Quando dobbiamo prendere decisioni riguardanti il lavoro e la carriera, spesso ci ritroviamo completamente spaesati. Con il metodo delle 3 C avrai una nuova cornice per scegliere al meglio e raggiungere la piena soddisfazione lavorativa.
Qualche settimana fa sono stata a cena con una mia cara ex collega di Google che ora lavora in Facebook.
La mia collega (e ormai cara amica), è una di quelle persone con cui puoi parlare di tutto, confrontarti sui temi più disparati e tornare a casa con idee sempre nuove da far decantare.
Una delle cose che mi ha raccontato, parlando di lavoro, riguardava il questionario di soddisfazione che Facebook somministra ai propri dipendenti. Ma soprattutto le scoperte che sono emerse dalle risposte a questi questionari (parliamo di centinaia di migliaia di risposte!).
La più interessante di queste scoperte? Riguarda gli aspetti che i dipendenti valutano come più importanti nel lavoro e che si possono suddividere in 3 macro categorie: le cosiddette “3 C”.
Ovviamente la sera a casa ero già a fare ricerche e leggere articoli sull’argomento. E sono certa che queste scoperte possano tornare molto utili anche a te.
A fine articolo ti spiegherò il perché e in che modo utilizzare questo framework per prendere decisioni migliori per la tua carriera.
Il modello delle 3C
Dai questionari che vengono somministrati ai dipendenti a cadenza semestrale, è emerso che le 3 leve motivazionali più importanti a livello professionale sono rappresentate da:
- Career
- Community
- Cause
C’e anche chi le ha ribattezzate come path, people e purpose (le 3P), ma di fatto identificano la stessa identica cosa.
Vediamole insieme:
1. Career
Riguarda il lavoro che svolgi e il percorso professionale che costruisci. Include parametri come l’autonomia, la possibilità di far emergere i tuoi talenti e punti di forza in quello che fai, nonché le opportunità di formazione, apprendimento e miglioramento. Non mi è chiaro se in questa prima “C” sia inclusa anche la componente economica di un lavoro (vale a dire stipendio e bonus vari). Ritengo però che dovrebbe esserlo, visto che una remunerazione equa è di fatto un indicatore e un riconoscimento del valore che generiamo attraverso il nostro lavoro.
2. Community
Include le persone con cui abbiamo a che fare ogni giorno e il modo in cui ci sentiamo nel nostro lavoro sotto il profilo relazionale. Ad esempio: siamo circondati da persone che ci rispettano, ci appoggiano e riconoscono il nostro valore, oppure no? Sono persone che apprezziamo e stimiamo a nostra volta? A quanto è emerso, il senso di connessione e appartenenza è uno dei 3 driver fondamentali per la propria soddisfazione lavorativa (se hai avuto esperienze con colleghi pessimi, o al contrario con colleghi fantastici, concorderai anche tu).
3. Cause
Ci sentiamo allineati a quello che è lo scopo e la missione dell’azienda? Sentiamo che il nostro lavoro ha un impatto coerente con quello che vorremmo fosse il nostro lascito al mondo? Siamo orgogliosi di quello a cui stiamo contribuendo con il nostro lavoro?
Questi 3 elementi, messi insieme, costituiscono il cosiddetto “contratto psicologico”. Ovvero quella serie di aspettative tacite che legano chi assume e chi è assunto. Quando il datore di lavoro tiene fede a questo contratto psicologico, le persone sono motivate a portare il meglio di sé al lavoro. Quando invece questo contratto viene infranto, le persone iniziano a dimostrare scontento, ad essere molto meno coinvolte e a performare peggio.
Non c’è dubbio che un contesto lavorativo che “mantiene le promesse” sia un elemento essenziale per la nostra soddisfazione lavorativa. Prima ancora, però, è fondamentale che noi per primi iniziamo col capire che cosa davvero conta per noi.
Che cos’è che desideriamo e vogliamo da un lavoro?
Soddisfazione lavorativa: ritrovala con le 3C
Conosci il “De Profundis” di Oscar Wilde ? È “un libro-lettera” dai toni sprezzanti che il buon vecchio Oscar ha scritto al proprio ex amante. Se non fosse per il dolore che questa lettera lascia trapelare, definirei quasi spassoso il modo altero e superbo con cui l’autore umilia il mittente attraverso il proprio eloquio affilato. E in un passaggio, gli si rivolge con queste parole:
Il vero stolto, quello che gli dei scherniscono o riducono in rovina, è colui che non conosce se stesso
Non so se gli dei si scomodino tanto per noi umani ma, speculazioni teologiche a parte, è innegabile: un’esistenza vissuta senza conoscere se stessi, più che ad un percorso di vita assomiglia ad un campo minato.
Andare nel mondo senza conoscerci, senza sapere quali sono i nostri punti di forza e debolezza, quello che amiamo e quello che mal sopportiamo, è come lanciarsi in mare aperto senza bussola né timone e senza conoscere l’arte della navigazione.
Ed è per questo che molte persone si ritrovano incastrate in lavori che odiano e una vita di scontenti.
Come possiamo ottenere quello che vogliamo, se non sappiamo cos’è che vogliamo?
In questo senso il modello delle 3C ci viene in aiuto per guidarci nella riflessione.
Pensaci: a volte nel prendere certe decisioni di carattere lavorativo facciamo liste di pro e contro, ma è come se ci sfuggisse il reale significato sottostante. Oppure ci capita di sentire, quasi a pelle, che una certa scelta non è quella giusta, ma non sappiamo definire o anche solo afferrare il perché.
Vediamo quindi come puoi usare il modello delle 3C per farlo.
