mondo del marketing:
Se provi ad essere giusta per tutti, alla fine finisci con l’essere giusta per nessuno
E questo vale tanto nel lavoro quanto nelle relazioni e in tutte le opportunità che la vita ti mette davanti.
Volendo fare un reverse-engineering dei tratti di Izy che mi hanno reso una potenziale cliente a vita, oggi voglio sottolinearne 3 su cui puoi riflettere anche per il tuo percorso professionale.
1️⃣ Ha un metodo
I workout alla base del suo metodo e della sua palestra sono di tipo strength-based. Ovvero basati sugli allenamenti di forza e resistenza.
[Nota: Per noi donne in particolare, questa tipologia di allenamento è importantissima, visto che dopo una certa età iniziamo progressivamente a perdere tono muscolare (con ricadute negative a catena su tanti altri aspetti). Ed è qualcosa su cui personalmente sto investendo sempre più tempo, soldi ed attenzione]
Il fatto che nei suoi allenamenti proponga un metodo chiaro, mi fa intuire che dall’altra parte ho una professionista preparata. Che ha studiato ed è arrivata a creare un suo “modo di fare le cose“, testato e provato.
Qualcosa che mi fa credere di potermi fidare, staccando in parte il cervello quando entro in palestra perché mi metto in mani competenti.
✅ Lo spunto per te
Che tu sia freelance o dipendente, l’idea di crearti un tuo “metodo” è un seme che vorrei lasciarti per vedere in cosa fiorisce fra qualche tempo.
- Può essere il modo in cui tieni una riunione;
- Un tratto distintivo con cui presenti certi risultati;
- Un “know how” frutto delle tue esperienze che ha la tua firma distintiva come professionista.
Ti viene in mente qualcosa? Se non subito, dai il compito al tuo cervello di far girare questa domanda nel background occupando lo 0,8% delle tue capacità cognitive. Le idee arriveranno… E nel tempo ti premieranno distinguendoti dagli altri.
2️⃣ Ha più che un metodo: ha un fuoco 🔥
Con la giusta formazione, tutti possono aprire una palestra. O iniziare a parlare sui social di un certo argomento. Oppure pesentarsi ad un colloquio, o di fronte ad un potenziale cliente, provando a convincerlo di essere la persona adatta per quell’opportunità.
Ma la verità è che…
La risposta giusta non la dai se non lo sei.
Non puoi convincere qualcuno di essere la risposta giusta per un certo ruolo, se non lo sei davvero a livello di competenze, allineamento valoriale, condivisione di obiettivi e visione.
Tutte queste cose esistono già, sopite e dormienti, dentro di noi. Il problema è che troppo spesso non le lasciamo emergere.
Nel caso di Izy, questo fuoco è la sua voglia di fornire a tutte le donne gli strumenti e la forza (fisica e mentale) di affrontare le sfide quotidiane della vita.
Tutti possono provare a copiare e replicare il suo metodo.
Nessuno può replicare il suo fuoco.
Nello stesso modo in cui nessuno può replicare il tuo fuoco 🔥
Perché è parte della tua storia, del tuo vissuto, fallimenti, motivazioni e vittorie…
✅ Lo spunto per te
Qual è il tuo fuoco? Cos’è che ti accende?
Se anche ora sei in una situazione in cui non lo vedi, non demordere.
- Ripensa a piccoli momenti della giornata appena passata in cui ti sei sentita in pace, energizzata o arrabbiata. Cosa stava accadendo?
- Ripensa a quello che ti piaceva fare quando eri piccola.
- Ripensa alle attività in cui ti immergi e perdi per ore.
Nascondono indizi preziosi per ritrovare la tua scintilla ✨
3️⃣ Fa… quello che è
La felicità è quando ciò che pensi, ciò che dici e ciò che fai sono in armonia – Gandhi
Io sono piuttosto certa che ad alcune persone lo stile di Izy possa non piacere. Ma almeno uno stile ce l’ha! E gli attributi che creano il suo brand personale sono molto costanti nel tempo. Ad esempio:
- Gran parte dei suoi workout di gruppo da 50 minuti hanno, come base, musica anni ’90 e inizi 2000 (pensa Britney, Destiny’s Child, Black Eyed Peas e similari).
- Il suo modo di parlare e incitare include frasi tipo: “Questo workout è schifosamente difficile, quindi fantastico”. Oppure: “Non correte, questo movimento dev’essere slow and sexy” 😀
Questo è -come si direbbe nel marketing- il suo tone of voice (tono di voce). E funziona perché è suo fino in fondo e non si fa remore nel mostrarsi esattamente per come è.
✅ Lo spunto per te
Quanto ti concedi di essere realmente te stessa nel tuo lavoro?
Nelle relazioni con colleghi e clienti, nelle riunioni o nelle email che invii ogni giorno… quanto ti permetti di portarti con te, con le tue sfumature e unicità? Quanto, invece, amputi ogni giorno parti preziose del tuo essere?
Un paio di esempi:
- Anni fa, un mio collega molto senior metteva sempre come Out Of Office un messaggio molto creativo, divertente e se vuoi anche quasi “ridicolo” 🙂
- Io negli anni nel lavoro ho imparato a portare sempre di più un mio lato più leggero ed ironico. All’inizio non credevo nemmeno di “poterlo fare”. Quando però mi sono data il permesso di farlo, tutto è migliorato: per me e anche per le relazioni con chi avevo attorno.
Lo so che in certi ambienti lavorativi è più difficile che in altri. Ma se il contesto attuale non ti permette di farlo, valuta quali margini di manovra hai. O per quanto ancora sei disposta ad accettare questo scambio, se ciò che guadagni è maggiore di ciò che perdi.
Non devi risponderti subito, ma nemmeno sottrarti alle domande importanti.
Take-away finale sul personal branding
➡️ La tua reputazione -il tuo personal brand- è qualcosa che evolve con te. Ed evolve col tempo. Con le tue esperienze e decisioni. Con la tua storia e col modo in cui te la racconti.
Ma anche col riflesso che ti restituiscono gli altri. Se negli anni non mi fossi creata attorno un gruppo di persone (amici, conoscenze o professionisti pagati per farlo) che con grande sincerità mi hanno dato feedback importanti, probabilmente oggi sarei molto meno soddisfatta del percorso che ho fatto.
E non parlo di “successo”. Ma proprio di soddisfazione e significato che mettiamo (e ci viene restituito) in tutto ciò che facciamo.
L’esercizio di personal branding, in questo senso, consiste proprio questo. Avere ogni tanto il coraggio e la disciplina di guardarci allo specchio, dirci chi siamo e portarlo con fiducia nel mondo.
P.S. Questo articolo è tratto da una delle mie newsletter settimanali del martedì. All’interno del blog troverai appena un 5% di newsletter pubblicate. Per cui, se non vuoi perdertele, vai qui per iscriverti.
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