Come usare il modello delle 3C
FOTOGRAFA
Facciamo insieme un esercizietto veloce ma molto illuminante. L’esercizio è diviso in due parti e per eseguirlo ti consiglio di prendere un foglio e dividerlo in due colonne. Intitola la colonna sinistra “Attuale” e quella destra “Ideale”. Non preoccuparti della grafica o dell’estetica del foglio, anzi preparati a pasticciare, cancellare e riscrivere mentre rifletti.
Ecco come riempiremo le due colonne:
- LAVORO ATTUALE
Pensa al tuo lavoro attuale (o anche a quello precedente, se al momento non stai lavorando).
Su una scala da 1 a 5, assegna ora una valutazione a ciascuna delle “3C”. Che voto si aggiudica il tuo lavoro in termini di Carriera (career)? E per le persone (community) con cui lavori e con cui hai a che fare ogni giorno? Che voto assegni, infine, all’impatto e al significato (cause) che il tuo lavoro ha per te e per il mondo?
L’unica regola di questo esercizio: non puoi usare lo stesso numero più di una volta (ad esempio non puoi assegnare 3 sia a community che career, o 5 sia a career che a cause).
Cerca di fare l’esercizio con quanta più oggettività possibile. Poi riguarda i voti che hai assegnato e interrogati su come l’attuale ripartizione ti fa sentire. Magari hai voti alti sulla carriera, ma non apprezzi granché le persone o la missione dell’azienda per cui lavori. Magari invece adori i tuoi colleghi e quello che fate insieme ogni giorno, ma nel complesso senti che il tuo attuale percorso di carriera si trova su una strada chiusa. Prenditi del tempo per osservare i risultati, ripensare all’intero contesto e ascoltarti.
Seconda parte dell’esercizio:
- LAVORO IDEALE
Pensa ora al tuo lavoro ideale, quello che credi ti garantirebbe la maggiore soddisfazione lavorativa. Come prima, assegna un voto da 1 a 5 all’importanza che dai a ciascuna delle dimensioni indicate dalle 3 C. Anche in questo caso: l’unica regola è quella di usare ogni voto una singola volta. Perché anche se stiamo ragionando su un piano ideale, dobbiamo comunque porci dei limiti che riflettano la realtà. E nella realtà occorre fare delle scelte, darci delle priorità, talvolta anche accettare dei compromessi – che siano solo temporanei o in virtù di un guadagno futuro che per noi conta di più.
Fare questa fotografia del tuo prima (attuale) e dopo (ideale), dovrebbe darti subito un quadro chiaro della situazione e aiutarti a riconoscere e cristallizzare eventuali discrepanze che avverti nel tuo lavoro, o aree in cui vorresti migliorare.
Che si fa da qui?
SCEGLI (usando la regola dei 2/3)
Ci sono persone che passano anni a fare un lavoro in cui hanno smesso di crescere ed evolvere (career), in cui non ritrovano nessun significato (cause) e in cui mal sopportano capi, colleghi o clienti (community).
C’è una bella differenza fra la ricerca ossessiva e infruttuosa del “lavoro perfetto” e l’accontentarsi di vivere in una situazione di perenne mediocrità.
Ma in quella terra di mezzo hai tutto lo spazio di cui hai bisogno per crescere e prendere decisioni che vadano nella direzione di una maggiore soddisfazione lavorativa.
Una buona regola per guidarti potrebbe essere questa. Fai sì che ogni tua scelta lavorativa:
- soddisfi almeno 2 delle 3C
- si guadagni almeno la sufficienza su ciascuna delle 3C
Puoi ad esempio accettare un lavoro in cui gli elementi di “career” e “community” sono forti mentre l’impatto non tanto, perché ti offre una possibilità di crescita, remunerazione e contatti che ti saranno utili in seguito per avere un impatto maggiore.
E se hai riconosciuto che l’impatto per te è una componente fondamentale, allora potrai vivere la situazione con più tranquillità, ben sapendo che è solo propedeutica e strumentale ad avvicinarti allo scenario ideale.
Insomma penso tu abbia colto il senso. Con le 3C hai una cornice da usare sulla base della quale prendere certe decisioni.
Le nostre esigenze, necessità ed ambizioni possono cambiare nel corso della nostra vita. L’importante è navigare la propria carriera in maniera attiva e consapevole. Assumendoci la piena responsabilità delle nostre scelte e anticipando già la traiettoria dei risultati.
AVANZA
C’è una frase che dice:
Puoi tenerti le scuse o guadagnarti i risultati, ma non puoi avere entrambi
Boom.
Sei in un ruolo in cui la carriera ha preso voto 2, la community voto 3 e la causa voto 1? Vuoi lavorare in un ambiente più collaborativo? Ricevere una promozione? Un aumento? Guadagnare più autonomia? Ottenere più flessibilità? Avere più impatto?
Bene.
Chiarisci bene quali sono le cose che davvero non ti piacciono e vuoi cambiare. Scegli in quale direzione vuoi indirizzare il tuo lavoro, la tua carriera e il tuo contributo al mondo.
Poi però passa all’azione e fai quello che serve per completare la transizione.
Non è detto che sarà facile (anzi).
Non e detto che sarà veloce (anzi).
Ma posso dirti per certo che le conseguenze del non far nulla saranno ben più difficili da tollerare nel lungo periodo e altrettanto più a lungo dovrai conviverci.
Abbi coraggio e fai il primo passo. Sii costante e avanza sulla tua nuova strada. Abbi fiducia e costruisci il tuo percorso.
I risultati saranno con te per una vita intera. La tua vita. Quella che tu ti sarai costruita per te.
Arli.
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